Lui si è allontanato emotivamente. non è soddisfatto dei miei risultati personali
Buona sera, cercherò di riassumere quanto mi è più possibile.
Abbiamo entrambi 32 anni e stiamo assieme da 12, tempo in cui si sono avvicendate diverse situazioni: storia a distanza, nella stessa città (l'ho raggiunto io), convivenza.
Abbiamo sempre avuto alti e bassi e discusso tantissimo ma siamo sempre stati molto uniti.
Non potremmo essere più diversi: io razionale e calma, lui impulsivo, ma avevamo tanti sogni, tanti progetti di coppia.
Lui ha una vita professionale avviata, (università+master+lavoro) ma da cui è perennemente insoddisfatto e sempre in cerca di una nuova idea, un nuovo progetto con cui guadagnare di più, affermarsi.
Non si ferma mai, non stacca mai da computer, cellulare, ecc.
Io un percorso universitario travagliato, con un trasferimento che mi ha fatto perdere tempo ed esami, e sospeso in ultimo 2 anni fa dallo scoprire un problema di salute che mi ha tenuto per mesi in preda a visite mediche in tutta Italia e fatto rivedere le priorità.
Ad oggi non sono laureata, ma lavoro presso un'azienda, con l'intenzione, data anche l'età, di affermare maggiormente una posizione lavorativa ed economica, e, forse successivam finire l'università.
Non è il lavoro della mia vita, ma lo considero un buon inizio.
Successivamente al brutto periodo sopracitato, mi chiede di sposarci.
Non lo vedevo da tanto così emozionato, un secondo innamoramento.
Lui lo dice a tutti, io sono più discreta.
Io prendevo tempo, lui pressava per farlo in meno di 1anno, finchè, mentre iniziavamo a farci un'idea di data, invitati, e annessi, lui cambia idea.
E' confuso, ha tanti dubbi su di me.
Da lì ad ora non vuole che ci lasciamo, ma ha paura di fare qualsiasi passo in avanti.
Da che desiderava tanto avere un figlio, a "non è un mio pensiero".
Parla solo dei suoi progetti e dei suoi obbiettivi, deve pensare solo al suo lavoro e non può dedicare tempo a nient'altro.
"Non abbiamo soldi" ripete.
La mia condizione lavorativa/universitaria non gli da sicurezza, non lo accetta e mi critica da tutti i punti di vista: non esco abbastanza, non ho abbastanza contatti, non ho sogni da inseguire e per questo mi definisce "apatica".
Gli ho proposto diversi progetti lavorativi da fare assieme, sempre bocciati.
Abbiamo intrapreso un percorso di terapia di coppia per 2 mesi un anno fa ma non ci siamo trovati bene.
Ultimamente poi si è convinto che i nostri caratteri sono incompatibili.
Argomento cardine di molte discussioni: la sua famiglia.
Lui deve/vuole essere a loro completa disposizione, soddisfacendo le loro esigenze emotive e le loro richieste.
Neanche a dirlo, la madre nel sapere che dopo SOLO 10 anni, tra cui 5 di convivenza volevamo sposarci, ha detto che non se lo aspettava tanto da esserne scioccata.
Non so proprio cosa fare...è una storia finita e non riusciamo ad accettarlo o sta attraversando un periodo di smarrimento personale?
Ci lasciamo o intraprendiamo un percorso di coppia, o individuale?
Grazie mille per l'attenzione e perdonate il poema.
Abbiamo entrambi 32 anni e stiamo assieme da 12, tempo in cui si sono avvicendate diverse situazioni: storia a distanza, nella stessa città (l'ho raggiunto io), convivenza.
Abbiamo sempre avuto alti e bassi e discusso tantissimo ma siamo sempre stati molto uniti.
Non potremmo essere più diversi: io razionale e calma, lui impulsivo, ma avevamo tanti sogni, tanti progetti di coppia.
Lui ha una vita professionale avviata, (università+master+lavoro) ma da cui è perennemente insoddisfatto e sempre in cerca di una nuova idea, un nuovo progetto con cui guadagnare di più, affermarsi.
Non si ferma mai, non stacca mai da computer, cellulare, ecc.
