Ansia o diversa patologia?
Buonasera,
Scrivo in quanto, da circa qualche mese, non riesco più a vivere serenamente.
Ho 26 anni, fumatore, sedentario e normopeso.
Da inizio gennaio avverto una serie di sintomi scomodi che mi fanno pensare al peggio: essendo ipocondriaco, la cosa è a dir poco fastidiosa.
A gennaio, ad inizio mese, ho cominciato ad avvertire formicolii alle dita, sia dei piedi che delle mani, e senza alcun apparente motivo: la loro durata è varabile nel tempo, e la loro costanza mi aveva messo in allarme su eventuali problemi circolatori o cardiaci.
Tali sintomi, uniti a dolori al petto, mi hanno generato un attacco di panico; all'arrivo dell'ambulanza, con misurazione della pressione (130/90) e battito cardiaco (90) i paramedici mi hanno detto che si trattava appunto di ansia.
Nelle settimane successive sono stato meglio, ma poi i sintomi sono ritornati: benché non abbiano mai portato ad un attacco di panico vero e proprio, sono rimasto in uno stato di apprensione costante.
Questo, dapprima, è sfociato in problemi intestinali (diarrea), e poi in una sorta di sensazione di testa pesante, mai dolorosa, ma costantemente presente nella mia giornata.
Ed è qui che raggiungo il punto di massima apprensione: da circa 7 giorni avverto questa oppressione alla testa (che cambia di intensità a seconda della mia posizione), presente anche al mio risveglio, e alterno giorni di intestino regolare a giornate in cui manifesto ancora sintomi di diarrea.
Talvolta ho nausee passegere, mai con vomito.
Ho gli occhi un po' stanchi, la sensazione di perdere la concentrazione, e, chiaramente, il terrore di avere una patologia seria.
Quindi chiedo: è possibile che i miei sintomi suggeriscano qualcosa di diverso dall'ansia?
L'ansia, da sola, è capace di cronicizzare il mio cerchio alla testa?
Premetto che non ho ancora intrapreso un percorso medico per la mia ansia, e il perché è intrinseco nel senso del post: il mio timore è quello di ritenere psicologici una serie di disturbi più gravi, di trascurarli, e di affrontarli troppo tardi o in maniera inefficiente.
Grazie mille per la risposta.
Scrivo in quanto, da circa qualche mese, non riesco più a vivere serenamente.
Ho 26 anni, fumatore, sedentario e normopeso.
Da inizio gennaio avverto una serie di sintomi scomodi che mi fanno pensare al peggio: essendo ipocondriaco, la cosa è a dir poco fastidiosa.
A gennaio, ad inizio mese, ho cominciato ad avvertire formicolii alle dita, sia dei piedi che delle mani, e senza alcun apparente motivo: la loro durata è varabile nel tempo, e la loro costanza mi aveva messo in allarme su eventuali problemi circolatori o cardiaci.
Tali sintomi, uniti a dolori al petto, mi hanno generato un attacco di panico; all'arrivo dell'ambulanza, con misurazione della pressione (130/90) e battito cardiaco (90) i paramedici mi hanno detto che si trattava appunto di ansia.
Nelle settimane successive sono stato meglio, ma poi i sintomi sono ritornati: benché non abbiano mai portato ad un attacco di panico vero e proprio, sono rimasto in uno stato di apprensione costante.
Questo, dapprima, è sfociato in problemi intestinali (diarrea), e poi in una sorta di sensazione di testa pesante, mai dolorosa, ma costantemente presente nella mia giornata.
Ed è qui che raggiungo il punto di massima apprensione: da circa 7 giorni avverto questa oppressione alla testa (che cambia di intensità a seconda della mia posizione), presente anche al mio risveglio, e alterno giorni di intestino regolare a giornate in cui manifesto ancora sintomi di diarrea.
Talvolta ho nausee passegere, mai con vomito.
Ho gli occhi un po' stanchi, la sensazione di perdere la concentrazione, e, chiaramente, il terrore di avere una patologia seria.
Quindi chiedo: è possibile che i miei sintomi suggeriscano qualcosa di diverso dall'ansia?
L'ansia, da sola, è capace di cronicizzare il mio cerchio alla testa?
Premetto che non ho ancora intrapreso un percorso medico per la mia ansia, e il perché è intrinseco nel senso del post: il mio timore è quello di ritenere psicologici una serie di disturbi più gravi, di trascurarli, e di affrontarli troppo tardi o in maniera inefficiente.
Grazie mille per la risposta.
