Psicologia
Salve, sono una donna di 45 anni, mamma di due figlie una 21 e una 14, e vedova da cinque anni.
Mi sto rendendo conto di avere una vera e propria fobia nei confronti delle malattie che incidono sulla mia quotidianità in modo pesante.
Non prendo un animale perché terrorizzata dalle malattie che potrebbe trasmettere o dalle infestazioni di zecche o pulci, non frequento uomini per paura delle MST, anche se c'è qualcuno che mi interessa, evito parenti che so sicuramente malati anche se solo di influenza...la cosa che mi preoccupa di più è che nel caso mi venisse qualcosa dovrei affrontarla da sola, non so come fare, vorrei essere in un certo senso più "superficiale" e godermi la vita di più soprattutto perché consapevole del fatto che tutto può cambiare in un attimo, come mio marito sano e in salute da sempre e poi andato via in sei mesi per un tumore al fegato.
Grazie a chi vorrà rispondermi.
Mi sto rendendo conto di avere una vera e propria fobia nei confronti delle malattie che incidono sulla mia quotidianità in modo pesante.
Non prendo un animale perché terrorizzata dalle malattie che potrebbe trasmettere o dalle infestazioni di zecche o pulci, non frequento uomini per paura delle MST, anche se c'è qualcuno che mi interessa, evito parenti che so sicuramente malati anche se solo di influenza...la cosa che mi preoccupa di più è che nel caso mi venisse qualcosa dovrei affrontarla da sola, non so come fare, vorrei essere in un certo senso più "superficiale" e godermi la vita di più soprattutto perché consapevole del fatto che tutto può cambiare in un attimo, come mio marito sano e in salute da sempre e poi andato via in sei mesi per un tumore al fegato.
Grazie a chi vorrà rispondermi.
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Gentile Signora,
data la descrizione di sé che ha fatto nel post precedente, immagino che questo non sia affatto un periodo facile per Lei, con quanto sta accadendo a livello sanitario nel nostro Paese.
Il lutto repentino che ha subito alcuni anni fa, a suo giudizio, quanto ha inciso su questa sua problematica? Era già presente, oppure no?
In generale (dunque non solo in riferimento alle potenziali malattie), ritiene che l'ansia occupi una porzione esagerata della sua vita quotidiana?
Che influenza ha nel rapporto con le sue figlie e sulle sue figlie questa "lente di ingrandimento" attraverso cui osserva la vita?
In attesa di suoi approfondimenti, Le allego un articolo sul tema, che mi auguro possa offrirle preziosi spunti di riflessione: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html
Cordialità.
data la descrizione di sé che ha fatto nel post precedente, immagino che questo non sia affatto un periodo facile per Lei, con quanto sta accadendo a livello sanitario nel nostro Paese.
Il lutto repentino che ha subito alcuni anni fa, a suo giudizio, quanto ha inciso su questa sua problematica? Era già presente, oppure no?
In generale (dunque non solo in riferimento alle potenziali malattie), ritiene che l'ansia occupi una porzione esagerata della sua vita quotidiana?
Che influenza ha nel rapporto con le sue figlie e sulle sue figlie questa "lente di ingrandimento" attraverso cui osserva la vita?
In attesa di suoi approfondimenti, Le allego un articolo sul tema, che mi auguro possa offrirle preziosi spunti di riflessione: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa,la ringrazio per la sua risposta, vorrei rispondere che la paura delle malattie credo sia iniziata appena sposata quando alla ricerca della prima gravidanza ho avuto due aborti prima e vari problemi anche per la seconda. La paura non è sempre stata esagerata alla stesso modo, va a periodi...e sinceramente ammetto che internet a volte aiuta a volte esaspera la cosa. Ad esempio al momento quello che mi terrorizza sono le malattie veneree perché come le dicevo ho conosciuto un uomo che mi piace molto ma non siamo una coppia e lui anche se molto responsabile so per certo che ha occasioni di stare con altre donne. Volevo aggiungere che due anni dopo la morte di mio marito è morto anche mio padre sempre per tumore, ai polmoni stavolta, e sempre in modo molto veloce e io ero presente proprio agli ultimi momenti di vita di entrambi. Stranamente la possibilità di avere un tumore mi preoccupa meno ad esempio di prendere una micosi da un gatto...non lo so nemmeno io, capisco che è strana come cosa. Credo mi faccia più paura qualsiasi cosa che mi possa accadere perché contagiato da altri e non qualcosa che possa venire direttamente da me, perché nel primo caso in teoria sarebbe colpa mia in quanto avrei potuto evitarlo in qualche modo, nel secondo sarebbe una cosa che non dipenderebbe dal mio comportamento...non so se sono stata comprensibile, come se dovessi giustificare la mia eventuale malattia e poi subirne le conseguenze da sola senza considerare il senso di colpa che avrei se per caso dovessero avere qualcosa le mie figlie causata da me anche se involontariamente. Grazie, saluti.
[#3]
Certo che si è spiegata e anche molto bene: i suoi sono i classici temi critici tipici di chi ha pensieri ossessivi, che nel suo caso sono le malattie, con le varianti che nel tempo ha osservato.
Quali sono questi temi?
In sostanza i due principali sono l'iper-responsabilizzazione e il senso di colpa, conseguente al fatto che se ho l'impressione di non aver previsto, organizzato, evitato che qualcosa accada, me ne sento responsabile.
Il problema sta nel fatto che non tutto è prevedibile, pianificabile o evitabile e, dunque, è necessario imparare a tollerare da un lato l'incertezza e dall'altro fare i conti con la propria "non onnipotenza".
Il fatto che una cosa possa accadere o possa essere pensata, non significa che certamente accadrà.
Difficile dire se gli eventi di vita da Lei citati possano aver contribuito allo sviluppo di questo problema, ma più facile prevedere che il supporto di un valido professionista con il quale intraprendere un percorso psicoterapeutico potrà efficacemente aiutarla a liberarsi dalla zavorra che tempo si porta sulle spalle.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/565-depotenziare-le-ossessioni.html
Saluti.
Quali sono questi temi?
In sostanza i due principali sono l'iper-responsabilizzazione e il senso di colpa, conseguente al fatto che se ho l'impressione di non aver previsto, organizzato, evitato che qualcosa accada, me ne sento responsabile.
Il problema sta nel fatto che non tutto è prevedibile, pianificabile o evitabile e, dunque, è necessario imparare a tollerare da un lato l'incertezza e dall'altro fare i conti con la propria "non onnipotenza".
Il fatto che una cosa possa accadere o possa essere pensata, non significa che certamente accadrà.
Difficile dire se gli eventi di vita da Lei citati possano aver contribuito allo sviluppo di questo problema, ma più facile prevedere che il supporto di un valido professionista con il quale intraprendere un percorso psicoterapeutico potrà efficacemente aiutarla a liberarsi dalla zavorra che tempo si porta sulle spalle.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/565-depotenziare-le-ossessioni.html
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 08/03/2020.
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