Io un percorso universitario travagliato, con un trasferimento che mi ha fatto perdere tempo ed esami, e sospeso in ultimo 2 anni fa dallo scoprire un problema di salute che mi ha tenuto per mesi in preda a visite mediche in tutta Italia e fatto rivedere le priorità.
Ad oggi non sono laureata, ma lavoro presso un'azienda, con l'intenzione, data anche l'età, di affermare maggiormente una posizione lavorativa ed economica, e, forse successivam finire l'università.
Non è il lavoro della mia vita, ma lo considero un buon inizio.
Successivamente al brutto periodo sopracitato, mi chiede di sposarci.
Non lo vedevo da tanto così emozionato, un secondo innamoramento.
Lui lo dice a tutti, io sono più discreta.
Io prendevo tempo, lui pressava per farlo in meno di 1anno, finchè, mentre iniziavamo a farci un'idea di data, invitati, e annessi, lui cambia idea.
E' confuso, ha tanti dubbi su di me.
Da lì ad ora non vuole che ci lasciamo, ma ha paura di fare qualsiasi passo in avanti.
Da che desiderava tanto avere un figlio, a "non è un mio pensiero".
Parla solo dei suoi progetti e dei suoi obbiettivi, deve pensare solo al suo lavoro e non può dedicare tempo a nient'altro.
"Non abbiamo soldi" ripete.
La mia condizione lavorativa/universitaria non gli da sicurezza, non lo accetta e mi critica da tutti i punti di vista: non esco abbastanza, non ho abbastanza contatti, non ho sogni da inseguire e per questo mi definisce "apatica".
Gli ho proposto diversi progetti lavorativi da fare assieme, sempre bocciati.
Abbiamo intrapreso un percorso di terapia di coppia per 2 mesi un anno fa ma non ci siamo trovati bene.
Ultimamente poi si è convinto che i nostri caratteri sono incompatibili.
Argomento cardine di molte discussioni: la sua famiglia.
Lui deve/vuole essere a loro completa disposizione, soddisfacendo le loro esigenze emotive e le loro richieste.
Neanche a dirlo, la madre nel sapere che dopo SOLO 10 anni, tra cui 5 di convivenza volevamo sposarci, ha detto che non se lo aspettava tanto da esserne scioccata.
Non so proprio cosa fare...è una storia finita e non riusciamo ad accettarlo o sta attraversando un periodo di smarrimento personale?
Ci lasciamo o intraprendiamo un percorso di coppia, o individuale?
Grazie mille per l'attenzione e perdonate il poema.
[#1]
Gentile utente,
Non entro nella disamina delle tematiche, di per sè complesse in quanto intrecciano elementi personali di ciascuno di Voi due
ed elementi relativi alle dinamiche di coppia comprese le famiglie di origine.
Giungo subito al punto dal Lei individuato così:
"Ci lasciamo
o intraprendiamo un percorso di coppia,
o individuale?"
Vi orienterei verso un percorso di coppia, inizialmente. Lo avevate cominciato, ma poi "non vi siete trovati bene":
come mai? chi dei due? in relazione a quale elemento?
Se poi la Psicoterapeuta riconoscerà la necessità di percorsi individuali, Ve lo segnalerà.
Tenga conto che lo stesso Suo titolo:
"Lui si è allontanato emotivamente. non è soddisfatto dei miei risultati personali"
rappresenta un Suo personale punto di vista, che attribuisce a se stessa la responsabilità,
punto di vista da sottoporre ad approfondimento per vari motivi.
NB.: Cortesemente Le chiedo di aggiornare i dati anagrafici, non corrispondenti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Non entro nella disamina delle tematiche, di per sè complesse in quanto intrecciano elementi personali di ciascuno di Voi due
ed elementi relativi alle dinamiche di coppia comprese le famiglie di origine.
Giungo subito al punto dal Lei individuato così:
"Ci lasciamo
o intraprendiamo un percorso di coppia,
o individuale?"
Vi orienterei verso un percorso di coppia, inizialmente. Lo avevate cominciato, ma poi "non vi siete trovati bene":
come mai? chi dei due? in relazione a quale elemento?
Se poi la Psicoterapeuta riconoscerà la necessità di percorsi individuali, Ve lo segnalerà.
