Psicoterapia sì o psicoterapia no
Buonasera, a seguito dell’ennesimo litigio con mio marito vi scrivo perché ho bisogno di un consiglio.
L’ennesimo litigio è il copione di tutti gli altri che avvengono a cadenza quasi bisettimanale: io sono nervosa e fredda perché accumulo il fastidio per i suoi comportamenti.
È sempre stato un po’ goffo, è la classica persona che fa cadere tutto, che si sbrodola che anche se il copridivano è per terra lui lo vede ma lo lascia lì.
Io probabilmente sarò psicotica è disturbata ma ho un pregresso di vita che mi fa essere estremamente minuziosa in queste cose.
Fin da piccola, a casa con i miei genitori, sono sempre stata abituata a fare la massaia.
Loro non si sono mai curati di nulla e io per non vivere in condizioni disastrose ho imparato da subito a cavarmela e a far vivere dignitosamente loro.
Ora, trasferendo il problema alla mia situazione attuale, mi chiedo perché ogni volta si debba arrivare ad alzare la voce perché lui non capisce.
Sì, sono pesante perché se si sporca sono io a dover lavare le sue cose, se fa cadere per terra le cose sono io a dover pulire.
Ecc ecc ecc. l’apice lo abbiamo raggiunto oggi con lui che predica di avere il febbrone alle 4 stanotte: ok mi sveglio e gli dico che prima di prendere il farmaco è il caso che se la misuri prima! Caspita! Detto ciò ha mentito tutto il pomeriggio riferendomi valori diversi di qualche punto sostenendo la tesi che lui sta male. Va bene... ma io non sopporto queste cose.
il tutto alimentato dal fatto che io frequento l’università e in particolare una facoltà che prende il 75% del tempo della mia vita.
Lui è una persona che in passato ha avuto delle fragilità ed ha sofferto di depressione... io non sono una psicologa ma immagino che questa cosa abbia lasciato degli strascichi poiché mi ripete ogni volta che io lo punzecchio, lo prendo di mira, lo ridicolizzo.
Lui si sente perseguitato da me.
Peccato che anche i suoi genitori (che ogni volta si scusano con me per averlo troppo tenuto sotto una campana) gli dicono di essere più collaborante e attento anche quando frequenta casa loro. Non vorrei che il tutto fosse ridotto a me che sono una maniaca dell’ordine di casa perché non è così: ma se pulisco pretendo che il mio lavoro venga rispettato visto che lo faccio sempre in quel poco tempo libero che ho. Sono sempre pronta a dargli sostegno, anche ora che dopo un anno di disoccupazione lavora sembra non essere soddisfatto. Io il fardello non lo voglio portare soprattutto perché lo amo davvero.
Che cosa devo fare?
Grazie
L’ennesimo litigio è il copione di tutti gli altri che avvengono a cadenza quasi bisettimanale: io sono nervosa e fredda perché accumulo il fastidio per i suoi comportamenti.
È sempre stato un po’ goffo, è la classica persona che fa cadere tutto, che si sbrodola che anche se il copridivano è per terra lui lo vede ma lo lascia lì.
Io probabilmente sarò psicotica è disturbata ma ho un pregresso di vita che mi fa essere estremamente minuziosa in queste cose.
Fin da piccola, a casa con i miei genitori, sono sempre stata abituata a fare la massaia.
Loro non si sono mai curati di nulla e io per non vivere in condizioni disastrose ho imparato da subito a cavarmela e a far vivere dignitosamente loro.
Ora, trasferendo il problema alla mia situazione attuale, mi chiedo perché ogni volta si debba arrivare ad alzare la voce perché lui non capisce.
Sì, sono pesante perché se si sporca sono io a dover lavare le sue cose, se fa cadere per terra le cose sono io a dover pulire.
Ecc ecc ecc. l’apice lo abbiamo raggiunto oggi con lui che predica di avere il febbrone alle 4 stanotte: ok mi sveglio e gli dico che prima di prendere il farmaco è il caso che se la misuri prima! Caspita! Detto ciò ha mentito tutto il pomeriggio riferendomi valori diversi di qualche punto sostenendo la tesi che lui sta male. Va bene... ma io non sopporto queste cose.
il tutto alimentato dal fatto che io frequento l’università e in particolare una facoltà che prende il 75% del tempo della mia vita.
Lui è una persona che in passato ha avuto delle fragilità ed ha sofferto di depressione... io non sono una psicologa ma immagino che questa cosa abbia lasciato degli strascichi poiché mi ripete ogni volta che io lo punzecchio, lo prendo di mira, lo ridicolizzo.
Lui si sente perseguitato da me.
