Mio marito non vuole mai fare l'amore
Salve,
io e mio marito stiamo insieme da 11 anni.
La nostra relazione è stata a distanza per il primo anno e mezzo, durante i quali ci vedevamo una volta al mese circa.
I nostri rapporti sessuali erano allora molto intensi, con un'attrazione fisica innegabile da entrambe le parti.
Ma già dopo un anno (prima quindi della convivenza) il suo desiderio è calato.
Sono passata dall'essere quella che più spesso prendeva l'iniziativa, all'unica a farlo, subendo molti rifiuti ("Sono stanco", "Non mi va") con mia grande mortificazione.
Quando lui 'acconsentiva', il rapporto era bello e piacevole; ma col tempo la dinamica della nostra sessualità (mia richiesta -> rifiuto/accettazione) hanno davvero leso la mia autostima.
Negli anni passati ho cercato di capire in tutti i modi se il calo della sua libido (e poi la sua totale assenza) fossero dovuti alla sua attrazione verso un'altra persona, a una sua latente omosessualità (che ora escludo con forza) o a un mio imbruttimento (ho preso circa cinque kg dal principio della nostra storia, anche se cerco ancora di mantenermi in forma!).
Lui ha sempre negato tutte queste cose, dicendo che anzi lui prova molto piacere nel farlo con me, lasciandomi nello sconcerto.
Paradossalmente, da quando ci siamo sposati 2 anni fa, la nostra storia d'amore è perfino migliorata.
Parliamo molto, ci coccoliamo tanto, amiamo fare cose insieme.
Da un anno circa ho smesso di addolorarmi per la nostra carente sessualità.
Resto sempre la persona a prendere l'iniziativa, ma chiedo sempre meno, per timore... Mi sono come abituata ai rifiuti, e mi ritrovo ad accontentarmi di quelle ormai pochissime volte in cui lo facciamo (circa 2-3 al mese).
Purtroppo, non riesco neanche più a godere come una volta.
Ovviamente, il costante sentire di forzarlo in quel senso ha ucciso la mia spontaneità e innescato atteggiamenti rancorosi: mi capita spesso di commentare con stizza quando lui impiega un po' ad avere un'erezione.
Nell'incertezza che questa sua reticenza fosse dovuta a ragioni fisiologiche, gli ho perfino chiesto di fare un test del testosterone, i cui livelli però sono risultati assolutamente normali, se non sopra la media (!! ! ).
Scrivere tutto questo è estremamente triste.
Sono una donna focosa, e coi miei precedenti partner ero abituata a tutt'altro, mi saltavano letteralmente addosso.
Ho notato di aver smesso di guardarmi allo specchio con attenzione; cerco di curarmi, ma evito la mia immagine, considerandomi davvero una donna senza alcuna particolarità, sebbene capiti spesso che altri mi guardino con interesse.
Lui, piuttosto, mi dice che sono "dolce", ma davvero raramente che sono bella.
C'è un altro aspetto che vorrei menzionare, perché non so se legato a questo problema.
Mio marito non ha praticamente amici, né interesse a creare delle relazioni sociali.
Sono io a trascinarlo in occasioni con altra gente, durante le quali la maggior parte delle volte lui mostra estrema rigidità.
Come posso fare per salvare il mio matrimonio?
io e mio marito stiamo insieme da 11 anni.
La nostra relazione è stata a distanza per il primo anno e mezzo, durante i quali ci vedevamo una volta al mese circa.
I nostri rapporti sessuali erano allora molto intensi, con un'attrazione fisica innegabile da entrambe le parti.
Ma già dopo un anno (prima quindi della convivenza) il suo desiderio è calato.
Sono passata dall'essere quella che più spesso prendeva l'iniziativa, all'unica a farlo, subendo molti rifiuti ("Sono stanco", "Non mi va") con mia grande mortificazione.