Tenga conto che lo stesso Suo titolo:
"Lui si è allontanato emotivamente. non è soddisfatto dei miei risultati personali"
rappresenta un Suo personale punto di vista, che attribuisce a se stessa la responsabilità,
punto di vista da sottoporre ad approfondimento per vari motivi.
NB.: Cortesemente Le chiedo di aggiornare i dati anagrafici, non corrispondenti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Cara utente,
provi a vedere lei, guardando in sé stessa, quello che davvero desidera.
Forse è vero che avete sistemi di valori inconciliabili: lui troppo orientato al fare, all'attivismo, al guadagno, col risultato di essere sempre insoddisfatto di quello che ha davvero. Lei forse troppo adattabile, alle circostanze e a lui: rinuncia alla laurea per un semplice trasferimento di casa... E dopo? Anche le persone che lavorano oggi si laureano con una certa facilità, specie se non hanno figli.
Poi la sua malattia viene a interrompere la routine. Forse avendo avuto una grande paura di perderla, il suo impulsivo compagno si precipita verso un nuovo progetto: sposarvi.
E qui intervengono diverse cose. Una è un costume sociale che ha fatto del matrimonio un'impresa faraonica: lei scrive: "lui pressava per farlo in meno di 1 anno". In meno di un anno, dopo dieci anni di fidanzamento e 5 di convivenza?! Non vi bastava il tempo delle pubblicazioni, ossia 40 giorni, per fare gli inviti, prenotare un ristorante e un viaggio di nozze, comprarvi i vestiti? Ma veramente non siamo più capaci della minima semplicità?
A questo punto subentra la tendenza di lui a sentirsi sempre scontento e a ruotare come una banderuola, forse sospinto dalle parole di sua madre che lo invita a considerare i difetti della partner, e la remissività della partner, ossia lei, che sembra dire sempre: "Io mi adatto".
Segue una terapia di coppia che fallisce, il che a volte avviene perché i due non solo non hanno intenzione di cambiare, ma nemmeno di mettersi in discussione.
Oggi lei chiede: "è una storia finita e non riusciamo ad accettarlo o sta attraversando un periodo di smarrimento personale"?
Noti la costruzione della frase: siete in due a non accettare la fine della storia, ma lo smarrimento personale è di lui solo.
E lei, cara utente, dov'è? Non sarebbe il caso di prendere in pugno la sua vita, dopo un fidanzamento iniziato troppo presto, e chiedersi che cosa vuole davvero?
Ci rifletta. Per parte mia le faccio molti auguri.
provi a vedere lei, guardando in sé stessa, quello che davvero desidera.
Forse è vero che avete sistemi di valori inconciliabili: lui troppo orientato al fare, all'attivismo, al guadagno, col risultato di essere sempre insoddisfatto di quello che ha davvero. Lei forse troppo adattabile, alle circostanze e a lui: rinuncia alla laurea per un semplice trasferimento di casa... E dopo? Anche le persone che lavorano oggi si laureano con una certa facilità, specie se non hanno figli.
Poi la sua malattia viene a interrompere la routine. Forse avendo avuto una grande paura di perderla, il suo impulsivo compagno si precipita verso un nuovo progetto: sposarvi.
E qui intervengono diverse cose. Una è un costume sociale che ha fatto del matrimonio un'impresa faraonica: lei scrive: "lui pressava per farlo in meno di 1 anno". In meno di un anno, dopo dieci anni di fidanzamento e 5 di convivenza?! Non vi bastava il tempo delle pubblicazioni, ossia 40 giorni, per fare gli inviti, prenotare un ristorante e un viaggio di nozze, comprarvi i vestiti? Ma veramente non siamo più capaci della minima semplicità?
A questo punto subentra la tendenza di lui a sentirsi sempre scontento e a ruotare come una banderuola, forse sospinto dalle parole di sua madre che lo invita a considerare i difetti della partner, e la remissività della partner, ossia lei, che sembra dire sempre: "Io mi adatto".
Segue una terapia di coppia che fallisce, il che a volte avviene perché i due non solo non hanno intenzione di cambiare, ma nemmeno di mettersi in discussione.
Oggi lei chiede: "è una storia finita e non riusciamo ad accettarlo o sta attraversando un periodo di smarrimento personale"?
Noti la costruzione della frase: siete in due a non accettare la fine della storia, ma lo smarrimento personale è di lui solo.
