Mi sento confusa.... comincio a non capire più cosa sia giusto e perchè!?

Buon giorno, sono separata da due anni, sto vivendo una situazione che è per me completamente nuova, da quasi un anno mi sono legata sentimentalmente ad un ragazzo molto più giovane di me (14 anni di differenza), abbiamo iniziato questo rapporto con una bella amicizia, trascorrevamo tanto tempo insieme perchè io non lavoravo molto in quel periodo, e lui solo mezza giornata, piano piano è nato qualcosa di più... nella mia testa pensavo "ma cosa stai facendo?
", "ma non pensarci nemmeno! ", " non potrà esserci un futuro, c'è troppa differenza"... insomma, ho cercato di levare questa idea dalla mia mente ma il mio cuore si avvicinava sempre di più a lui, mi faceva sentire protetta, ma soprattutto amata... col tempo iniziammo a crederci davvero che questa storia potesse andare avanti, e ci siamo esposti un pochino di più, ma, i genitori di lui, dopo aver avuto la conferma dal figlio che fra di noi c'era più che una semplice amicizia... hanno creato il caos.
Per mesi lui ha discusso con loro, poi cercava di fregarsene, ma alla fine si è arreso... lui dice di amarmi ma che i genitori lo hanno messo con le spalle al muro...quindi per noi non potrà esserci un futuro.


In tutto questo, io sono sicura che lui stia male...ma sto male anch'io, ed oltre a mancarmi lui, soffro perchè mi sento stupida, ho sbagliato a pensare che potesse andare, ho creduto che lui fosse abbastanza maturo, ma cosa più grave, tutta questa situazione mi fa sentire una poco di buono... odio pensare che questa madre mi stia giudicando non degna di stare al fianco di suo figlio... non ho vissuto una vita facile, ho dovuto superare molte difficoltà, ed ora mi ritrovo ad essere umiliata da qualcuno che non mi conosce.
Mi sento sbagliata e ridicola.

Lui vorrebbe continuare a stare insieme, ma di nascosto e consapevoli che un futuro non ci sarà...ma io non voglio questo dalla vita e soprattutto da lui... volevo vivermi questo rapporto con tutti i rischi ma in completa autonomia, e magari senza queste pressioni esterne sarebbe finita prima o avremmo confermato questo amore... ma sarebbe stata una decisione solo nostra.

Cosa devo fare?
mi faccio da parte?... Grazie.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

noi diciamo frequentemente che la differenza di età non rappresenta un ostacolo primario,
ma in questo caso probabilmente i 23 anni di lui giocano un ruolo importante:
"lui dice di amarmi ma che i genitori lo hanno messo con le spalle al muro...quindi per noi non potrà esserci un futuro."
D'altra parte pure Lei probabilmente non viene valutata per le Sue caretteritiche personali,
se non per la Sua età..
Poi ci sono molti altri elementi da considerare, tra cui importante:
lui è autonomo economicamente? Ha un proprio lavoro stabile a tempo indeterminato?

Lei ci chiede:
"..mi faccio da parte?"

E' già *stata* messa da parte;
frequentarsi nell'ombra non è forse essere parte dell'ombra? del nulla?

Dispiace.
Ma ancor più che Lei interiorizzi la svalutazione altrui
e lasci vivere in sè come sentimento proprio,
come dice il titolo.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
la situazione che sta vivendo è frutto di una società che vuole attenersi a parametri fissi, troppo spesso impastati di pregiudizio e di opportunismo, e in base a questi definisce ciò che dovremmo considerare giusto o sbagliato.
Come lei dice, se lasciata libera da ingerenze esterne la vostra relazione avrebbe potuto dimostrare la sua validità o la sua inconsistenza, ma purtroppo questa libertà non vi è stata data... forse. A questo proposito vorrei ribadire due punti segnalati dalla mia collega dottoressa Brunialti che mi sembrano essenziali.
Primo: il giudizio astioso, volutamente critico dei genitori del suo partner non può in alcun modo sporcare la sua visione di sé stessa. Consideri la sincerità e la buona fede con cui ha iniziato e condotto questa relazione e ne porti il ricordo a testa alta. Nessuno ha il diritto di mortificare i suoi sentimenti e la sua immagine interiore: né il giudizio dei genitori, né le proposte attuali del partner.
Secondo: mantenere la stima di sé stessa vuol dire non permettere a nessuno di fare di lei un amore di seconda scelta, da nascondere e relegare nel nulla.
La mia collega coglie bene questo punto: il suo partner, per quanto innamorato, per quanto sofferente, dentro di sé ha chiuso il canale dell'amore, nel momento in cui si è piegato ai desideri dei genitori e le ha chiesto di continuare a vedervi, ma di nascosto, rivelandosi in tal modo disposto alla menzogna e alla viltà.
L'amore è ribellione, sfida, incendio indomabile, difesa generosa, fino alla morte, del proprio partner; oppure è soltanto attrazione, fuoco di paglia. Far diventare la propria donna un'amante relegata nell'ombra è immiserire i propri sentimenti, svilendo lei, sé stesso e tutto quello che si sarebbe potuto vivere insieme.
La sua storia ricorda la tragica vicenda francese che ispirò la canzone "Morire d'amore" di Aznavour; ma lì il partner aveva sedici anni, e i genitori, spaventati e spietati, ne avevano la patria potestà. Un uomo di 23 anni avrebbe ben altre risorse per rendersi autonomo, se l'amore gli suggerisse il giusto scatto di ribellione alle imposizioni dei genitori.
Se così non è stato, forse questa fine le sta facendo conoscere dei tratti di lui non proprio desiderabili. Non si pieghi a nulla che la umilii e la faccia rinunciare a sé stessa, cara utente.
Le faccio i migliori auguri perché un amore più generoso e più degno illumini presto il suo cammino.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com