Vivere a metà
Salve, ho un paio di domande da porvi.
Sono un ragazzo di 28 anni che vive da 12 anni un disagio emotivo conclamato, fatto di ansia, panico e depressione.
Tutto ciò penso sia venuto fuori per via di un rifiuto, diciamo, che ho ricevuto ai superiori.
Penso che sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Dico così perché fin da bambino vivevo uno stato di stress importante, per via dei miei genitori.
Ricordo che avevo sensazioni ansiogene, come la mancanza di respiro, ossessioni e, raramente improvvisi pianti.
Questo non lo dissi mai ai miei genitori.
Finite le scuole gradualmente mi sono allontanato dalla vita sociale, passando molto tempo a casa o da solo.
Comunque, in questi 12 anni ho avuto periodi diciamo tranquilli e fasi critiche.
Non ho mai intrapreso un carriera lavorativa, ho fatto sempre qualche lavoretto così.
Soffro di panico sociale.
Ho girato negli anni vari dottori, da psicologi a psichiatri per poter risolvere questo disagio, ognuno ha detto la propria.
Ultimamente ho fatto dei test in un centro di psicologia e la relazione finale dice questo:
"Il paziente presenta una cronica tendenza al ritiro sociale e all’evitamento di situazioni
emotivamente attivanti, bassa autostima e autosvalutazione, tendenze interpretative,
distacco emotivo, scarso senso di condivisione e appartenenza al gruppo, senso di
esclusione ed estraneità, sensazioni di vuoto, instabilità umorale, irritabilità, sensazioni di
derealizzazione e molti altri sintomi che lasciano ipotizzare la diagnosi di un disturbo di
personalità evitante, ma anche con marcati aspetti di tipo borderline.
L’umore è inoltre significativamente depresso."
Continua la relazione con il tipo di terapia da intraprendere.
Ora la mia domanda è la seguente, se seguo un percorso terapeutico, nel tempo è possibile ritornare a fare una vita normale o più serena? Avete esperienza di casi simili che c'è l'hanno fatta poi a migliorare? Ho un forte senso di rassegnazione, dovuto da questo disagio e da i medici che ho incontrato in questi 12 anni. Grazie per l'attenzione.
Sono un ragazzo di 28 anni che vive da 12 anni un disagio emotivo conclamato, fatto di ansia, panico e depressione.
Tutto ciò penso sia venuto fuori per via di un rifiuto, diciamo, che ho ricevuto ai superiori.
Penso che sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Dico così perché fin da bambino vivevo uno stato di stress importante, per via dei miei genitori.
Ricordo che avevo sensazioni ansiogene, come la mancanza di respiro, ossessioni e, raramente improvvisi pianti.
Questo non lo dissi mai ai miei genitori.
Finite le scuole gradualmente mi sono allontanato dalla vita sociale, passando molto tempo a casa o da solo.
Comunque, in questi 12 anni ho avuto periodi diciamo tranquilli e fasi critiche.
Non ho mai intrapreso un carriera lavorativa, ho fatto sempre qualche lavoretto così.
Soffro di panico sociale.
Ho girato negli anni vari dottori, da psicologi a psichiatri per poter risolvere questo disagio, ognuno ha detto la propria.
Ultimamente ho fatto dei test in un centro di psicologia e la relazione finale dice questo:
"Il paziente presenta una cronica tendenza al ritiro sociale e all’evitamento di situazioni
emotivamente attivanti, bassa autostima e autosvalutazione, tendenze interpretative,
distacco emotivo, scarso senso di condivisione e appartenenza al gruppo, senso di
esclusione ed estraneità, sensazioni di vuoto, instabilità umorale, irritabilità, sensazioni di
derealizzazione e molti altri sintomi che lasciano ipotizzare la diagnosi di un disturbo di
personalità evitante, ma anche con marcati aspetti di tipo borderline.
L’umore è inoltre significativamente depresso."
Continua la relazione con il tipo di terapia da intraprendere.
Ora la mia domanda è la seguente, se seguo un percorso terapeutico, nel tempo è possibile ritornare a fare una vita normale o più serena? Avete esperienza di casi simili che c'è l'hanno fatta poi a migliorare? Ho un forte senso di rassegnazione, dovuto da questo disagio e da i medici che ho incontrato in questi 12 anni. Grazie per l'attenzione.
