60enni e social. Come far capire l'uso da fare?

Salve,
tempo fa mia sorella decide di trasferirsi a Londra per lavoro e io regalo uno smartphone a mia madre per permetterle di fare videochiamate con lei e chattare in modo più veloce su whatsapp.

Successivamente avverte l'esigenza di volersi integrare nella società di oggi e "sentirsi meno sola" e vuole, come tutti gli altri, usare i social.
Dopo molta insistenza, nonostante la mia titubanza, la aiuto a iscriversi su Facebook, con la riserva di tenermi la password per poter poi vedere in che modo usasse il social, perché - lo dico senza mezzi termini - non credo che mia madre abbia una "intelligenza emotiva" tale da saper gestire e scindere i rapporti interpersonali REALI da quelli VIRTUALI.

All'inizio si limita ad aggiungere solo parenti e nipoti mentre comincia a prendere confidenza con notifiche e post, poi passa ad allargare le sue amicizie seguendo affiliati ad un determinato partito politico, fino a creare una vera e propria comunità virtuale, dove con alcuni ci si scambia qualche chiacchiera.
Dice che parlare di idee comuni la aiuta molto e non la fa sentire sola.

Quando mi ha confidato di aver allargato la sua cerchia di amicizie online le ho raccomandato di fare sempre attenzione con chi parlava e a chi affidava le sue confidenze; sembrava aver capito e invece no.
Col tempo, la vedo sempre più attaccata al telefono in modo quasi morboso e decido di indagare.

Apro il suo facebook e noto che con un signore in particolare si è spinta a confidenze anche troppo intime, usando un linguaggio che non ha nessun modo di esistere tra due persone che si conoscono solo online (della serie "ti amo", un giorno ci incontreremo", "tocchiamoci", "mi sono bagnata").

Ora...il signore l'ho bloccato immediatamente.
Non so se ho fatto la cosa giusta ma si è realizzata la cosa che più temevo, ovvero che basta prendere una persona sensibile e debole e che per circuirla ci voglia poco.
Mia madre è una persona molto debole, che non sa gestire il suo rapporto con i social.
Io vorrei si ridimensionasse e che capisse che la linea tra realtà e virtuale è molto più netta di quello che crede.
Le ho parlato molte volte ma subito si inibisce e chiude il discorso, negando l'approccio adolescenziale con il telefono.
La chat che ho scoperto me ne ha dato solo conferma.

Come posso approcciarmi a lei in maniera giusta, non venendo meno al fatto che io sono sua figlia ed è lei il genitore, ma non lasciando che la cosa vada troppo oltre?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
non ci dice l'età di sua madre, se suo padre è vivo e presente, e soprattutto se ha motivo di attuare un'interdizione di fatto nei confronti di sua madre a causa di un decadimento cognitivo regolarmente diagnosticato.
In assenza di questi dati è impossibile risponderle, e potrebbe essere pericolosa quella che lei sembra considerare una legittima "tutela". Attenzione!

