Relazioni pericolose e bandiera bianca.

Conosco questo forum da diverso tempo, oggi ho trovato il coraggio di registrarmi e prendere la decisione di scrivere qualcosa.
Gentili dottori, nella mia testa in questo momento ho solo 3 interminabili minuti di violenza verbale.
Ma andiamo con ordine.
Sono una ragazza di 30 anni, felicemente “coniugata” da sempre con una ragazza meravigliosa, di un anno più giovane, con la quale condivido tutto.
Anche i genitori, poiché lei è mia sorella. La mia unica sorella, la mia unica fidata confidente.
Dieci anni fa abbiamo deciso di andare a vivere da sole, senza sbattere la porta della casa familiare. Con i nostri genitori abbiamo un rapporto “ cordiale”: ad eccezione dei dati anagrafici, non sanno assolutamente nulla delle nostre vite.
Tuttavia ci vediamo una volta a settimana: sono loro che vengono a farci visita, noi non ricambiamo mai, il solo pensiero di mettere piede in quella loro casa è insopportabile.
Così come è insopportabile e indelebile per noi due il ricordo del nostro sangue sulle pareti, l’angoscia, il terrore che reciprocamente ci scambiavamo con un semplice sguardo e l’ ordine di tacere che quotidianamente ci veniva imposto dopo la quotidiana dose di frustate materne.
Per quanto mi riguarda è stata molto, molto, molto dura darmi risposte.
So che è stata dura anche per mia sorella, sebbene il suo percorso sia in parte diverso dal mio, ci siamo salvate entrambe, lei trovando in me “ l’altra madre” io trovando in mio padre “ l’altra me “: quella che meritava stima, considerazione, vizi e ammirazione.
Sapevo ascoltare i suoi sogni, molti li ho condivisi facendoli miei in modo naturale. Adorazione reciproca.
Ho avuto una carriera scolastica brillante che esaltava mio padre e disgustava mia madre.
Ma lei abbaiava alla luna, perché perso l’ antico potere su di me, ogni suo delirio (“ qualsiasi cosa tu faccia vali sempre e comunque zero, sei uguale a tuo padre e a tua nonna paterna “ ) veniva messo a cuccia con fragorose risate.
Dopo il liceo mio padre mi ha consigliato una facoltà, a suo dire la migliore. Naturalmente ho accettato e con grande e sincero entusiasmo. A un passo dalla tesi ( avevo 22 anni ) è successo qualcosa che non avevo messo in conto: l’ anoressia.
Tredici mesi di digiuno durante i quali ho comunque continuato a studiare e portare a casa il risultato. Ricordo un mese di lotta con me stessa, e una battaglia persa: sono passata alla bulimia in maniera tanto disgustosa quanto violenta.
I miei problemi sono iniziati con la bulimia, in quel momento ho capito che in me c’era qualcosa che non andava, in quel momento ho dovuto chiedere aiuto alla mia famiglia.
Sono stata in cura da una psichiatra psicoterapeuta ( della scuola Selvini Palazzoli ) e devo a lei i neuroni che mi rimangono.
Alla stato attuale mi ritengo guarita ( anche se non del tutto, credo, perché comunque penso con nostalgia al mio periodo anoressico ) dal punto di vista strettamente legato alla condotta alimentare.
Sono passati 7 anni e io sono ancora ferma davanti all’ ultimo esame.
Mia madre mi ha sempre disprezzata, mio padre sta iniziando ad odiarmi. Stamattina e non è la prima volta, me l’ ha dimostrato con parole che non riporto per decenza.
Gli ultimi due anni della mia vita solo stati orribili: una delusione sentimentale pesantissima ( con una ragazza, sono lesbica – finalmente in pace con me stessa- e nessuno in famiglia sa né saprà mai di me, ad eccezione di mia sorella che condivide pienamente la scelta di non dire nulla ) seguita dalla malattia di mia madre che è stata operata due volte per un tumore al colon.
Malattia che ho vissuto molto male, perché lei ha cercato il mio affetto attivamente.
Malattia seguita da quella di mio padre, operazione anche per lui, nel gennaio di quest’anno.
Da due anni non smetto di piangere, ho anche avuto un (unico,al momento) attacco di panico, a volte vertigini e pressione altissima.
A novembre ho perso la metà dei miei capelli ed è stata una tragedia. Fumo come una disperata, ho dolori addominali fortissimi accompagnati alla netta sensazione di avere una malattia mortale che mi porterà felicemente alla tomba in tempi brevi.
Anche loro vivono con la costante sensazione di morire da un momento all’ altro. In più hanno subito l’ incendio della casa, io e mia sorella furti ripetuti.
A volte vorrei studiare e mettere finalmente un punto sul discorso università ( facoltà che odio, odio profondamente con tutto il cuore ) e prendere quella laurea che brucerò dopo averci vomitato sopra tutto il mio disgusto.
Ma non ho né pace né forza interiore, né stimoli. Amo una donna che non mi ama e che è il mio pensiero fisso. Su di me solo le accuse di mio padre che è una delle poche persone in grado di farmi piangere.
So di averlo deluso ma qualcosa dentro di me gode…Gode quando elenco l’ infinita lista dei miei malanni, gode nel vedere lui e consorte al limite della disperazione, gode in maniera rabbiosa davanti alla loro impotenza.
Non so davvero cosa fare e questo mio intervento è il modo per alzare bandiera bianca…







[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile utente perchè alzare bandiera bianca dopo aver scritto tutto questo? si tratta dell'ultimo sfogo ? perchè invece non riflette su una cosa importante che ha già detto, ossia che è uscita da un grosso problema grazie alla psicoterapia e che grazie a quest'ultima ha ancora i neuroni al loro posto. Bene, perchè non ripetere quell'esperienza? forse i neuroni che cita hanno bisogno di una revisione necessaria proprio come la maggior parte delle cose viventi e meccaniche di questo mondo. Se è già uscita una volta da un problema piuttosto serio perchè non dovrebbe anche questa volta? ha una chiave importante da utilizzare, ne approfitti.

cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
davvero una storia terribile, almeno dal punto di vista emotivo, quella che ci racconta. Noto purtroppo che riesce a farlo con una lucidità che sfiora il cinismo, ultimo baluardo per evitare di soffocare nelle proprie emozioni.

La prima cosa che farei,se fossi in lei, è condividere questa mail con sua sorella: la storia ci insegna che voi due, insieme, avete più volte resistito agli attacchi cruenti delle vostre vite. Lo faccia ancora una volta: affronti questo brutto momento insieme a sua sorella.

Cercate insieme uno/a psichiatra: lei in questo momento ha bisogno di recuperare energia ed umore, per affrontare tutto il resto, laurea compresa. Senza un umore accettabile continuerà a soffrire inutilmente perchè tutto le sembrerà in salita. Se non sa a chi rivolgersi richiami la terapeuta del passato e si faccia consigliare un professionista

Già che c'è, se se la sente, chieda un colloquio a questa terapeuta, e si presenti con la sua mail stampata: a volte le parole scritte pietrificano le nostre emozioni, anche quelle peggiori. Sono certo che la Collega leggendo il suo sfogo potrà rendersi conto velocemente della sua sofferenza.

Perchè tutto questo? Perchè è ora di prendersi qualche rivincita dalla vita, non trova? E in questi casi sarebbe meglio farlo nel pieno delle proprie forze.

Per questo sono certo che questa "bandiera bianca", piena di parole ed emozioni, scritte più sopra, sarà il punto di inizio. La stampi e vedrà.

Non ci crede?

Provi, e poi ci faccia sapere come va a finire
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