E lei, cara utente, dov'è? Non sarebbe il caso di prendere in pugno la sua vita, dopo un fidanzamento iniziato troppo presto, e chiedersi che cosa vuole davvero?
Ci rifletta. Per parte mia le faccio molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Ex utente
Grazie mille per le celeri risposte.
@ dott.ssa Brunialti: Ho detto che non ci siamo trovati bene durante la terapia di coppia in quanto abbiamo affrontato i motivi di discussione discutendo ma non abbiamo lavorato sul futuro, su come capirci e/o comunicare meglio. Di fatto io vivevo male ogni incontro in quanto era discussione e abbiamo terminato i 10 prestabiliti dallo psicoterapeuta senza avere nessuna nuova consapevolezza se non la conferma degli argomenti scottanti. Per quanto riguarda il titolo ho cercato di essere concisa, ed in seguito ad una discussione avuta ieri mi è parso emergere proprio questo: che lui abbia un problema ad accettare il mio percorso personale, percorso che io ho accettato andando avanti.
@dott.ssa Potenza: Dopo il trasferimento ho ripreso gli studi. Li ho sospesi in seguito ad una malattia, ho iniziato a lavorare più seriamente, rispetto ai lavoretti che facevo per mantenermi all'università, mettendo il percorso universitario in stand by. Per quanto riguarda il matrimonio, siamo entrambi persone semplici e non amiamo le imprese faraoniche, semplicemente uscendo da un periodo molto delicato, avevo bisogno di un pò di tempo per ritrovare me stessa, prima di qualsiasi altra cosa, motivo per cui un anno mi sembrava davvero poco tempo rispetto a ciò che avrei voluto fare per me stessa prima del matrimonio. In più viviamo in una città diversa rispetto a quella nostra di origine dove vivono le nostre famiglie, e dove eventualmente si sarebbe svolto il matrimonio. Di fatto parlo solo di sua crisi personale perchè effettivamente è stato lui ad avanzare tutti questi dubbi su se stesso, sul suo lavoro e su di noi..mentre per quanto riguarda la difficoltà a lasciarsi penso riguardi entrambi. Comunque rifletterò su quanto mi ha detto e sulla mia adattabilità.
Grazie mille per gli spunti di riflessione.
Cordiali saluti
@ dott.ssa Brunialti: Ho detto che non ci siamo trovati bene durante la terapia di coppia in quanto abbiamo affrontato i motivi di discussione discutendo ma non abbiamo lavorato sul futuro, su come capirci e/o comunicare meglio. Di fatto io vivevo male ogni incontro in quanto era discussione e abbiamo terminato i 10 prestabiliti dallo psicoterapeuta senza avere nessuna nuova consapevolezza se non la conferma degli argomenti scottanti. Per quanto riguarda il titolo ho cercato di essere concisa, ed in seguito ad una discussione avuta ieri mi è parso emergere proprio questo: che lui abbia un problema ad accettare il mio percorso personale, percorso che io ho accettato andando avanti.
@dott.ssa Potenza: Dopo il trasferimento ho ripreso gli studi. Li ho sospesi in seguito ad una malattia, ho iniziato a lavorare più seriamente, rispetto ai lavoretti che facevo per mantenermi all'università, mettendo il percorso universitario in stand by. Per quanto riguarda il matrimonio, siamo entrambi persone semplici e non amiamo le imprese faraoniche, semplicemente uscendo da un periodo molto delicato, avevo bisogno di un pò di tempo per ritrovare me stessa, prima di qualsiasi altra cosa, motivo per cui un anno mi sembrava davvero poco tempo rispetto a ciò che avrei voluto fare per me stessa prima del matrimonio. In più viviamo in una città diversa rispetto a quella nostra di origine dove vivono le nostre famiglie, e dove eventualmente si sarebbe svolto il matrimonio. Di fatto parlo solo di sua crisi personale perchè effettivamente è stato lui ad avanzare tutti questi dubbi su se stesso, sul suo lavoro e su di noi..mentre per quanto riguarda la difficoltà a lasciarsi penso riguardi entrambi. Comunque rifletterò su quanto mi ha detto e sulla mia adattabilità.
Grazie mille per gli spunti di riflessione.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 11/03/2020.
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