Come vivere più serenamente gli approcci amorosi?
Negli ultimi anni ho vissuto una susseguirsi di cambiamenti tra cui trasferimenti per il mondo, sviluppo di nuovi interessi e calo motivazionale per alcune passioni.
Da poco mi sono poi trasferito in un altro paese per lavoro e perché attratto dalla cultura locale.
Qui vorrei ricrearmi una vita stabile.
Vari aspetti mi creano inquietudine (le motivazioni, il lavoro, il non aver ancora stretto amicizie), ma limito questo consulto alla sfera sentimentale.
La mia attrazione per la ragazza a cui mi riferivo nel precedente consulto è svanita, ed oggi sono lieto di avere con lei un bel rapporto di amicizia.
Durante uno dei miei viaggi mi è poi capitato di avere intensi flirt con una ragazza, tanto che mi sembrava stessi facendo un salto di qualità.
Vengo però a sapere che lei era sposata, e non avendo io alcuna intenzione di entrare in faccende del genere, desisto.
È stato un "ottimo esercizio", che mi è comunque costato una discreta dose di tensione e malessere in quei giorni (non mentre ci parlavo).
Nella città dove risiedo tuttora, decido di dedicarmi a un'attività sportiva per me nuova ma in linea con i miei gusti.
Mi unisco quindi a un gruppo e mi guardo attorno alla ricerca di ragazze attraenti.
Molte lo sono, parlo con qualcuna di loro ma non sviluppo particolari interessi.
Proprio come negli anni precedenti alla conoscenza della ragazza di cui scrivevo nel mio primo consulto, non incontravo nessuna che mi colpisse.
Con una di queste ragazze, che da principio non avevo considerato perché mi pareva un tantino troppo giovane, a un certo punto ci ritroviamo a fare degli esercizi assieme! Ci tocchiamo varie parti del corpo quali mani, spalle, caviglie.
Nessun intento sessuale, ma ho avuto il mio da fare a frenare gli istinti e concentrarmi sugli esercizi.
Mi hanno colpito la sua dolcezza e gentilezza, oltre che la sua atleticità e il suo bel nome.
Insomma, son tornato a casa col sorriso e la sensazione che me ne stavo infatuando.
Continuo a fantasticare di stare con lei, di guardarci negli occhi, scambiarci coccole, ed altro.
A volte mi viene quasi da piangere perché si preannuncia difficilissimo anche solo riuscire a farci una chiacchierata, visto che ci vediamo solo durante gli allenamenti di gruppo.
Non sono alla ricerca di consigli su cosa fare in questo caso specifico (so che non è il vostro ruolo quello di dispensare consigli), quanto piuttosto di un punto di vista su come vivere meglio situazioni simili, visto che me ne sono già capitate.
Mi sembra di essere alquanto fragile in questo campo: poca esperienza (erano più di dieci anni che non provavo il contatto fisico con una donna, tranne che per piccoli abbracci, ecc.
), probabilmente grande bisogno di avere una vita affettiva (nonostante non mi ci veda granché in una relazione di coppia), e quindi sono sufficienti pochi contatti fisici con una ragazza che mi attrae per innescare una scintilla.
Devo accettare il fatto che io sia sempre così agitato, o è possibile viversela più serenamente?
Da poco mi sono poi trasferito in un altro paese per lavoro e perché attratto dalla cultura locale.
Qui vorrei ricrearmi una vita stabile.
Vari aspetti mi creano inquietudine (le motivazioni, il lavoro, il non aver ancora stretto amicizie), ma limito questo consulto alla sfera sentimentale.
La mia attrazione per la ragazza a cui mi riferivo nel precedente consulto è svanita, ed oggi sono lieto di avere con lei un bel rapporto di amicizia.
Durante uno dei miei viaggi mi è poi capitato di avere intensi flirt con una ragazza, tanto che mi sembrava stessi facendo un salto di qualità.
Vengo però a sapere che lei era sposata, e non avendo io alcuna intenzione di entrare in faccende del genere, desisto.
È stato un "ottimo esercizio", che mi è comunque costato una discreta dose di tensione e malessere in quei giorni (non mentre ci parlavo).
Nella città dove risiedo tuttora, decido di dedicarmi a un'attività sportiva per me nuova ma in linea con i miei gusti.
Mi unisco quindi a un gruppo e mi guardo attorno alla ricerca di ragazze attraenti.
Molte lo sono, parlo con qualcuna di loro ma non sviluppo particolari interessi.
Proprio come negli anni precedenti alla conoscenza della ragazza di cui scrivevo nel mio primo consulto, non incontravo nessuna che mi colpisse.
Con una di queste ragazze, che da principio non avevo considerato perché mi pareva un tantino troppo giovane, a un certo punto ci ritroviamo a fare degli esercizi assieme! Ci tocchiamo varie parti del corpo quali mani, spalle, caviglie.
Nessun intento sessuale, ma ho avuto il mio da fare a frenare gli istinti e concentrarmi sugli esercizi.
Mi hanno colpito la sua dolcezza e gentilezza, oltre che la sua atleticità e il suo bel nome.
Insomma, son tornato a casa col sorriso e la sensazione che me ne stavo infatuando.