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Gentile utente,
una cosa non eslcude l'altra e nessun professionista serio è in grado di dirle cosa provochi i suoi sintomi fisici senza vederla, conoscerla e senza accertamenti medici, che vanno comunque fatti per escludere patologie, si chiama diagnosi differenziale. Come dicevo, nulla vieta di lavorare su entrambi i fronti, mi chiedo però cosa significhi per lei pensare che siano fisici o psicologici e perchè se fosse la seconda opzione la farebbe (a quanto mi pare di capire ma potrei sbagliare) sentire meglio. Infatti elenca tutta una serie di sintomi fisici che ha, sui quali non vuole fare accertamenti, sperando siano di origine psicologica, però anche di questa parte non se ne vuole occupare. Quindi mi chiedo come mai per lei sia preferibile rimanere in tale stato di ansia e di fatica anche sul fronte fisico piuttosto di affrontare la questione, partendo da un lato o dall'altro. Non mi aspetto una risposta su questo, però magari cominci a chiederselo..sicuramente c'è un motivo, facciamo sempre il meglio che possiamo in quel dato momento. Se però questa cosa non funziona più tanto bene forse bisogna rivedere le proprie credenze.
Mi chiedo quale sia il punto massimo di evitamento di presa in carico dei suoi sintomi fisici e psicologici, se ne ha in mente uno. Evitando di farsene carico cos'altro evita secondo lei? La invito a trascendere l'ovvio, visto che le sue considerazioni, su un piano prettamente logico, fanno acqua non trova? Se dice, infatti, che "il mio timore è quello di ritenere psicologici una serie di disturbi più gravi, di trascurarli, e di affrontarli troppo tardi o in maniera inefficiente" perchè, a maggior ragione, non andare dal medico per capire se ci sono cause organiche e comunque per curare i sintomi fisici che ci sono (cause organiche o psicologiche non cambia, il risvolto sul corpo va curato) e parallelamente da uno psicoterapeuta per valutare la parte psicologica? Noi non siamo fatti solo di una cosa o l'altra ma di entrambi. La risposta forse è la paura, bene..la esplori..di cosa? Credo però che per esplorarla le possa servire un "compagno di esplorazione" esperto, quindi ritorno ad invitarla a rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Saluti
una cosa non eslcude l'altra e nessun professionista serio è in grado di dirle cosa provochi i suoi sintomi fisici senza vederla, conoscerla e senza accertamenti medici, che vanno comunque fatti per escludere patologie, si chiama diagnosi differenziale. Come dicevo, nulla vieta di lavorare su entrambi i fronti, mi chiedo però cosa significhi per lei pensare che siano fisici o psicologici e perchè se fosse la seconda opzione la farebbe (a quanto mi pare di capire ma potrei sbagliare) sentire meglio. Infatti elenca tutta una serie di sintomi fisici che ha, sui quali non vuole fare accertamenti, sperando siano di origine psicologica, però anche di questa parte non se ne vuole occupare. Quindi mi chiedo come mai per lei sia preferibile rimanere in tale stato di ansia e di fatica anche sul fronte fisico piuttosto di affrontare la questione, partendo da un lato o dall'altro. Non mi aspetto una risposta su questo, però magari cominci a chiederselo..sicuramente c'è un motivo, facciamo sempre il meglio che possiamo in quel dato momento. Se però questa cosa non funziona più tanto bene forse bisogna rivedere le proprie credenze.
Mi chiedo quale sia il punto massimo di evitamento di presa in carico dei suoi sintomi fisici e psicologici, se ne ha in mente uno. Evitando di farsene carico cos'altro evita secondo lei? La invito a trascendere l'ovvio, visto che le sue considerazioni, su un piano prettamente logico, fanno acqua non trova? Se dice, infatti, che "il mio timore è quello di ritenere psicologici una serie di disturbi più gravi, di trascurarli, e di affrontarli troppo tardi o in maniera inefficiente" perchè, a maggior ragione, non andare dal medico per capire se ci sono cause organiche e comunque per curare i sintomi fisici che ci sono (cause organiche o psicologiche non cambia, il risvolto sul corpo va curato) e parallelamente da uno psicoterapeuta per valutare la parte psicologica? Noi non siamo fatti solo di una cosa o l'altra ma di entrambi. La risposta forse è la paura, bene..la esplori..di cosa? Credo però che per esplorarla le possa servire un "compagno di esplorazione" esperto, quindi ritorno ad invitarla a rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Saluti
Dr.ssa Caterina Zanusso - Psicologa Psicoterapeuta Padova e Skype
Cell: 347.1173841 Mail: zanusso.caterina@gmail.com
www.caterinazanusso.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 784 visite dal 25/02/2020.
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