è giusto proibire al bambino di giocare col suo migliore amico?
Buongiorno,
Mio figlio ha 7 anni e frequenta la 2 elementare.
Non ha particolari problemi né a livello didattico né di socializzazione.
A scuola le maestre sono sostenitrici del motto "tutti devono giocare con tutti" che in pratica si traduce però nel fatto che mio figlio non è libero di giocare con il suo migliore amico.
Non ci sono problematiche comportamentali o di cattiva influenza reciproca, come confermato dalle maestre stesse.
Tutto si riduce a questo pseudo principio pedagogico che afferma appunto che tutti devono saper giocare con tutti.
Mio figlio non gioca con nessuno a ricreazione.
Ecco il risultato.
E ne soffre.
Come posso aiutarlo?
E vi chiedo se è giusto assecondare questo principio.
Grazie.
Mio figlio ha 7 anni e frequenta la 2 elementare.
Non ha particolari problemi né a livello didattico né di socializzazione.
A scuola le maestre sono sostenitrici del motto "tutti devono giocare con tutti" che in pratica si traduce però nel fatto che mio figlio non è libero di giocare con il suo migliore amico.
Non ci sono problematiche comportamentali o di cattiva influenza reciproca, come confermato dalle maestre stesse.
Tutto si riduce a questo pseudo principio pedagogico che afferma appunto che tutti devono saper giocare con tutti.
Mio figlio non gioca con nessuno a ricreazione.
Ecco il risultato.
E ne soffre.
Come posso aiutarlo?
E vi chiedo se è giusto assecondare questo principio.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
il principio è in positivo,
non una proibizione.
Eevidente che esso ha come obiettivo una migliore socializzazione dei bambini.
Come mai Suo figlio,
non potendo giocare col suo migliore amico,
"..non gioca con nessuno a ricreazione..."?
Forse ha difficoltà di socializzazione con i coetanei, pur essendo in 2 ?
"Come posso aiutarlo?"
Forse occorre aiutarlo in questo stimolandolo a prendere parte al gioco di qualche compagno - o compagna - con cui ha rapporti più facili
e soistenendo il "principio" delle maestre .
Del resto all'interno della scuola sono le insegnanti le responsabili della linea educativa da proporre e proposta,
che tiene conto dei fabbisogni educativi di *quello* specifico gruppo di bambini
che loro hanno sott'occhio tutto il giorno e tutti i giorni.
Sauti cordiali.
Dott. Brunialti
il principio è in positivo,
non una proibizione.
Eevidente che esso ha come obiettivo una migliore socializzazione dei bambini.
Come mai Suo figlio,
non potendo giocare col suo migliore amico,
"..non gioca con nessuno a ricreazione..."?
Forse ha difficoltà di socializzazione con i coetanei, pur essendo in 2 ?
"Come posso aiutarlo?"
Forse occorre aiutarlo in questo stimolandolo a prendere parte al gioco di qualche compagno - o compagna - con cui ha rapporti più facili
e soistenendo il "principio" delle maestre .
Del resto all'interno della scuola sono le insegnanti le responsabili della linea educativa da proporre e proposta,
che tiene conto dei fabbisogni educativi di *quello* specifico gruppo di bambini
che loro hanno sott'occhio tutto il giorno e tutti i giorni.
Sauti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Gentile dottoressa Brunialti,
La ringrazio per la risposta,mi permetta di precisare un paio di punti:
- sono d'accordo con Lei quando afferma che il principio è positivo, laddove però non diventi una proibizione. E purtroppo è una proibizione.
- aiutarlo stimolando a prendere parte al gioco di altri compagni: giustissimo, ma perché non viene aiutato in questo? Visto che sono le maestre responsabili a livello educativo all'interno della scuola? Potrebbero creare situazioni di coinvolgimento piuttosto che di semplice esclusione, non trova?
Cordiali saluti.