Quando lui 'acconsentiva', il rapporto era bello e piacevole; ma col tempo la dinamica della nostra sessualità (mia richiesta -> rifiuto/accettazione) hanno davvero leso la mia autostima.
Negli anni passati ho cercato di capire in tutti i modi se il calo della sua libido (e poi la sua totale assenza) fossero dovuti alla sua attrazione verso un'altra persona, a una sua latente omosessualità (che ora escludo con forza) o a un mio imbruttimento (ho preso circa cinque kg dal principio della nostra storia, anche se cerco ancora di mantenermi in forma!).
Lui ha sempre negato tutte queste cose, dicendo che anzi lui prova molto piacere nel farlo con me, lasciandomi nello sconcerto.
Paradossalmente, da quando ci siamo sposati 2 anni fa, la nostra storia d'amore è perfino migliorata.
Parliamo molto, ci coccoliamo tanto, amiamo fare cose insieme.
Da un anno circa ho smesso di addolorarmi per la nostra carente sessualità.
Resto sempre la persona a prendere l'iniziativa, ma chiedo sempre meno, per timore... Mi sono come abituata ai rifiuti, e mi ritrovo ad accontentarmi di quelle ormai pochissime volte in cui lo facciamo (circa 2-3 al mese).
Purtroppo, non riesco neanche più a godere come una volta.
Ovviamente, il costante sentire di forzarlo in quel senso ha ucciso la mia spontaneità e innescato atteggiamenti rancorosi: mi capita spesso di commentare con stizza quando lui impiega un po' ad avere un'erezione.
Nell'incertezza che questa sua reticenza fosse dovuta a ragioni fisiologiche, gli ho perfino chiesto di fare un test del testosterone, i cui livelli però sono risultati assolutamente normali, se non sopra la media (!! ! ).
Scrivere tutto questo è estremamente triste.
Sono una donna focosa, e coi miei precedenti partner ero abituata a tutt'altro, mi saltavano letteralmente addosso.
Ho notato di aver smesso di guardarmi allo specchio con attenzione; cerco di curarmi, ma evito la mia immagine, considerandomi davvero una donna senza alcuna particolarità, sebbene capiti spesso che altri mi guardino con interesse.
Lui, piuttosto, mi dice che sono "dolce", ma davvero raramente che sono bella.
C'è un altro aspetto che vorrei menzionare, perché non so se legato a questo problema.
Mio marito non ha praticamente amici, né interesse a creare delle relazioni sociali.
Sono io a trascinarlo in occasioni con altra gente, durante le quali la maggior parte delle volte lui mostra estrema rigidità.
Come posso fare per salvare il mio matrimonio?
[#1]
Gentile signora,
Lei scrive: "....quando lui impiega un po' ad avere un'erezione "
Talvolta questa difficoltà può essere una ragione più che plausibile per un uomo per essere svogliato o reticente nel fare l'amore, per inadeguatezza o vergogna.
Ne avete mai parlato?
Secondo Lei come mai Suo marito fa fatica nelle relazioni sociali e non ne sente il bisogno?
Cordiali saluti,
Lei scrive: "....quando lui impiega un po' ad avere un'erezione "
Talvolta questa difficoltà può essere una ragione più che plausibile per un uomo per essere svogliato o reticente nel fare l'amore, per inadeguatezza o vergogna.
Ne avete mai parlato?
Secondo Lei come mai Suo marito fa fatica nelle relazioni sociali e non ne sente il bisogno?
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa Pileci,
Grazie per la sua risposta.
La "lentezza" relativa all'erezione è un problema molto recente e dovuto, come afferma mio marito, a una sua ansia legata alla paura che io lo critichi. Come ho scritto nel post, dopo tanti anni mi capita di restarci davvero male se, dopo la mia ennesima presa d'iniziativa e due settimane di astinenza, lui non mostra nessun coinvolgimento o segno d'eccitazione.
