Effetti della psicoterapia sulla vita di coppia

Ho 29 anni fidanzato da 2 e mezzo.Dopo un periodo idilliaco e di intesa totale(circa 2 anni),sono iniziati i problemi.La mia ragazza anni fa ha avuto un incidente stradale in cui vi è stato un morto e fin dai nostri primi incontri,con molta onestà,mi ha sempre detto che prima o poi avrebbe deciso di andare in terapia.La decisione è stata presa in un momento da lei definito di stabilità.
Il mio appoggio è mancato:ero (ora non più) convinto che i problemi debbano essere risolti da soli e temevo che con la terapia sarebbe stata messa in discussione anche la nostra splendida relazione.Il corso degli eventi è sembrato confermare il mio preconcetto.Lei afferma che di colpo le sono balzati agli occhi tutti i miei difetti,che facciamo e diciamo sempre le stesse cose,che non è in discussione l’amore per me.L’inizio della crisi, mascherato, si è sovrapposto al suo periodo di tesi e di inizio della psicoterapia (a questo si aggiunge assenza di ciclo da quando stiamo insieme).
Apprezzando tantissimo il suo impegno,in quella fase ho accettato passivamente e inconsciamente uscite routinarie (io che non sopporto far sempre le stesse cose) perché mi sembrava che andasse bene anche a lei e per lasciarla tranquilla.Il suo distacco e poco brio (lei che è sempre stata energica)l’ho collegato alla tesi e non ai primi segnali di fastidio,convinto che con la laurea avremmo ripreso ad andare a 1000. Purtroppo,ha iniziato a criticarmi su tutto,ad essere scostante e poco vitale.Ho preso le critiche in maniera non costruttiva ed ho iniziato ad essere insicuro su cosa dire/fare, anche perché anche di fronte a sorprese,concerti,viaggi,non si vedevano mutamenti nel comportamento.Anch’io ero spiazzato dal vedere una persona diversa da quella che conoscevo e distante (praticamente ora è convinta di aver accettato cose,che in realtà non le andavano bene).
Inoltre, sottolinea di aver sempre parlato di sé e della sua famiglia,mentre io sembro avere un mondo a parte (sono sempre stato riservato anche a casa). Ho cercato di aprirmi di più,perché di lei mi fido ciecamente.
Alla fine ci siamo detti tutti i fastidi provati vicendevolmente,ma noto in lei una negatività di fondo (“l’acido resta”)che io non ho.
Lei ha proposto ed io ho convenuto,che sia il caso di non vederci per un po’,ma che ci si può continuare a sentire e che lei deve ritrovare se stessa.La motivazione è preservare l’amore ancora vivo,per non distruggerlo con i nostri tormenti.
Poche ore dopo la decisione già le “mancavo tantissimo”,ci siamo incontrati per caso in un locale, abbiamo parlato con spirito diverso.Il giorno dopo mi ha chiamato 3 volte e mi ha raggiunto perché aveva “voglia di darmi un bacio”.Poi è tornata di nuovo apatica.
So che ci amiamo ancora e soffro tantissimo per lei.Vorrei sapere come comportarmi, se uno degli effetti della psicoterapia è mettere tutto in discussione,se può succedere di non avere dubbi sull’amore per un’altra persona e al tempo stesso vederne solo i difetti.Voglio aiutarla.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
Ciò che ha effetto sulla vita di coppia non è la terapia in se stessa, ma le cose che succedono prima o che rendono necessario iniziarne una.

Cercherò di spiegarmi meglio.

Se una coppia vive bene la propria relazione e non ha problemi, una terapia sarebbe inutile. Anche se per ipotesi i due decidessero d'iniziarne una, questa non avrebbe verosimilmente effetto su di loro perché l'intesa c'è e non è in discussione.

Ma se a uno dei due capitasse un evento imprevisto o emotivamente molto intenso, come potrebbe essere stato l'incidente del quale parla, questo potrebbe mettere in moto un processo di cambiamento nella persona che un'eventuale terapia non farebbe altro che rendere evidente. Ma non sarebbe colpa della terapia in se stessa.

