Ansia e derealizzazione
Salve già ho scritto varie volte in questo forum riguardo il problema.
Allora praticamente ero in cura con cipralex portata a 20mg e lo xanax.
Il cipralex mi ha migliorato ma arriva fino ad un certo punto, ha migliorato ma non guarito,
Anche se non so a cosa sia dovuto all'inizio con il cipralex a 10 mg sono stato benissimo, sono praticamente rinato, poi un attacco forte e si riperde di nuovo l'equilibrio.
Adesso il mio dottore vuol provare con l'efexor e quindi al momento sono 75 efexor e 10 sempre di cipralex, credo lo vuole scalare pian piano.
Sono 3 settimane con efexor, non va male, praticamente stabile, un attacco solamente di derealizzazione ma abortito in pochi minuti, e tachicardia quando sono ansioso o quando mi reco in luoghi a me ansiogeni, e tra questi posti c'è la mia casa purtroppo, quindi un bel disagio.
Bisogna aspettare ancora?
In base alle vostre conoscenze sono sintomi comuni dell ansia?
Anche il fatto di essere molto abitudinale, nel momento in cui ho un programma diverso da quello giornaliero, che può essere ahimè é anche il giorno libero di lavoro, può venirmi ansia, palpitazioni, vampate di calore ecc ecc
È per quanto riguarda i posti ansiogeni ovvero anche casa mia, prima con il cipralex mi erano passati del tutto poi dopo un attacco di nuovo, ansia a pranzare, ansia ad andare anche sotto la doccia, In questo momento vivo con mio padre essendo che i miei si sono separati.
Può essere il tutto attributo alla separazione dei miei?
Anche la derealizzazione?
È tutta ansia?
Vi prego di rispondermi grazie
Allora praticamente ero in cura con cipralex portata a 20mg e lo xanax.
Il cipralex mi ha migliorato ma arriva fino ad un certo punto, ha migliorato ma non guarito,
Anche se non so a cosa sia dovuto all'inizio con il cipralex a 10 mg sono stato benissimo, sono praticamente rinato, poi un attacco forte e si riperde di nuovo l'equilibrio.
Adesso il mio dottore vuol provare con l'efexor e quindi al momento sono 75 efexor e 10 sempre di cipralex, credo lo vuole scalare pian piano.
Sono 3 settimane con efexor, non va male, praticamente stabile, un attacco solamente di derealizzazione ma abortito in pochi minuti, e tachicardia quando sono ansioso o quando mi reco in luoghi a me ansiogeni, e tra questi posti c'è la mia casa purtroppo, quindi un bel disagio.
Bisogna aspettare ancora?
In base alle vostre conoscenze sono sintomi comuni dell ansia?
Anche il fatto di essere molto abitudinale, nel momento in cui ho un programma diverso da quello giornaliero, che può essere ahimè é anche il giorno libero di lavoro, può venirmi ansia, palpitazioni, vampate di calore ecc ecc
È per quanto riguarda i posti ansiogeni ovvero anche casa mia, prima con il cipralex mi erano passati del tutto poi dopo un attacco di nuovo, ansia a pranzare, ansia ad andare anche sotto la doccia, In questo momento vivo con mio padre essendo che i miei si sono separati.
Può essere il tutto attributo alla separazione dei miei?
Anche la derealizzazione?
È tutta ansia?
Vi prego di rispondermi grazie
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Nel DSM-5 i disturbi dissociativi sono posti accanto ai disturbi da Trauma, il che riflette la stretta relazione tra queste classi diagnostiche. I disturbi dissociativi, infatti, sono frequentemente successivi a traumi e molti dei sintomi, tra l’imbarazzo e la confusione o il desiderio per nasconderli, sono influenzati dalla vicinanza al trauma.
Il disturbo da Depersonalizzazione è definito come un’esperienza persistente o ricorrente di sentirsi distaccato o di sentirsi un osservatore esterno dei propri processi mentali o del proprio corpo (sentirsi come in un sogno). L’individuo può sentirsi distaccato da tutto il suo essere Insieme alla depersonalizzazione può manifestarsi anche la Derealizzazione, ossia la sensazione che il mondo esterno sia strano o irreale. Il soggetto può percepire una alterazione strana e perturbante della misura o della forma degli oggetti, e le persone possono apparire non familiari o meccanizzate così da perdere il senso della realtà del mondo esterno. Può succedere di avere la sensazione che l’ambiente circostante sembri irreale: che il posto di lavoro non sia familiare o che gli amici o i parenti sembrino estranei. La Derealizzazione è spesso accompagnata da distorsioni visive soggettive come la sfocatura o il campo visivo ristretto o alterazione della distanza o delle dimensioni di oggetti. Le esperienze di depersonalizzazione o derealizzazione non si manifestano esclusivamente nel corso di un altro disturbo mentale, come schizofrenia, disturbo di panico, disturbo acuto da stress, oppure un altro disturbo dissociativo, e non sono dovute agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. abuso di droga o di un medicinale), oppure a una condizione medica generale (epilessia del lobo temporale).
