è vero che se una terapia psicologica funziona, ci sarà un momento in cui i sintomi aumentano?
Salve.
Sono un ragazzo di 25 anni, e da circa un anno e mezzo seguo una psicoterapia per disturbi d'ansia, attacchi di panico e fobie.
Per far capire il senso della mia domanda vi spiegherò la cosa su scala numerica: diciamo che io sono andato dallo psicologo credendo di avere ansia 10.
Passano mesi e mesi, e piano piano i sintomi iniziano a diminuire, quindi 9, 8, 7, e così via... Dopo un anno e mezzo posso dire di essere entrato in un periodo che, se paragonato a quello iniziale, me lo fa rimpiangere, nel senso che col senno del poi, posso dire di stare ora ad ansia 10.
Insomma, per dirla breve i sintomi aumentati a dismisura dopo un lungo periodo in cui li tenevo a bada.
Il mio terapeuta dice che è normale e positivo, in quanto significa che la terapia sta funzionando.
Mi ha detto che il lavoro fatto inizialmente era accompagnato e guidato per mano, quindi piano piano i sintomi si facevano sentire di meno, però poi si deve arrivare ad un punto in cui bisogna affrontare di petto il problema, ed è lì che tutti i sintomi iniziano ad esplodere come non mai.
Insomma, dovrei essere nel momento decisivo della terapia ma anche il più duro.
Ovviamente, se uno dovesse seguire il buon senso da totale ignorante in materia, direbbe che non ha logica, ovvero che un percorso di psicoterapia dovrebbe portarmi man mano all'eliminazione del problema.
Mi stanno sorgendo quindi alcuni dubbi sull'efficacia di tale terapia.
Qualcuno conferma la posizione del mio psicologo?
Grazie!
Sono un ragazzo di 25 anni, e da circa un anno e mezzo seguo una psicoterapia per disturbi d'ansia, attacchi di panico e fobie.
Per far capire il senso della mia domanda vi spiegherò la cosa su scala numerica: diciamo che io sono andato dallo psicologo credendo di avere ansia 10.
Passano mesi e mesi, e piano piano i sintomi iniziano a diminuire, quindi 9, 8, 7, e così via... Dopo un anno e mezzo posso dire di essere entrato in un periodo che, se paragonato a quello iniziale, me lo fa rimpiangere, nel senso che col senno del poi, posso dire di stare ora ad ansia 10.
Insomma, per dirla breve i sintomi aumentati a dismisura dopo un lungo periodo in cui li tenevo a bada.
Il mio terapeuta dice che è normale e positivo, in quanto significa che la terapia sta funzionando.
Mi ha detto che il lavoro fatto inizialmente era accompagnato e guidato per mano, quindi piano piano i sintomi si facevano sentire di meno, però poi si deve arrivare ad un punto in cui bisogna affrontare di petto il problema, ed è lì che tutti i sintomi iniziano ad esplodere come non mai.
Insomma, dovrei essere nel momento decisivo della terapia ma anche il più duro.
Ovviamente, se uno dovesse seguire il buon senso da totale ignorante in materia, direbbe che non ha logica, ovvero che un percorso di psicoterapia dovrebbe portarmi man mano all'eliminazione del problema.
Mi stanno sorgendo quindi alcuni dubbi sull'efficacia di tale terapia.
Qualcuno conferma la posizione del mio psicologo?
Grazie!
[#1]
Gentile utente,
il punto più importante è la scarsa fiducia che lei ha nel collega. Diversamente a molte professioni d'aiuto, è di fondamentale importanza per noi psicologi la relazione terapeutica, ovvero quello spazio di accoglienza, empatica, FIDUCIA e sicurezza che si crea. Ciò non significa prendere per buono tutto quello che lo psicologo dice senza quindi metterci la testa, ma significa che se ci fossero dei dubbi circa la validità del metodo è necessario palesarli e discuterne insieme!!
Detto questo, non conoscendo i dettagli della terapia e non conoscendo il metodo del suo psicologo è difficile dare una risposta. E' però importante dire che questo non è vero in valore assoluto e per tutte le terapie!
Generalmente le terapie sull'ansia cognitivo-comportamentali si basano sull'esposizione, e questa deve prevedere un decrescere della scala dell'ansia, così come lei l'ha descritta. Tuttavia è vero che NESSUNO PUò ANNULLARE L'ANSIA, SAREMMO MORTI!!! Quindi è normale che nella vita si senta un po' d'ansia, e volte anche troppa....ma essa può NON CONDIZIONARE LA NOSTRA VITA. Ecco quindi come l'andamento è altalenante. Sa cosa fa la differenza?? Il suo tentativo di CONTROLLARLA!!! Il controllo AUMENTA E MANITENE l'ansia, tramite l'evitamento!
Ne parli col suo terapeuta! buon lavoro
il punto più importante è la scarsa fiducia che lei ha nel collega. Diversamente a molte professioni d'aiuto, è di fondamentale importanza per noi psicologi la relazione terapeutica, ovvero quello spazio di accoglienza, empatica, FIDUCIA e sicurezza che si crea. Ciò non significa prendere per buono tutto quello che lo psicologo dice senza quindi metterci la testa, ma significa che se ci fossero dei dubbi circa la validità del metodo è necessario palesarli e discuterne insieme!!
Detto questo, non conoscendo i dettagli della terapia e non conoscendo il metodo del suo psicologo è difficile dare una risposta. E' però importante dire che questo non è vero in valore assoluto e per tutte le terapie!
Generalmente le terapie sull'ansia cognitivo-comportamentali si basano sull'esposizione, e questa deve prevedere un decrescere della scala dell'ansia, così come lei l'ha descritta. Tuttavia è vero che NESSUNO PUò ANNULLARE L'ANSIA, SAREMMO MORTI!!! Quindi è normale che nella vita si senta un po' d'ansia, e volte anche troppa....ma essa può NON CONDIZIONARE LA NOSTRA VITA. Ecco quindi come l'andamento è altalenante. Sa cosa fa la differenza?? Il suo tentativo di CONTROLLARLA!!! Il controllo AUMENTA E MANITENE l'ansia, tramite l'evitamento!
Ne parli col suo terapeuta! buon lavoro
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Dordoni
[#2]
Ex utente
Grazie per la risposta. Guardi, relativamente alla fiducia direi che verso di lui ne ho fin troppa, solamente che sono arrivato ad un livello di saturazione tale che la mia razionalità viene meno. Mi spiego meglio :fino ad ora, sono sempre stato disposto ad accettare consigli, indicazioni, verità che per me erano improponibili ma che comunque ho messo in discussione. In questo momento, però, sono arrivato veramente al limite, allo stremo, non ne posso più, da che ero partito con una fobia ed ansia generalizzata/attacchi di panico, a che ora sono giunto ad avere altre fobie ed ansie ancora più ossessive. I sintomi degli attacchi di panico sono peggiorati nel vero senso del termine, tale che mi impediscono concretamente in delle normali situazioni. Lui dice che è tutto normale, gli ho sempre dato retta, ma arrivato a questo punto, la mia mi sembra solo una perenne lotta contro questo mostro che è l'ansia, una lotta che mai finisce e mai finirà, e più andrò avanti e più sarà peggio. Da quando ho iniziato la mia terapia, c'è stato un periodo iniziale di sintomatologia grave, un periodo intermedio in cui le cose andavano migliorando, e poi d'un tratto è esploso tutto in maniera esponenziale. Mi prende la rabbia e lo sconforto, ovvero come se le forze per continuare a lottare per questa cosa iniziassero ad abbandonarmi, perché inizio a chiedermi se ne valga la pena.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 26/02/2020.
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