Le coppie sono solide sino a che ciascuno dei due resta stabilmente lo stesso e sino a che ognuno trova nell'altro qualcosa di cui ha bisogno. Quando questi bisogni non coincidono più OPPURE quando uno dei due inizia a cambiare, il rapporto si può incrinare.

La terapia non fa che portare alla luce ciò che c'era anche prima, ed eventualmente risolverlo. Ma se questo qualcosa non c'è, una terapia non è in grado di rompere una coppia. Anche perché nessun professionista serio degno di questo nome consiglierebbe una terapia ove non ce ne fosse bisogno.

Nel vostro caso, un breve periodo di "riflessione" come comunemente si dice, potrebbe aiutarvi a capire se restare insieme è davvero ciò che volete oppure se il sentimento che c'è fra voi non è più lo stesso di una volta. Non ci sono molte domande da porsi: se la voglia di tornare insieme c'è, si sente facilmente.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Caro ragazzo, se in psicoterapia emergono dinamiche in grado di far mettere in discussione anche l'amore nei confornti di una persona, è perchè questi sentimenti sicuramente erano già presenti. la terapia non avrebbe fatto altro che renderli più consapevoli. Non esistono effetti collaterali in tal senso ma solo delle prese di consapevolezza. Tuttavia altre ipotesi potrebbero essere fatte. ossia utilizzare la psicoterapia come capro espiatorio di qualche decisione già presa indipendentemente da essa. Difficile da accettare, sicuramente, ma è una possibile realtà.
cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
mi rendo conto di quanto sia difficile per lei, in questo momento, capire che strada prendere: lasciar perdere tutto oppure affrontare di petto il problema? ma non sarà che la distanza temporanea si trasformerà poi in separazione vera e propria?

Tutti questi dubbi, comprensibili ma opposti, rendono questo Suo momento complicato e fumoso, e non sarà facile capire cosa fare.

Ma partendo da una Sua frase

"Lei ha proposto ed io ho convenuto,che sia il caso di non vederci per un po’" sottolineerei il "io ho convenuto", a dimostrazione che almeno su questo punto in questo momento voi due vi trovate d'accordo. Per cui credo che seguirei per ora questa strada.

Un altro consiglio che mi sento di darle, nel caso in cui (come già successo) per qualche motivo vi incontriate nonostante il voto di distanza, è quello di chiedere alla sua fidanzata se concorda circa l'idea che Lei contatti lo psicoterapeuta: un colloquio con il professionista potrebbe aiutarla a chiarirsi meglio le idee.

So che non è facile in questo momento mantenere la lucidità, ma è l'unico modo per arginare la sofferenza