Altre manifestazioni frequentemente associate comprendono: sintomi d’ansia, sintomi depressivi, ruminazione ossessiva, preoccupazioni somatiche, e alterazione del senso del tempo. Depersonalizzazione e derealizzazione si annoverano molto frequentemente tra i sintomi degli attacchi di panico. Cause
Vi è una chiara associazione tra il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione e la presenza di traumi nell’infanzia, anche se non è così preminente come in altri disturbi dissociativi, come il disturbo dissociativo dell’identità. In particolare sono stati più frequentemente associati l’eccesso emozionale e la trascuratezza emotiva.
I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altri settori importanti del funzionamento e possono essere rilevati dall’individuo stesso o osservati da altre persone Il trattamento raccomandato per la cura dei Disturbi Dissociativi è la psicoterapia, con lo scopo principale di ricondurre il paziente verso un migliore funzionamento integrato
Il disturbo da Depersonalizzazione è definito come un’esperienza persistente o ricorrente di sentirsi distaccato o di sentirsi un osservatore esterno dei propri processi mentali o del proprio corpo (sentirsi come in un sogno). L’individuo può sentirsi distaccato da tutto il suo essere Insieme alla depersonalizzazione può manifestarsi anche la Derealizzazione, ossia la sensazione che il mondo esterno sia strano o irreale. Il soggetto può percepire una alterazione strana e perturbante della misura o della forma degli oggetti, e le persone possono apparire non familiari o meccanizzate così da perdere il senso della realtà del mondo esterno. Può succedere di avere la sensazione che l’ambiente circostante sembri irreale: che il posto di lavoro non sia familiare o che gli amici o i parenti sembrino estranei. La Derealizzazione è spesso accompagnata da distorsioni visive soggettive come la sfocatura o il campo visivo ristretto o alterazione della distanza o delle dimensioni di oggetti. Le esperienze di depersonalizzazione o derealizzazione non si manifestano esclusivamente nel corso di un altro disturbo mentale, come schizofrenia, disturbo di panico, disturbo acuto da stress, oppure un altro disturbo dissociativo, e non sono dovute agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. abuso di droga o di un medicinale), oppure a una condizione medica generale (epilessia del lobo temporale).
Altre manifestazioni frequentemente associate comprendono: sintomi d’ansia, sintomi depressivi, ruminazione ossessiva, preoccupazioni somatiche, e alterazione del senso del tempo. Depersonalizzazione e derealizzazione si annoverano molto frequentemente tra i sintomi degli attacchi di panico. Cause
Vi è una chiara associazione tra il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione e la presenza di traumi nell’infanzia, anche se non è così preminente come in altri disturbi dissociativi, come il disturbo dissociativo dell’identità. In particolare sono stati più frequentemente associati l’eccesso emozionale e la trascuratezza emotiva.
I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altri settori importanti del funzionamento e possono essere rilevati dall’individuo stesso o osservati da altre persone Il trattamento raccomandato per la cura dei Disturbi Dissociativi è la psicoterapia, con lo scopo principale di ricondurre il paziente verso un migliore funzionamento integrato
Dr.ssa angela barbera
[#2]
Utente
Anzitutto grazie della risposta, me ne sono accorto adesso.
Conosco bene il disturbo sono informatissimo, credo che ciò che descrivo io come derealizzazione depersonalizzazione sia dovuto a fattori d'ansia, perché se fosse causato da altri tipi di problemi non si presentava solo in luoghi o circostanze a me ansiogeni, quindi capisco molto bene che è un fattore ansioso, credo sia una forma di protezione che si innesca nel cervello quando i livelli d'ansia ragiungono picchi alti.
Io sto assumendo degli Ssri e ansiolitici , e devo dire che va abbastanza bene, anzi al confronto di quando non assumevo farmaci direi ottimi risultati, però mi rimangono e si ripresentano alcune forme di evitamento, che naturalmente condotti per anni sono difficili da eliminare, perché anche solo in determinati posti posso associare ricordi in qui sono stato male e di conseguenza si innesca quello che chiamiamo circolo vizioso, quindi ancora credo che dovrò valutare con il mio psichiatra se modificare la terapia.
Per quanto riguarda la psicoterapia la reputo anche importante associata ad una cura farmacologica, ma purtroppo nel mio paese non vi sono privati, ma solo i dottori dell USL che non li ritengo necessari. Grazie per la risposta
Conosco bene il disturbo sono informatissimo, credo che ciò che descrivo io come derealizzazione depersonalizzazione sia dovuto a fattori d'ansia, perché se fosse causato da altri tipi di problemi non si presentava solo in luoghi o circostanze a me ansiogeni, quindi capisco molto bene che è un fattore ansioso, credo sia una forma di protezione che si innesca nel cervello quando i livelli d'ansia ragiungono picchi alti.
Io sto assumendo degli Ssri e ansiolitici , e devo dire che va abbastanza bene, anzi al confronto di quando non assumevo farmaci direi ottimi risultati, però mi rimangono e si ripresentano alcune forme di evitamento, che naturalmente condotti per anni sono difficili da eliminare, perché anche solo in determinati posti posso associare ricordi in qui sono stato male e di conseguenza si innesca quello che chiamiamo circolo vizioso, quindi ancora credo che dovrò valutare con il mio psichiatra se modificare la terapia.
Per quanto riguarda la psicoterapia la reputo anche importante associata ad una cura farmacologica, ma purtroppo nel mio paese non vi sono privati, ma solo i dottori dell USL che non li ritengo necessari. Grazie per la risposta
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7.9k visite dal 29/02/2020.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.