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Salve Dottoressa, grazie per la risposta tempestiva. Do le ulteriori informazioni come da lei richiesto.
Mia madre ha 62 anni, è una donna coniugata con un uomo che è stato sia un pessimo marito che un pessimo padre, anaffettivo e assolutamente mancante in tutto nel rapporto di coppia con mia madre.
Non ha nessun tipo di interdizione - non almeno a livello legale - non ha nessuna patologia diagnosticata, ma gliela descrivo come una donna molto sensibile che ha sempre lamentato solitudine.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Grazie alle informazioni che fornisce le posso dire che sua madre ha tutto il diritto di cercare delle evasioni anche erotiche, e perché no, un nuovo amore.
Se può, deve mettere da parte tre pregiudizi comuni ai giovanissimi, ma non all'età che lei dichiara.
Primo: una donna di sessantadue anni non è per nulla spenta dal lato sentimentale e sessuale. Spero che non desideri "spegnerla" lei.
Secondo: con i rapporti online occorre cautela, ma questo vale per tutti i rapporti umani. Tramite conoscenze fatte in chat si sono costituiti molti legami, talvolta più armonici di quelli creati "dal vivo" per il dialogo approfondito che si è svolto prima di incontrarsi.
Terzo: sembra che lei ritenga di avere dei diritti di tutela su sua madre, forse per le indebite confidenze sulla sua infelice relazione matrimoniale con suo padre. Viceversa nessuno è tutore di un maggiorenne sano di mente, e in particolare spiare le conversazioni online di un'altra persona è proibito dal GDPR (oltre che dalle vecchie norme sul segreto postale e sulla privacy).
Lei si è spinta fino a bloccare l'utente con il quale sua madre aveva instaurato un rapporto, e questo oltre che una violazione giuridica è un danno alla sfera affettiva, tanto più grave se fatto a due anziani i quali avranno trovata crudele e inesplicabile la cessazione della loro comunicazione.
La invito a non violare i pensieri, i sentimenti, le scelte anche sessuali di sua madre.
Rifletta che se lei l'avesse fatto ad una sua figlia adolescente, questa potrebbe recarsi dai carabinieri e denunciarla; trattandosi di sua madre, sta forse approfittando della sua indulgenza?
Ci rifletta.
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Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Potenza,
la ringrazio per la cura con cui ha stilato la risposta per la consulenza e mi preme fornirle ulteriori spiegazioni per potermi servire ancora del suo prezioso contributo.
Mi aspettavo una risposta "severa ma giusta" e la accetto, seppur non condividendola e intendo sviscerare le obiezioni che mi ha posto.
Primo: una donna di sessantadue anni ha diritto di poter esprimere i suoi sentimenti e i suoi desideri, anche sessuali, ma nei modi e nei luoghi più congrui, senza mai dimenticarsi di tutelarsi e mai andando incontro a situazioni dove i meri istinti debbano prendere il sopravvento, che è quello che ci distingue dagli animali, e mai affidandoli a persone sconosciute, sia che queste siano frutto di un rapporto reale o virtuale.
Secondo: il dialogo approfondito a mio avviso non può includere anche divulgare dati sensibili e privati (nome delle figlie, lavoro, città di residenza, lavoro del marito e delle figlie, situazione familiare, ecc...);
Terzo: il mio non è un diritto di tutela che credo di vantare nei suoi confronti, ma un desiderio di tutelare una persona logorata dagli eventi a lei nefasti, che l'hanno resa estremamente vulnerabile, tanto da cedere troppo facilmente alle lusinghe di uno che dice di "emozionarsi" solo per il fatto di pensarla, senza mai averla vista in foto.
Se proprio vogliamo continuare a valutare l'evento da un punto di vista prettamente giuridico, avrò sicuramente violato i suoi diritti giuridici e umani, ma le voglio solo evitare di incorrere in altre violazioni che lei non riesce ad individuare.
Mia madre pubblica le poesie scritte di suo pugno, i suoi pensieri liberamente e questo non glielo vieto di certo io...voglio capire come spiegarle che un uso senza criterio può portare a delle conseguenze. Sono solo una figlia che vuole proteggere sua madre, è forse di questo che sto approfittando?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
certamente lei sta approfittando della sua convinzione di volere il bene di sua madre. Molti genitori che si sono giustificati con le sue stesse parole -voler "tutelare" figli maggiorenni- sono finiti in questura. Lei è arrivata fino a bloccare un interlocutore di sua madre! E se lo facesse il suo compagno, nei suoi confronti, lei come la prenderebbe?
La invito a consultare di persona un legale e anche uno psicologo, viste le argomentazioni con le quali insiste a volersi fare giudice e censore di una persona libera e maggiorenne. Infatti, mentre il suo punto 2 è condivisibile (non è opportuno rivelare in rete nome e indirizzo delle figlie o di altri) non lo è il punto 3, dove lei balza alla conclusione di poter quindi censurare chi lo fa.
Il suo punto 1 è poi quello per cui la invito senz'altro ad avvalersi di una consulenza psicologica.
La saluto.