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
L'evoluzione del rapporto è stato un ricongiungimento per circa 2 mesi(maggio e giugno)in cui le cose sembravano riprendere il loro corso positivo,poi il non aver detto perchè i miei genitori erano in un ufficio pubblico(visti da lei)è stato il trigger ad inizio luglio per risollevarle tutti i dubbi sopradescritti.Lei dice di stare bene mentalmente in questo momento,ma in realtà mi sembra che ci sia una grande soffernza e insicurezza di fondo testimoniata ad es. dal fatto che gira con amiche che non ha mai apprezzato e che sembra fare tutto ciò che prima le dava fastidio.Il comportamento è diventato quello di chi analizza ogni minima cosa con la lente di ingrandimento e dal piedistallo senza rendersi conto di quelle che sono i propri comportamenti immaturi,pur richiedendo a me più maturità e senza domandarsi minimamente perchè vengano dette certe cose e perchè certi sui atteggiamenti possano dare fastidio(ad es in tutto luglio non ha trovato il tempo di fare un'uscita insieme pur avendolo per tutti gli altri e le mie arrabbiature non venivano affatto comprese).Durante la nostra settimana di vacanza ha deciso che sarebbe stato meglio non vedersi per un po'; oltre a quanto scritto, uno dei motivi addotti è che a casa sua sono di casa,mentre lei non ha mai conosciuto i miei genitori e la mia famiglia.Rientrata dalle sue ferie si è fatta risentire e voleva vedermi,ma nel contempo si era già messa d’accordo per l’uscita con le amiche(francamente non mi sembra un comportamento rispettoso del prossimo né maturo quindi non l’ho vista).Tra le altre cose, io sostengo che ciò che non va bene e i bisogni debbano essere espressi in maniera chiara,mentre per lei certe cose,devono venire “naturalmente”.In questo momento mi sembra che non voglia/riesca a mettersi nei panni nel prossimo, forse perché pensa di averlo fatto troppo in precedenza e giudichi i comportamenti degli altri senza valutare i propri.Pretende maturità senza darne.Ieri l’ultimo esempio:le ho fatto notare che tende troppo ad analizzare ogni minimo difetto e che ogni tanto dovrebbe scendere dal piedistallo.Lei ha percepito acidità,in realtà ho semplicemente espresso un mio pensiero per farle capire un mio sentimento(proprio quello che lei lamenta che io non faccia).In realtà è lei a mio giudizio che punta nel vivo ha eretto il muro dicendo che l’avevo offesa e sbattendomi il telefono in faccia(che maturità!).Oggi sempre per continuare sul filone maturità ha mandato un sms dicendo che sia meglio non sentirsi più perché giocare ad offendersi perché si soffre non è maturo.In realtà non c’è stata alcuna offesa.
Penso che il sentimento tra noi sia vivo da ambo le parti, e che impegnandosi insieme le cose possano risolversi,ma sembra che l’unico ad avere difetti sia io.Purtroppo penso anche di essere l’unico a farle notare certe cose(mi domando la sua psicoterapeuta come valuti certi comportamenti)e questo non rende semplice la cosa.Vi domando come dovrei comportarmi per aiutarla e darle la sicurezza che lei cerca (peraltro dopo aver pervicacemente cercato di smontare la mia).
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Vi domando come dovrei comportarmi per aiutarla e darle la sicurezza che lei cerca (peraltro dopo aver pervicacemente cercato di smontare la mia)
>>>

Questa è una richiesta interessante. Ma delle due l'una.

O la ragazza è riuscita davvero a smontare la sua sicurezza, e in questo caso, se lei non ha sicurezza, come può anche solo sperare di darne a lei? Come si può dare qualcosa che non si ha?

Ma anche se non fosse riuscita a smontargliela, ci avrebbe provato. E ciò potrebbe significare che magari il suo intento era proprio quello. Alcune persone/coppie vanno in terapia nel tentativo di far ratificare al terapeuta qualcosa che in cuor loro hanno già deciso. È come se chiedessero una specie "d'autorizzazione dell'esperto". Ma ovviamente il professionista serio non decide al posto delle persone che a lui si rivolgono, ma le aiuta a decidere da sole.

Non è detto però che questo sia proprio ciò che è successo, ovviamente. Si sta parlando solo per ipotesi.

Cordiali saluti
[#6]
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
In realtà non l'ha smontata , però direi che ogni uscita insieme, comportamento,affermazione diventava l'occasione per fare un'analisi psicologica. Ecco, forse c'è un'eccessiva tendenza a psicologizzare qualsiasi cosa e dopo un po' il tutto diventa sempre meno naturale e sempre più una sorta di "test".
La scelta della psicoterapia è avvenuta proprio perchè si sentiva sicura dalla nostra relazione!
In realtà mi sembra evidente che abbia ancora diversi problemi da risolvere, e che dietro alle certezze e convinzioni granitiche che afferma di avere in questo momento ci siano invece tante insicurezze (tra queste il non sentirsi accettata/accolta). Questo però non dovrebbe sfociare, almeno dal mio punto di vista nel rifiuto delle opinioni altrui, nè nel non valutare mai l'effetto dei propri atteggiamenti.