Mio marito giustifica questa sua reticenza a instaurare relazioni con il livello d'impegno che richiede il suo lavoro, che di recente è in effetti diventato molto pressante. Tuttavia dieci anni o anche un anno fa la sua mole di lavoro non gli negava assolutamente l'opportunità di cercare delle amicizie.
Di recente ho letto le caratteristiche della Sindrome di Asperger e vi ho individuato, in maniera sorprendente, tutti i comportamenti di mio marito. Ovviamente non ho le competenze per anche solo pensare di fare una diagnosi, ma vorrei parlargliene. Temo di discuterne con lui e di ferirlo, non voglio che lui si senta un caso clinico e lo amo molto.
Grazie per la sua risposta.
La "lentezza" relativa all'erezione è un problema molto recente e dovuto, come afferma mio marito, a una sua ansia legata alla paura che io lo critichi. Come ho scritto nel post, dopo tanti anni mi capita di restarci davvero male se, dopo la mia ennesima presa d'iniziativa e due settimane di astinenza, lui non mostra nessun coinvolgimento o segno d'eccitazione.
Mio marito giustifica questa sua reticenza a instaurare relazioni con il livello d'impegno che richiede il suo lavoro, che di recente è in effetti diventato molto pressante. Tuttavia dieci anni o anche un anno fa la sua mole di lavoro non gli negava assolutamente l'opportunità di cercare delle amicizie.
Di recente ho letto le caratteristiche della Sindrome di Asperger e vi ho individuato, in maniera sorprendente, tutti i comportamenti di mio marito. Ovviamente non ho le competenze per anche solo pensare di fare una diagnosi, ma vorrei parlargliene. Temo di discuterne con lui e di ferirlo, non voglio che lui si senta un caso clinico e lo amo molto.
[#3]
Utente
Salve,
Volevo dare un aggiornamento sulla situazione attuale.
Ho avuto una discussione molto più aperta e senza filtri con mio marito, il quale ha rivelato di aver pensato a questo problema cercando le sue radici nel suo passato. La sua ex ragazza, infatti, lo rifiutava di continuo e i loro rapporti avvenivano solo dietro "programmazione". Lei poi lo ha lasciato, sparendo all'improvviso senza dargli alcuna spiegazione e lasciandolo traumatizzato per tre anni, durante i quali non ha mai avuto un rapporto sessuale/emotivo con un'altra donna e si è chiuso in se stesso. Quando lui ha incontrato me, capace di prendere l'iniziativa, ha notato in sé un'inversione di tendenza. Secondo lui il sesso al principio era fantastico perché ci vedevamo una volta al mese e la tensione sessuale era al massimo, ma il suo vecchio trauma era ancora lì. Solo non aveva i presupposti per presentarsi. È anche vero che questo problema si è verificato dopo una sua delusione a lavoro, che lo ha gettato nell'incertezza per sei mesi, dopo i quali ha cominciato a sviluppare quest'ansia legata al "futuro" e al desiderio di stabilizzarsi lavorativamente (cosa che ancora non è riuscito ad ottenere).
Mio marito dice per questo di essere molto triste e oppresso da questi pensieri ossessivi, di non provare piacere in nulla di quello che fa, ritenendo inutile anche cercare amicizie. Mi ha anche detto che i miei commenti stizziti durante il sesso, pure se occasionali e scatenati dalla frustrazione, lo hanno portato a non cercarmi da quel punto di vista per paura di essere ancora giudicato.
Io gli ho spiegato che, se anche solo una volta vedessi che lui spontaneamente muovesse un dito verso di me, o se ricevessi un complimento ogni tanto, sicuramente sarei meno ferita e di conseguenza non critica. Tuttavia, considerati i suoi traumi pregressi e la sua ipersensibilità, riconosco di aver potuto contribuire al nostro problema col tempo. Abbiamo guardato insieme anche ai "sintomi" della sindrome di Asperger, negando questa diagnosi in toto e piuttosto riconoscendo una possibile depressione. Forse volevo cercare un modo semplice per giustificare i problemi di mio marito...
