Fine di un amore
Salve,
A16 anni mi sono fatta fidanzata con un ragazzo che ne aveva 21. Ora ne abbiamo 29 e il mio ex fidanzato ne ha 34. Abbiamo caratteri totalmente differenti, e non condividiamo tutti gli aspetti della vita quotidiana, ad esempio aspirazioni o interessi. Se vorrei andare in discoteca o da qualche parte, lui è sempre stato pantofolaio. Gli piace stare a casa, tanto da non vederci anche per diversi giorni. Anche se da quando si è trasferito per lavoro in una nuova città esce con i colleghi e gioca a calcetto. Ho sempre vissuto questa storia d'amore in maniera sofferta e con un rapporto unilaterale. Abbiamo convissuto 6 mesi nella prima città dove mi ero trasferita per lavoro ed è stato un periodo di alti e bassi e litigi come tutti, ma, per lui la colpa è sempre stata solo la mia a causa del mio carattere "impulsivo". In alcuni episodi di intromissione della sua famiglia, lui non ha mai preso le mie "difese". In un periodo non molto recente (due anni fa), la madre ha messo in mezzo anche le due figlie e il marito, accusandomi di provare gelosia e invidia per le figlie e di non rispettarli (cosa non vera). Io sto male per "l'aggressione verbale" subita e per il suo comportamento. Mi sono sempre chiesta se è l'uomo giusto per me. Lui è sempre stato un mammone prima con la mamma e poi da un anno e mezzo con la sorella (vivono insieme) e adesso c'è anche il marito di lei. In 13 anni insieme ha sempre deciso quando vedersi e per quanto tempo, ad esempio: se esco sabato non esco domenica, ci vediamo 5 minuti. Sono stata sempre uno zerbino, mi sono abbassata ogni volta ai suoi piedi anche pregandolo e ho fatto sempre quello che ha voluto lui anche anniendandomi. Ho vissuto con la paura che mi lasciasse, infatti mi ha lasciata 4 volte e tutte le volte si è rinchiuso in un totale silenzio anche telefonico. Gli ho sempre telefonato io per ritornare insieme e lui è sempre ritornato da me. Dovevo sempre sottostare alle sue "regole" di comportamento, non bere una birra davanti agli altri, non parlare eccessivamente e con un certo tono di voce, devi lavare le stoviglie in questo modo, l'accappatoio non si mette sul letto, ecc, mi ha sempre accusata di essere infantile e di fargli fare mala figura con le altre persone. Mi diceva che ho tre lauree ma nessuna capacità logica eppure sono un insegnante. Dopo due anni di lontananza per rispettive esigenze lavorative, mi ha fatto credere che mi sarei trasferita da lui a Roma, che avremmo convissuto prima con la sorella e il marito e poi in autonomia comprando casa, ma adesso che mancavano pochi mesi ha fatto di tutto per far si che non accadesse più dando la colpa a me (per il mio comportamento). Se gli dicevo ti amo la sua risposta era anche io ma quando fai la brava, oppure voglio stare con te ma quando fai la brava. L'ultima litigata per una stupidaggine è stata caratterizzata da insulti verbali e dal dovermi spostare presa per un braccio. Dopo il mio rientro da Roma a Milano dopo alcuni giorni di vacanza tre giorni fa, non si è fatto più sentire totalmente, infatti ieri chiamandolo io ho scoperto che mi ha lasciata dicendomi io non sto bene perchè tu non cambierai mai lo dici sempre ma non cambi. Il mondo mi è crollato addosso. Mi sono sentita dire questa cosa del cambiamento per 13 lunghi anni insieme, inoltre, mi ha fatta sentire sempre sbagliata. Ora vivo dei sentimenti contrastanti e nonostante tutto ho la consapevolezza che non è l'uomo per me, però mi manca, vorrei stare con lui e non riesco a non pensarlo.
Nell'attesa di ricevere delle risposte, cordiali saluti.