[#1]
Ciao, non è semplice rispondere alle domande che tu poni, non lo è neppure nell'ambito di un percorso di psicoterapia,tantomeno per mail, proverò comunque a dire quello che credo di capire dalle tue parole.
La situazione più evidente mi sembra quella di una profonda sfiducia verso gli altri e verso il futuiro, per questo credo di poter dire che la tua è una richiesta soprattutto di rassicurazione, la ricerca di una promessa da parte di persone esperte di una vita diversa, in cui possa affacciarsi la speranza.
Credo che il punto sia soprattutto questo, che tu cerchi all'esterno di te conferme o disconferme rispetto a quello che sei. Al contrario, io vorrei suggerirti un modo diverso di rapportarti alla realtà e a te stesso, quello di vedere attraverso i tuoi occhi, attraverso le tue emozioni, quello che sei e che vuoi veramente. Magari avrai provato un miliardo di volte a fare in questo modo, magari ci saranno state milioni di delusioni, ma credimi, questa è l'unica strada , anche se sembra la più faticosa.
A volte le personalità malinconiche sono le più difficili da apprezzare, specialmente in questa nostra epoca in cui sembra che l'unico obiettivo debba essere quello del divertimento.
Al contrario, tali personalità sono le più ricche e le più creative, se solo si riesce a non essere schiacciati dal peso del pessimismo.
Probabilmente quel brutto episodio alle superiori a cui accenni ti ha lasciato una traccia pesante ed il continuare a pensarci non aiuta perchè riattualizza costantemente l'evento.
I miei consigli , in pratica, sarebbero di due diversi ordini, il primo , di riflettere sulla tua modalità di metterti nelle mani degli altri e cercare in essi risposte su di te e chiederti se vuoi continuare in questo modo oppure iniziare a cercare le tue risposte, ad ascoltasrti. Il secondo , è di cercare un buon psicoterapeuta che possa accompagnarti in questo percorso.
La situazione più evidente mi sembra quella di una profonda sfiducia verso gli altri e verso il futuiro, per questo credo di poter dire che la tua è una richiesta soprattutto di rassicurazione, la ricerca di una promessa da parte di persone esperte di una vita diversa, in cui possa affacciarsi la speranza.
Credo che il punto sia soprattutto questo, che tu cerchi all'esterno di te conferme o disconferme rispetto a quello che sei. Al contrario, io vorrei suggerirti un modo diverso di rapportarti alla realtà e a te stesso, quello di vedere attraverso i tuoi occhi, attraverso le tue emozioni, quello che sei e che vuoi veramente. Magari avrai provato un miliardo di volte a fare in questo modo, magari ci saranno state milioni di delusioni, ma credimi, questa è l'unica strada , anche se sembra la più faticosa.
A volte le personalità malinconiche sono le più difficili da apprezzare, specialmente in questa nostra epoca in cui sembra che l'unico obiettivo debba essere quello del divertimento.
Al contrario, tali personalità sono le più ricche e le più creative, se solo si riesce a non essere schiacciati dal peso del pessimismo.
Probabilmente quel brutto episodio alle superiori a cui accenni ti ha lasciato una traccia pesante ed il continuare a pensarci non aiuta perchè riattualizza costantemente l'evento.
I miei consigli , in pratica, sarebbero di due diversi ordini, il primo , di riflettere sulla tua modalità di metterti nelle mani degli altri e cercare in essi risposte su di te e chiederti se vuoi continuare in questo modo oppure iniziare a cercare le tue risposte, ad ascoltasrti. Il secondo , è di cercare un buon psicoterapeuta che possa accompagnarti in questo percorso.
Dr.ssa Rosanna Bertini
[#2]
Utente
Grazie Dr.ssa Rosanna Bertini
ha fatto una buona interpretazione basandosi su poche informazioni di me. Come dice lei, mi sono e sto cercando di ascoltarmi. Mi ha dato uno spunto su cui riflettere, l'emozioni. Cercherò di ascoltare di più le mie emozioni, penso che ho creato nel tempo dei comportamenti per assopire quest'ultime. Grazie ancora.
ha fatto una buona interpretazione basandosi su poche informazioni di me. Come dice lei, mi sono e sto cercando di ascoltarmi. Mi ha dato uno spunto su cui riflettere, l'emozioni. Cercherò di ascoltare di più le mie emozioni, penso che ho creato nel tempo dei comportamenti per assopire quest'ultime. Grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 01/03/2020.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
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