Il mio quesito era mirato a sapere come comportarsi con una persona in questo stato di finta sicurezza.Parlare con la sua terapeuta?Negarsi aspettando che il percorso si chiuda anche se mi sembrerebbe di scappare di fronte alle difficoltà?
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Ecco, forse c'è un'eccessiva tendenza a psicologizzare qualsiasi cosa e dopo un po' il tutto diventa sempre meno naturale e sempre più una sorta di "test".
>>>

Esatto. Le relazioni, quando funzionano, non hanno bisogno di essere discusse. Nell'esatto momento in cui s'inizia a discuterne, significa che c'è qualcosa che non va.

>>> La scelta della psicoterapia è avvenuta proprio perchè si sentiva sicura dalla nostra relazione!
>>>

Ne è davvero sicuro? Una persona non sceglie d'andare in terapia se sta bene. La ragazza evidentemente sentiva qualcosa che non andava e ha chiesto aiuto, questi sono i fatti. Che poi lei fosse disposta ad ammettere a se stessa che ciò che le faceva male era qualcosa legato alla vostra relazione, è un altro paio di maniche.

>>> Il mio quesito era mirato a sapere come comportarsi con una persona in questo stato di finta sicurezza.Parlare con la sua terapeuta?Negarsi aspettando che il percorso si chiuda anche se mi sembrerebbe di scappare di fronte alle difficoltà?
>>>

La cosa più sensata e strategica da fare è rispettare, per ora, il vostro periodo di "riflessione". Non solo, ma visto che è stata lei a proporre la pausa, dovrà essere lei eventualmente a fare marcia indietro, non lei a cercarla. Resti disponibile, ma vada avanti con la sua vita nel frattempo. Questo non è affatto fuggire dalle difficoltà, mentre potrebbe esserlo il contrario. La terapeuta sarebbe in ogni caso tenuta a non dirle niente, per via del segreto professionale.

Se la ragazza tiene ancora a lei e ci ripenserà, glielo farà sapere.

Cordiali saluti
[#8]
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Dopo il tanto disgusto per me della sera prima,ricevo un messaggio al mattino in cui lei afferma che è sicura di riuscire a non percepire più acidità nei nostri dialoghi GIA' DAL W.E. e che non avere dei dialoghi belli la fa soffrire.
Siamo di fronte ad un ripensamento (forse fin troppo repentino!)e alla voglia di tornare a vedersi e cercare un nuovo punti di contatto?
O sono affermazioni buttate lì senza pensare?
Da parte mia,come sempre ci sono le migliori intenzioni, tuttavia come comportarsi in questa fase di incertezza e di ondivaghismo estremo? Cercare il contatto o attendere una maggiore e più completa riflessione sul tutto?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Propenderei decisamente per la seconda.

Altrimenti rischia di prendere per nuove aperture quelli che magari sono solo dei semplici segnali di distensione.

Illudersi di nuovo ora potrebbe significare ripiombare giù ancora più in basso, in caso di delusione.

Vada avanti con la sua vita e frequenti altre persone. Resti disponibile, ma non disponibile a nuove illusioni.

