Perchè nessuno ti spiega come funziona una psicoterapia?

Buongiorno.

È da tempo che mi pongo questa domanda, non ho mai capito perchè, sia persone comuni che professionisti, consigliano per un motivo o per un altro, il consulto con uno psicologo o l'inizio di una psicoterapia, senza spiegare però in cosa consiste, i pochi che invece cercano di spiegarti qualcosa, lo fanno usando termini accessibili a pochi.


Voglio dire, se dico ad un bambino "Andiamo dal dentista..." e aggiungo "...che ti curerà il dente" il bambino sa dove e da chi sta andando o perlomeno si fa una mezza idea di ciò che sta per accadere.
Ma se io dicessi ad un bambino "Andiamo dallo psicologo" e basta, questo piccolo non sa nè da chi sta andando nè per quale motivo.

Adesso ho preso l'esempio del bambino così a caso, ma parlando in generale, quante persone, sanno effettivamente, in cosa consiste un percorso psicoterapeutico?


Io per prima non lo sapevo, l'ho scoperto solo dopo, da paziente e dopo aver intrapreso un percorso durato 3 anni.

Persino la mia psicologa-psicoterapeuta mi disse "Molta gente è convinta che venendo qui il problema si risolve in un attimo, come se noi avessimo la bacchetta magica" testuali parole.

E allora mi chiedo perchè non si fa più chiarezza su questa professione?


Perchè quando si dice "Le o ti consiglio un percorso con un professionista..." non si aggiunge "...ma non credere che sia una passeggiata anzi preparati a piangere tutte le tue lacrime, preparati a stare peggio di quanto sei stato/a fino adesso, preparati a provare una terribile confusione mentale, preparati ad avere dubbi su ogni cosa, preparati a darti da fare perchè di certo non sarà il terapeuta a cambiare le cose o a farle al posto tuo, devi essere convinto/a di voler cambiare anche se pensi al suicidio o altro, se sei disposto/a a tutto questo allora si che, forse, la psicoterapia ti sarà utile".


Diretti, senza troppi giri di parole, senza usare termini a molti sconosciuti.


Non c'è da meravigliarsi poi, che chi si presentà lì si aspetta di poter vedere/ avere subito, quella tanto consigliata "salvezza".


Con questo non voglio offendere nessuno, nè screditare il vostro lavoro che ritengo di grande importanza per la crescita di una persona.


Spero però che in futuro, ma anche adesso, nel presente ci sia più informazione riguardo questa tematica.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Se per Lei l' *esperienza soggettiva* della psicoterapia è stata
"..piangere tutte le tue lacrime, preparati a stare peggio di quanto sei stato/a fino adesso, preparati a provare una terribile confusione mentale, preparati ad avere dubbi su ogni cosa, preparati a darti da fare ecc.."
non pensi che per tutti è così; l'esperienza interiore non è generalizzabile.
Da mia pratica clinica la persona esce dallo Studio più leggera di quando è entrata, anche se con i suoi compiti di cambiamento.
Certo, dipende dalla situazione iniziale. Attendere che la patologia (o disturbo) sia diventata grave, non aiuta poi la guarigione. O nel caso di problematiche che la persona si porta dall'infanzia, non è così semplice e miracolistico, come del resto per tutte le malattie croniche del corpo.

Due anni fa Lei di sè ci scriveva:
"so che ... la terapia non può funzionare se non c'è collaborazione da parte del paziente. Mi sento davvero una brutta persona, immatura, irresponsabile, codarda. Sono consapevole di avere ancora delle resistenze..".
E poi:
"..Ultimamente (la psicologa) mi ha messo "con le spalle al muro", nel senso che se non provo a far qualcosa ..., lei sarà costretta a chiudere la terapia.."

La psicoterapia prevede un impegno e una fatica di cambiamento,
come ad es. chi frequenta l'università e ogni giorno è impegnato nel proprio compito di apprendimento per qualche mese o anno; e nessuno può sostituirsi a lui. Egli non può evitare la verifica.
Ricordiamoci che nel percorso di psicoterapia il paziente è libero: di proseguire, di interrompere. Ma ogni volta che entra nella stanza della terapia lo fa scegliendo di "esserci".
Per converso l'etica professionale dello Psicoterapeuta lo obbliga a chiudere la terapia nel caso si accorga che non apporta miglioramenti/cambiamenti.

Per chi ci legge:
ogni esperienza di psicoterapia è *unica*,
è un' *opera artigianale*,
non una catena di montaggio da cui escono pezzi tutti uguali.
Affinchè ognuno possa documentarsi ampiamente e in modo approfondito sulla psicoterapia allego il link:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html .

Gentile utente,
avremmo potuto respingere il Consulto
in quanto non rispondente alla mission del blog ("orientare nel malessere" e non "discutere su opinioni personali"),
ma mi è sembrato opportuno fare chiarezza in modo "Diretto, senza troppi giri di parole, senza usare termini a molti sconosciuti", come Lei chiede.
Auspico Lei apprezzi il fatto che Le abbiamo risposto
prendendoci il tempo di leggere tutta la Sua vicenda nel tempo per poter capire meglio.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Prima di tutto la ringrazio, sia per avermi risposto sia per non aver respinto il mio consulto che magari potrà essere utile a molti.

È vero che la mia è pur sempre un'esperienza individuale e non è detto che tutti passeranno o hanno passato quello che ho sofferto io, ma è anche vero che fare terapia non è come andare al bar per fare due chiacchiere.

Lei stessa mi scrive "dipende dalla situazione iniziale".

" nel percorso di psicoterapia il paziente è libero: di proseguire, di interrompere. Ma ogni volta che entra nella stanza della terapia lo fa scegliendo di "esserci"."

Nel mio caso, nonostante la consapevolezza di non essere in grado o di non volere effettuare alcuni compiti che messi assieme ti portano al cambiamento, volevo continuare con la terapia anche se la maggior parte delle volte erano lacrime e non parole, anche se mi facevo più male che bene, anche se spendevo soldi senza risolvere il mio problema, ciò che mi tratteneva lì era forse l'abitudine di avere prima di tutto una persona che sa ascoltare e capire, qualità che nel quotidiano mi manca.
Voglio aggiungere un'altra cosa riguardo la mia situazione, le mie resistenze non sono un capriccio, lei poco fa ha preso l'esempio dell'università e il lavoro che c'è dietro ad uno studente che la frequenta, mi trova daccordo anche se andare in terapia non è proprio come andare all'università.
Parlo sempre per esperienza personale, secondo me è più difficile mettersi a nudo, aprirsi completamente, fidarsi prima di tutto di una persona che poi è anche terapeuta, scavare dentro di sè non è come ascoltare una lezione all'università, riuscire a parlare di argomenti nascosti nella propria mente per tanto tempo non è come andare a fare un esame orale.
Diciamo che l'esempio dell'università ci sta riguardo i "compiti" da mettere in pratica.

Comunque allo stesso tempo apprezzo e mi trova daccordo quando scrive " ogni esperienza di psicoterapia è *unica*,
è un' *opera artigianale*,
non una catena di montaggio da cui escono pezzi tutti uguali."

Anche il link a scopo informativo ha fatto bene ad inserirlo.


Grazie di nuovo.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Prego,
lieta del confronto.

Dott. Brunialti
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