Peccato che anche i suoi genitori (che ogni volta si scusano con me per averlo troppo tenuto sotto una campana) gli dicono di essere più collaborante e attento anche quando frequenta casa loro. Non vorrei che il tutto fosse ridotto a me che sono una maniaca dell’ordine di casa perché non è così: ma se pulisco pretendo che il mio lavoro venga rispettato visto che lo faccio sempre in quel poco tempo libero che ho. Sono sempre pronta a dargli sostegno, anche ora che dopo un anno di disoccupazione lavora sembra non essere soddisfatto. Io il fardello non lo voglio portare soprattutto perché lo amo davvero.
Che cosa devo fare?
Grazie
[#1]
Gentile signora,
Lei giustamente domanda che cosa può fare Lei che scrive qui per cambiare questa situazione in cui c'è un forte sbilanciamento tra i pesi e le responsabilità di cui si occupa Lei.
Perché non inizia a trattare Suo marito come un Suo pari, aspettandosi da lui che faccia ciò che una persona responsabile fa? Se Lei alimenta questo andazzo, la responsabilità non sarà di Suo marito che ha queste cattive abitudini da sempre. Per lui è assolutamente normale comportarsi come si comporta.
Ma dopo un anno di disoccupazione, ci sarebbe da aspettarsi che Suo marito sia anche in grado di occuparsi un pochino della casa o, almeno, raccogliere ciò che fa cadere.
Anche un bambino impara e sa che, se fa cadere qualcosa per terra, lo si raccoglie!
Proprio perché non ha molto tempo, inizi a mettere delle regole in casa. E se anche Suo marito ha sofferto di depressione, non è un vaso di porcellana che si frantuma alla minima sollecitazione. Dare una mano a casa, o anche essere ripreso per una mancanza, non ha nulla a che fare con la patologia o con conseguenze sgradevoli.
Cordiali saluti,
Lei giustamente domanda che cosa può fare Lei che scrive qui per cambiare questa situazione in cui c'è un forte sbilanciamento tra i pesi e le responsabilità di cui si occupa Lei.
Perché non inizia a trattare Suo marito come un Suo pari, aspettandosi da lui che faccia ciò che una persona responsabile fa? Se Lei alimenta questo andazzo, la responsabilità non sarà di Suo marito che ha queste cattive abitudini da sempre. Per lui è assolutamente normale comportarsi come si comporta.
Ma dopo un anno di disoccupazione, ci sarebbe da aspettarsi che Suo marito sia anche in grado di occuparsi un pochino della casa o, almeno, raccogliere ciò che fa cadere.
Anche un bambino impara e sa che, se fa cadere qualcosa per terra, lo si raccoglie!
Proprio perché non ha molto tempo, inizi a mettere delle regole in casa. E se anche Suo marito ha sofferto di depressione, non è un vaso di porcellana che si frantuma alla minima sollecitazione. Dare una mano a casa, o anche essere ripreso per una mancanza, non ha nulla a che fare con la patologia o con conseguenze sgradevoli.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Certo, ha ragione. Non volevo dire comunque che ciò di cui ha sofferto lo fa comportare così. Mi riferivo al fatto che ci sono dei momenti in cui sembra che lo faccia apposta, che i momenti in cui mi dice che lo prendo di mira penso siano dei modi di una persona che a tratti è molto fragile.
Detto ciò: io ho provato a mettere le regole in casa più di una volta ma quando vedo che si dimentica perché non sono comportamenti che gli vengono spontanei, mi inalbero e mi sostituisco. Odio la mancanza di rispetto e per me questo lo è.
Ma non so proprio come fare per fargli fare dei piccoli passi.
Soprattutto perché ogni cosa che gli dico la prende come una critica da cui si innesca una lite
Detto ciò: io ho provato a mettere le regole in casa più di una volta ma quando vedo che si dimentica perché non sono comportamenti che gli vengono spontanei, mi inalbero e mi sostituisco. Odio la mancanza di rispetto e per me questo lo è.
Ma non so proprio come fare per fargli fare dei piccoli passi.
Soprattutto perché ogni cosa che gli dico la prende come una critica da cui si innesca una lite
[#3]
Capisco, ma prima di inalberarsi ci vuole tanta, tanta, tanta pazienza. D'altra parte le cattive abitudini si apprendono molto più facilmente delle buone abitudini.
Faccia anche Lei questo sforzo, cioè di cercare di essere più paziente e soprattutto di elogiarlo ed apprezzare quando fa ciò che Lei desidera. In questo modo, anche Suo marito si sentirà molto incoraggiato.
Questo tipo di incentivo è il più potente nel modificare i comportamenti degli esseri umani.
Cordiali saluti,
Faccia anche Lei questo sforzo, cioè di cercare di essere più paziente e soprattutto di elogiarlo ed apprezzare quando fa ciò che Lei desidera. In questo modo, anche Suo marito si sentirà molto incoraggiato.
Questo tipo di incentivo è il più potente nel modificare i comportamenti degli esseri umani.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 663 visite dal 16/02/2020.
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