Cordiali saluti
[#10]
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Da agosto ad oggi il rapporto non ha subito alcuna evoluzione stabile. La mia ex ragazza ha continuato a farsi sentire (anche più volte alla settimana) domandandomi cosa facevo, è capitato di fare passeggiate insieme, cene con amici ecc. Io ho sempre evitato (con notevoli sforzi in quanto sono ancora innamorato) di chiamarla (anche quando avrei voluto raccontarle qualcosa o esprimere una mia emozione), ma ho scelto di non negarmi quando lei cercava un contatto. Il fatto è che questa situazione è logorante: il piacere di sentirla si unisce al fastidio di non poter vivere nella sua interezza il rapporto. Comunque, anche nelle nostre uscite ho sempre avuto l’impressione che manchi qualcosa per poter ripartire, qualcosa che vorrei trovare e penso vorrebbe trovare anche lei che afferma “ci stiamo rincorrendo”.
In ogni caso non ha abbandonato l’abitudine di valutare ogni mio comportamento e di soppesare ogni mia affermazione (forse anch’io data la situazione sono particolarmente sensibile a ciò che viene detto).
Prima di Natale sembrava che le cose stessero evolvendo leggermente, ma il suo voler giustificare una amica che non mi aveva invitato ad una festa perché ero io che non le avevo mai scritto (tra l’altro non mi interessava neanche della festa,avevo solo fatto notare che aveva invitato tutti gli amici comuni tranne me) quando ero predisposto per tutt’altro tipo di discorsi, ha fatto precipitare la situazione. Infatti, dopo avermi sbattuto il telefono in faccia (a causa del mio tono infastidito non per il mancato invito,ma perché aveva voluto puntualizzare sulla cosa) ho avuto un duro sfogo con termini non riportabili che lei ha sentito perché il nel richiamarmi avevo inavvertitamente risposto.
Poco dopo,ci siamo sentiti e io mi sono scusato ribadendo che era uno sfogo e non rispecchiava l’opinione che ho di lei. É ricominciato il solito sentirsi via sms/tel, ma ho sempre l’impressione che viva in una sua realtà e voglia accettare e vedere solo ciò che le fa comodo senza ad esempio domandarsi cosa possa provare il prossimo a certe suoi discorsi (ad esempio chiedermi dello sci per andare con amiche quando in 3 anni aveva sempre rifiutato le mie richieste o andare in locali che non aveva mai voluto frequentare con me).
Ad una mia proposta di biglietti omaggio non ha risposto per 3 giorni e quando le ho fatto notare che per correttezza poteva dirmi qualcosa si è infuriata dicendo che la umiliavo con lezioni di educazione,che la stavo insultando come a Natale (falso) che si sentiva una stupida per avere voluto condividere ogni cosa con me.
Questa reazione mi ha lasciato di stucco.Se è vero che il termine “correttezza”può essere duro,è altrettanto vero che lei era la prima a rimproverarmi di non esprimere mai i miei pensieri per non litigare. In seguito le ho chiesto di vederci e di parlare, ma nessuna risposta.
L’ho rivista ad un compleanno il giorno successivo a questo litigio via sms, le ho chiesto perché non mi parlasse e lei ha affermato che non aveva niente da dire, comunque le ho detto che mi piacerebbe parlare quando ne avrà voglia.
Fondamentalmente siamo entrambi ipersensibili a ciascuna affermazione dell’altro e ci sentiamo attaccati “a morte” per ogni minima critica.
I miei sentimenti per questa ragazza sono intatti, e sto soffrendo molto per queste barriere nella comunicazione. Di base mi sembra che non ci siano stati mutamenti nel suo comportamento (lei magari avrà la stessa impressione di me, ma non so cosa vuole e cosa cerca), che non voglia troncare,ma non voglia ripartire.
Sembra insomma necessitare di ulteriori riflessioni. Io non so come comportarmi, troncare dicendo che sto soffrendo per la situazione (ma capirà?) o accettare un eventuale suo riavvicinamento,che però ho dei dubbi possa essere diverso dal precedente? Secondo voi tali riflessioni possono essere facilitate mantenendo un legame sottile o allontanandosi per un po’?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazzo, dalle sue parole mi sembra che dopo tanti mesi la situazione debba ancora iniziare ad andare in direzione di un cambiamento. Ciò che però vorrei dirle è che stando così le cose, dovrebbe rifletterne insieme a uno specialista di persona, se ne ha già uno, oppure cercarlo.
Non sarebbe opportuno approfondire ulteriormente il discorso in questa sede, perché correremmo il rischio di grossolani errori d'interpretazione e, quel che è peggio, di darle dei suggerimenti inopportuni o palesemente errati, a causa dei limiti del mezzo.
È nel suo interesse che le dico questo, e spero non prenderà le mie parole come un rifiuto a volerle rispondere.

Cordiali saluti
Ipertensione

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