Continuo a fantasticare di stare con lei, di guardarci negli occhi, scambiarci coccole, ed altro.
A volte mi viene quasi da piangere perché si preannuncia difficilissimo anche solo riuscire a farci una chiacchierata, visto che ci vediamo solo durante gli allenamenti di gruppo.
Non sono alla ricerca di consigli su cosa fare in questo caso specifico (so che non è il vostro ruolo quello di dispensare consigli), quanto piuttosto di un punto di vista su come vivere meglio situazioni simili, visto che me ne sono già capitate.
Mi sembra di essere alquanto fragile in questo campo: poca esperienza (erano più di dieci anni che non provavo il contatto fisico con una donna, tranne che per piccoli abbracci, ecc.
), probabilmente grande bisogno di avere una vita affettiva (nonostante non mi ci veda granché in una relazione di coppia), e quindi sono sufficienti pochi contatti fisici con una ragazza che mi attrae per innescare una scintilla.
Devo accettare il fatto che io sia sempre così agitato, o è possibile viversela più serenamente?
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Gentilissimo utente,
la prima cosa che traspare dalle sue parole è una grande sensazione di "velocità ma anche di irrequietezza.
La sensazione è quella di una costante ricerca di qualcosa che però non è ben definito.
La sua "velocità" sembra viaggiare inoltre al fianco di una spiccata emotività anch'essa però poco definita nel senso che vi è una presenza di una grande sensibilità ricca di emozioni intense che però non sempre vengono pienamente riconosciute. Tutto ciò si traduce nel suo approccio alle relazioni: vi è un grande bisogno di affettività (evidenziato dalla "ipersensibilità" anche ai piccoli contatti) ma allo stesso tempo si ha l'impressione che l'idea di entrare in una maggiore intimità inneschi delle forti reazioni emotive che inconsciamente la spaventano e la portano a "fuggire" alla ricerca di qualcos'altro lasciandola in un circolo di vita intensa ma anche di costante agitazione.
Il mio suggerimento è quello di intraprendere un percorso con un professionista finalizzato ad una maggiore autoconoscenza soprattutto attraverso l'esplorazione della sua emotività in modo da riuscire a regolarla meglio (che non vuol dire reprimere!) e trasformare la sua sensibilità (che è sicuramente una grande qualità) in una risorsa e magari riuscire finalmente a "rallentare" e mettere maggiormente a fuoco ciò che sente.
Se attualmente vive all'estero ci sono numerosi professionisti che operano anche via Skype.
Per qualsiasi ulteriore chiarimento sono qui.
Le auguro il meglio e soprattutto di riuscire ad esprimere finalmente tutto il suo potenziale.
I più cordiali saluti.
Michele Vecera
la prima cosa che traspare dalle sue parole è una grande sensazione di "velocità ma anche di irrequietezza.
La sensazione è quella di una costante ricerca di qualcosa che però non è ben definito.
La sua "velocità" sembra viaggiare inoltre al fianco di una spiccata emotività anch'essa però poco definita nel senso che vi è una presenza di una grande sensibilità ricca di emozioni intense che però non sempre vengono pienamente riconosciute. Tutto ciò si traduce nel suo approccio alle relazioni: vi è un grande bisogno di affettività (evidenziato dalla "ipersensibilità" anche ai piccoli contatti) ma allo stesso tempo si ha l'impressione che l'idea di entrare in una maggiore intimità inneschi delle forti reazioni emotive che inconsciamente la spaventano e la portano a "fuggire" alla ricerca di qualcos'altro lasciandola in un circolo di vita intensa ma anche di costante agitazione.
Il mio suggerimento è quello di intraprendere un percorso con un professionista finalizzato ad una maggiore autoconoscenza soprattutto attraverso l'esplorazione della sua emotività in modo da riuscire a regolarla meglio (che non vuol dire reprimere!) e trasformare la sua sensibilità (che è sicuramente una grande qualità) in una risorsa e magari riuscire finalmente a "rallentare" e mettere maggiormente a fuoco ciò che sente.
Se attualmente vive all'estero ci sono numerosi professionisti che operano anche via Skype.
Per qualsiasi ulteriore chiarimento sono qui.
Le auguro il meglio e soprattutto di riuscire ad esprimere finalmente tutto il suo potenziale.
I più cordiali saluti.
Michele Vecera
Dr. Michele Vecera
Psicologo - Psicoterapeuta, Cagliari
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Buongiorno,
è difficile stabilire la durata di un eventuale lavoro con così poche informazioni e senza un inquadramento della sua organizzazione di personalità e della sua storia. La psicoterapia comunque è in genere un percorso a medio/lungo termine che in ogni caso richiede quasi sempre almeno qualche mese.
Spero di aver chiarito meglio i suoi dubbi e qualora avesse ancora qualche curiosità chieda pure.
Saluti.
Michele Vecera
è difficile stabilire la durata di un eventuale lavoro con così poche informazioni e senza un inquadramento della sua organizzazione di personalità e della sua storia. La psicoterapia comunque è in genere un percorso a medio/lungo termine che in ogni caso richiede quasi sempre almeno qualche mese.
Spero di aver chiarito meglio i suoi dubbi e qualora avesse ancora qualche curiosità chieda pure.
Saluti.
Michele Vecera
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 02/02/2020.
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