Gaia Naldi
La ringrazio per la risposta,mi permetta di precisare un paio di punti:
- sono d'accordo con Lei quando afferma che il principio è positivo, laddove però non diventi una proibizione. E purtroppo è una proibizione.
- aiutarlo stimolando a prendere parte al gioco di altri compagni: giustissimo, ma perché non viene aiutato in questo? Visto che sono le maestre responsabili a livello educativo all'interno della scuola? Potrebbero creare situazioni di coinvolgimento piuttosto che di semplice esclusione, non trova?
Cordiali saluti.
Gaia Naldi
[#3]
Sì, certo,
ma questo va detto alle insegnanti
più che a noi, qui.
Noi qui ci occupiamo di chi ci scrive e della loro domanda;
nel Suo caso: "Come posso aiutarlo?"
a cui è stata data risposta.
Il resto potrà introdurlo delicatamente Lei,
comunicando con le insegnanti con modalità appropriate
in quanto consapevole di "entrare in casa altrui";
ben sapendo che se quella "casa" sarà vissuta dai genitori come "nemica" o "poco accogliente"
sarà Suo figlio a trovarsi a disagio in essa.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
ma questo va detto alle insegnanti
più che a noi, qui.
Noi qui ci occupiamo di chi ci scrive e della loro domanda;
nel Suo caso: "Come posso aiutarlo?"
a cui è stata data risposta.
Il resto potrà introdurlo delicatamente Lei,
comunicando con le insegnanti con modalità appropriate
in quanto consapevole di "entrare in casa altrui";
ben sapendo che se quella "casa" sarà vissuta dai genitori come "nemica" o "poco accogliente"
sarà Suo figlio a trovarsi a disagio in essa.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Ex utente
Grazie per la sua risposta,
Vorrei salutarla citando le parole che ha usato mio figlio ieri pomeriggio quando parlavamo appunto del fatto che nuovamente non avesse potuto giocare con l'amichetto: "mamma, questa cosa l'ho chiusa a chiave dentro una scatola e l'ho buttata in fondo al mare".
Mi ha messo molta tristezza. Mi piacerebbe ribadire che chi lavora con i bambini ha tra le altre cose la responsabilità di gestire un individuo in crescita, ciascun bambino è portatore di un suo mondo interiore che lo contraddistingue, di cui si dovrebbe tener conto nell'intervento educativo. Mi scusi se mi sono permessa di condividere con lei un mio pensiero, andando probabilmente fuori tema rispetto alla finalità del sito.
Saluti.
Gaia Naldi
Vorrei salutarla citando le parole che ha usato mio figlio ieri pomeriggio quando parlavamo appunto del fatto che nuovamente non avesse potuto giocare con l'amichetto: "mamma, questa cosa l'ho chiusa a chiave dentro una scatola e l'ho buttata in fondo al mare".
Mi ha messo molta tristezza. Mi piacerebbe ribadire che chi lavora con i bambini ha tra le altre cose la responsabilità di gestire un individuo in crescita, ciascun bambino è portatore di un suo mondo interiore che lo contraddistingue, di cui si dovrebbe tener conto nell'intervento educativo. Mi scusi se mi sono permessa di condividere con lei un mio pensiero, andando probabilmente fuori tema rispetto alla finalità del sito.
Saluti.
Gaia Naldi
[#5]
Gent. Sig. Gaia,
auspico che Voi genitori (compreso il papà) troviate con le insegnanti una modalità di scambio sulle tematiche educative, anche se riconosco essere complesso;
naturalmente rispettando ciascuno il proprio ruolo
proprio per il ben-crescere del Suo bimbo, di tutti i bimbi e bimbe.
Saluti cari.
Dott.Brunialti
auspico che Voi genitori (compreso il papà) troviate con le insegnanti una modalità di scambio sulle tematiche educative, anche se riconosco essere complesso;
naturalmente rispettando ciascuno il proprio ruolo
proprio per il ben-crescere del Suo bimbo, di tutti i bimbi e bimbe.
Saluti cari.
Dott.Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2k visite dal 06/02/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.