In ogni caso, sente anche lui che i nostri rapporti sessuali sono diventati meccanici e senza passione. Ovviamente la discussione di ieri è stata molto accesa, con delle difficoltà a capire le nostre posizioni e a individuare delle soluzioni. Infine, ho suggerito che abbiamo probabilmente bisogno di una terapia sessuologica e, per lui, di un consulto con una psicoterapeuta per risolvere i traumi passati, e lui ha acconsentito.
Temo tuttavua di non uscire da questo vicolo cieco e di non poter aiutare mio marito e la sua ansia a sparire. Mi sono ormai irrigidita, dopo tanti anni di delusioni ho bisogno di sentirmi apprezzata e desiderata... cosa posso fare?
Volevo dare un aggiornamento sulla situazione attuale.
Ho avuto una discussione molto più aperta e senza filtri con mio marito, il quale ha rivelato di aver pensato a questo problema cercando le sue radici nel suo passato. La sua ex ragazza, infatti, lo rifiutava di continuo e i loro rapporti avvenivano solo dietro "programmazione". Lei poi lo ha lasciato, sparendo all'improvviso senza dargli alcuna spiegazione e lasciandolo traumatizzato per tre anni, durante i quali non ha mai avuto un rapporto sessuale/emotivo con un'altra donna e si è chiuso in se stesso. Quando lui ha incontrato me, capace di prendere l'iniziativa, ha notato in sé un'inversione di tendenza. Secondo lui il sesso al principio era fantastico perché ci vedevamo una volta al mese e la tensione sessuale era al massimo, ma il suo vecchio trauma era ancora lì. Solo non aveva i presupposti per presentarsi. È anche vero che questo problema si è verificato dopo una sua delusione a lavoro, che lo ha gettato nell'incertezza per sei mesi, dopo i quali ha cominciato a sviluppare quest'ansia legata al "futuro" e al desiderio di stabilizzarsi lavorativamente (cosa che ancora non è riuscito ad ottenere).
Mio marito dice per questo di essere molto triste e oppresso da questi pensieri ossessivi, di non provare piacere in nulla di quello che fa, ritenendo inutile anche cercare amicizie. Mi ha anche detto che i miei commenti stizziti durante il sesso, pure se occasionali e scatenati dalla frustrazione, lo hanno portato a non cercarmi da quel punto di vista per paura di essere ancora giudicato.
Io gli ho spiegato che, se anche solo una volta vedessi che lui spontaneamente muovesse un dito verso di me, o se ricevessi un complimento ogni tanto, sicuramente sarei meno ferita e di conseguenza non critica. Tuttavia, considerati i suoi traumi pregressi e la sua ipersensibilità, riconosco di aver potuto contribuire al nostro problema col tempo. Abbiamo guardato insieme anche ai "sintomi" della sindrome di Asperger, negando questa diagnosi in toto e piuttosto riconoscendo una possibile depressione. Forse volevo cercare un modo semplice per giustificare i problemi di mio marito...
In ogni caso, sente anche lui che i nostri rapporti sessuali sono diventati meccanici e senza passione. Ovviamente la discussione di ieri è stata molto accesa, con delle difficoltà a capire le nostre posizioni e a individuare delle soluzioni. Infine, ho suggerito che abbiamo probabilmente bisogno di una terapia sessuologica e, per lui, di un consulto con una psicoterapeuta per risolvere i traumi passati, e lui ha acconsentito.
Temo tuttavua di non uscire da questo vicolo cieco e di non poter aiutare mio marito e la sua ansia a sparire. Mi sono ormai irrigidita, dopo tanti anni di delusioni ho bisogno di sentirmi apprezzata e desiderata... cosa posso fare?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 33.1k visite dal 16/02/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.