Crisi di pianto e ansia per lontananza da famiglia
Salve, sono un giovane ragazzo nella fase finale del suo percorsi di studi universitario.
Nei precedenti 6 anni della mia vita ho vissuto, insieme a mio fratello, a diverse centinaia di chilometri di distanza dalla mia famiglia per motivi di studio.
Tutto procedeva abbastanza tranquillamente finchè a Settembre dell'anno passato mio fratello dopo aver concluso il suo percorso di studi si è trasferito in un'altra località per motivi lavorativi.
Dopo il trasferimento di mio fratello ho cominciato ad avere forte ansia che terminava quasi sempre con crisi di pianto improvvise.
Non avendo più corsi da seguire ma soltanto gli ultimi esami universitari da sostenere sono tornato a casa e ho passatto i successivi mesi fino a inizio febbraio lì e la situazione era notevolmente migliorata.
Ora ho gli ultimi 2 esami da sostenere tuttavia a Gennaio avendo ricevuto un'offerta di lavoro particolarmente interessante ho deciso mio malgrado di tornare nella città in cui studiavo per cominciare a lavorare.
Appena preso casa le crisi di pianto son ricominciate.
Sono arrabbiato con me stesso per non aver avuto il coraggio di dire ai miei genitori che non volevo risalire, sono arrabbiato con me stesso perchè ho fatto spendere ai miei molti soldi nelle ultime settimane per sistemarmi di nuovo qui ben conscio del fatto che non volevo allontanarmi da casa.
Ora non vedo alcuna via di uscita.
Non riesco a stare non riesco a smettere di piangere ma non posso neanche tornare a casa.
Non vedo alcuna soluzione alla situazione in cui mi sono messo.
Qualsiasi altro ragazzo si riterrebbe probabilmente fortunato ma io non riesco a non pensare a quanto non voglio stare in questo posto e a quanto io me ne voglia andare.
Vorrei soltanto poter tornare indietro per non accettare quella proposta.
La verità è che non ho avuto il coraggio di ammettere prima di tutto a me stesso e poi ai miei che volevo restare, che non mi andava di stare a 900km di distanza e ora non so cosa fare e cosa dire a loro...
Nei precedenti 6 anni della mia vita ho vissuto, insieme a mio fratello, a diverse centinaia di chilometri di distanza dalla mia famiglia per motivi di studio.
Tutto procedeva abbastanza tranquillamente finchè a Settembre dell'anno passato mio fratello dopo aver concluso il suo percorso di studi si è trasferito in un'altra località per motivi lavorativi.
Dopo il trasferimento di mio fratello ho cominciato ad avere forte ansia che terminava quasi sempre con crisi di pianto improvvise.
Non avendo più corsi da seguire ma soltanto gli ultimi esami universitari da sostenere sono tornato a casa e ho passatto i successivi mesi fino a inizio febbraio lì e la situazione era notevolmente migliorata.
Ora ho gli ultimi 2 esami da sostenere tuttavia a Gennaio avendo ricevuto un'offerta di lavoro particolarmente interessante ho deciso mio malgrado di tornare nella città in cui studiavo per cominciare a lavorare.
Appena preso casa le crisi di pianto son ricominciate.
Sono arrabbiato con me stesso per non aver avuto il coraggio di dire ai miei genitori che non volevo risalire, sono arrabbiato con me stesso perchè ho fatto spendere ai miei molti soldi nelle ultime settimane per sistemarmi di nuovo qui ben conscio del fatto che non volevo allontanarmi da casa.
Ora non vedo alcuna via di uscita.
Non riesco a stare non riesco a smettere di piangere ma non posso neanche tornare a casa.
Non vedo alcuna soluzione alla situazione in cui mi sono messo.
Qualsiasi altro ragazzo si riterrebbe probabilmente fortunato ma io non riesco a non pensare a quanto non voglio stare in questo posto e a quanto io me ne voglia andare.
Vorrei soltanto poter tornare indietro per non accettare quella proposta.
La verità è che non ho avuto il coraggio di ammettere prima di tutto a me stesso e poi ai miei che volevo restare, che non mi andava di stare a 900km di distanza e ora non so cosa fare e cosa dire a loro...
[#1]
Gentile utente,
innanzi tutto se i dati anagrafici sono corretti Lei è un giovane UOMO,
anzichè un "giovane RAGAZZO" come si definisce.
Non è un problema solo di parole ma di sostanza
che segnala una distorsione percettiva rispetto a sè,
e che La porta ad impostare in un modo errato le considerazioni inerenti ai problemi di cui soffre.
"Non vedo alcuna soluzione alla situazione in cui mi sono messo",
scrive;
ma la soluzione c'è.
Considerata la difficoltà di distanziarsi dai Suoi con serenità nonostante si avvicini ai 30 anni,
la soluzione è di lavorare in profondità proprio su questo nucleo,
che prima o poi Lei dovrà affrontare per crescere.
Ritengo peraltro ne abbia una sufficiente consapevolezza,
dato che ha scritto proprio a noi Psy.
Le consiglio quindi vivamente e a breve un percorso psicologico con uno Psicologo che sia anche Psicoterapeuta.
Ritiene di poter prendere in considerazione tale proposta?
Dott. Brunialti
innanzi tutto se i dati anagrafici sono corretti Lei è un giovane UOMO,
anzichè un "giovane RAGAZZO" come si definisce.
Non è un problema solo di parole ma di sostanza
che segnala una distorsione percettiva rispetto a sè,
e che La porta ad impostare in un modo errato le considerazioni inerenti ai problemi di cui soffre.
"Non vedo alcuna soluzione alla situazione in cui mi sono messo",
scrive;
ma la soluzione c'è.
Considerata la difficoltà di distanziarsi dai Suoi con serenità nonostante si avvicini ai 30 anni,
la soluzione è di lavorare in profondità proprio su questo nucleo,
che prima o poi Lei dovrà affrontare per crescere.
Ritengo peraltro ne abbia una sufficiente consapevolezza,
dato che ha scritto proprio a noi Psy.
Le consiglio quindi vivamente e a breve un percorso psicologico con uno Psicologo che sia anche Psicoterapeuta.
Ritiene di poter prendere in considerazione tale proposta?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Prego.
Ci piacerebbe che questo consulto Le fosse di spinta per affrontare questa difficoltà *di persona*;
per riuscire a conservare un lavoro "..particolarmente interessante",
per non doversi porre il problema di cosa dire ai suoi per giustificare una decisione che vista dall'esterno risulterebbe incomprensibile (quella di tornare a casa),
per allineare la Sua età anagrafica con quella psicologica.
Cari saluti.
Dott. Brunialti
Ci piacerebbe che questo consulto Le fosse di spinta per affrontare questa difficoltà *di persona*;
per riuscire a conservare un lavoro "..particolarmente interessante",
per non doversi porre il problema di cosa dire ai suoi per giustificare una decisione che vista dall'esterno risulterebbe incomprensibile (quella di tornare a casa),
per allineare la Sua età anagrafica con quella psicologica.
Cari saluti.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 08/02/2020.
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