A16 anni mi sono fatta fidanzata con un ragazzo che ne aveva 21. Ora ne abbiamo 29 e il mio ex fidanzato ne ha 34. Abbiamo caratteri totalmente differenti, e non condividiamo tutti gli aspetti della vita quotidiana, ad esempio aspirazioni o interessi. Se vorrei andare in discoteca o da qualche parte, lui è sempre stato pantofolaio. Gli piace stare a casa, tanto da non vederci anche per diversi giorni. Anche se da quando si è trasferito per lavoro in una nuova città esce con i colleghi e gioca a calcetto. Ho sempre vissuto questa storia d'amore in maniera sofferta e con un rapporto unilaterale. Abbiamo convissuto 6 mesi nella prima città dove mi ero trasferita per lavoro ed è stato un periodo di alti e bassi e litigi come tutti, ma, per lui la colpa è sempre stata solo la mia a causa del mio carattere "impulsivo". In alcuni episodi di intromissione della sua famiglia, lui non ha mai preso le mie "difese". In un periodo non molto recente (due anni fa), la madre ha messo in mezzo anche le due figlie e il marito, accusandomi di provare gelosia e invidia per le figlie e di non rispettarli (cosa non vera). Io sto male per "l'aggressione verbale" subita e per il suo comportamento. Mi sono sempre chiesta se è l'uomo giusto per me. Lui è sempre stato un mammone prima con la mamma e poi da un anno e mezzo con la sorella (vivono insieme) e adesso c'è anche il marito di lei. In 13 anni insieme ha sempre deciso quando vedersi e per quanto tempo, ad esempio: se esco sabato non esco domenica, ci vediamo 5 minuti. Sono stata sempre uno zerbino, mi sono abbassata ogni volta ai suoi piedi anche pregandolo e ho fatto sempre quello che ha voluto lui anche anniendandomi. Ho vissuto con la paura che mi lasciasse, infatti mi ha lasciata 4 volte e tutte le volte si è rinchiuso in un totale silenzio anche telefonico. Gli ho sempre telefonato io per ritornare insieme e lui è sempre ritornato da me. Dovevo sempre sottostare alle sue "regole" di comportamento, non bere una birra davanti agli altri, non parlare eccessivamente e con un certo tono di voce, devi lavare le stoviglie in questo modo, l'accappatoio non si mette sul letto, ecc, mi ha sempre accusata di essere infantile e di fargli fare mala figura con le altre persone. Mi diceva che ho tre lauree ma nessuna capacità logica eppure sono un insegnante. Dopo due anni di lontananza per rispettive esigenze lavorative, mi ha fatto credere che mi sarei trasferita da lui a Roma, che avremmo convissuto prima con la sorella e il marito e poi in autonomia comprando casa, ma adesso che mancavano pochi mesi ha fatto di tutto per far si che non accadesse più dando la colpa a me (per il mio comportamento). Se gli dicevo ti amo la sua risposta era anche io ma quando fai la brava, oppure voglio stare con te ma quando fai la brava. L'ultima litigata per una stupidaggine è stata caratterizzata da insulti verbali e dal dovermi spostare presa per un braccio. Dopo il mio rientro da Roma a Milano dopo alcuni giorni di vacanza tre giorni fa, non si è fatto più sentire totalmente, infatti ieri chiamandolo io ho scoperto che mi ha lasciata dicendomi io non sto bene perchè tu non cambierai mai lo dici sempre ma non cambi. Il mondo mi è crollato addosso. Mi sono sentita dire questa cosa del cambiamento per 13 lunghi anni insieme, inoltre, mi ha fatta sentire sempre sbagliata. Ora vivo dei sentimenti contrastanti e nonostante tutto ho la consapevolezza che non è l'uomo per me, però mi manca, vorrei stare con lui e non riesco a non pensarlo.
Nell'attesa di ricevere delle risposte, cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
A proposito del fatto che
"...ho la consapevolezza che non è l'uomo per me,
mi manca e non riesco a non pensarlo",
ciò pare abbastanza naturale, considerati i tanti anni
- ben 13 (tredici!) -
che avete trascorso da fidanzati;
assieme al ricordo delle amarezze e delle litigate mancano
le abitudini,
il legame,
l'affettività,
la sessualità (... o almeno presumo, considerato che non ne dice nulla)..
Al contempo fa riflettere che a distanza di un anno e mezzo Lei ri-posti la stessa richiesta:
10-08-2018 Lasciarsi dopo molti anni.
Dispiace che dopo tanto tempo la Sua situazione sia rimasta sospesa (sbaglio?).
Risulta evidente che non sarà certo un consulto online
a farLa riappacificare con la Sua dimensione affettiva,
bensì un aiuto psicologico di persona,
che - magari pur breve - riesca a mostrarLe alcuni nodi sui quali lavorare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
A proposito del fatto che
"...ho la consapevolezza che non è l'uomo per me,
mi manca e non riesco a non pensarlo",
ciò pare abbastanza naturale, considerati i tanti anni
- ben 13 (tredici!) -
che avete trascorso da fidanzati;
assieme al ricordo delle amarezze e delle litigate mancano
le abitudini,
il legame,
l'affettività,
la sessualità (... o almeno presumo, considerato che non ne dice nulla)..
Al contempo fa riflettere che a distanza di un anno e mezzo Lei ri-posti la stessa richiesta:
10-08-2018 Lasciarsi dopo molti anni.
Dispiace che dopo tanto tempo la Sua situazione sia rimasta sospesa (sbaglio?).
Risulta evidente che non sarà certo un consulto online
a farLa riappacificare con la Sua dimensione affettiva,
bensì un aiuto psicologico di persona,
che - magari pur breve - riesca a mostrarLe alcuni nodi sui quali lavorare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Per "lasciare andare" una persona dopo tanti anni di un rapporto iniziato quando di era ancora preadolescenti
occorre o molto coraggio, o molta chiarezza, o un elevato stato di degrado della relazione.
La re-invito a consultare *di persona*
per evitare il rischio di rimettervi insieme per nostalgia e assenza,
anzichè per desiderio.
Dott. Brunialti
occorre o molto coraggio, o molta chiarezza, o un elevato stato di degrado della relazione.
La re-invito a consultare *di persona*
per evitare il rischio di rimettervi insieme per nostalgia e assenza,
anzichè per desiderio.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 10/03/2020.
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