Come ritorno ad essere me stessa?

Dottori buongiorno, vi chiedo un consulto perché ho solo 20 anni e sono abbastanza infelice.
Tutto è iniziato quando due anni fa ho scelto di andare fuori dalla mia città natale a studiare legge, facoltà che avevo scelto non per il mio interesse nel diritto (mai fatto diritto, al liceo classico dal quale provengo non c’era) quanto per la voglia di cambiare le cose e sopratutto per la mia sete di giustizia, necessità e impulso che ho avuto sempre molto forte fin da piccola.
Mi sembrava di aver scelto la cosa giusta e invece dopo mesi che ero lì e gli esami dati mi sono accorta che legge mi annoiava e questo mi ha destabilizzata tremendamente (sono una persona che aveva disposto la propria vita nel modo più funzionale e produttivo possibile: laurea, concorso per magistratura, forse una carierà politica, non mi interessava di niente altro).
Inoltre non mi sono trovata bene in questa nuova città, avevo fatto poca amicizia, altra cosa che per me non aveva senso (sono sempre stata molto esuberante e ho sempre legato facilmente, nonostante il mio carattere rigido, non mi apro con quasi nessuno però sono una giocherellona quindi gli altri conoscono solo questa parte gioviale di me, ho sempre nascosto molto bene, finanche a me stessa, le mie insicurezze).
In poche parole, il mio primo anno di università è stato un disastro ma io non riuscivo ad accettare il fallimento quindi ho pensato all’unica cosa che mi è sempre interessata a prescindere dalla mia parte sociale cioè la scienza (sono sempre stata più brava in scienze rispetto a tutte le altre materie) ho preso dunque la decisione di affrontare il test di medicina, unica altra facoltà che mi è mai interessata (i miei erano contrarissimi e io non pensavo di essere in grado di passare il test).
Il non aver passato il test mi ha fatto piombare nell’insicurezza più totale.
Sono sempre stata brava, intelligente, scattante; tutto ciò che intraprendevo mi riusciva e adesso sto da schifo.
Ho scelto una facoltà affine a medicina e ho passato esami con ottimi voti ma continuo a farmi schifo e di questo risente anche la mia relazione.
Vorrei tornare ad essere una vincente, nulla mi da soddisfazione.
Senza uno scopo non funziono.
Non sono mai stata così persa.
In tutto ciò il mio ragazzo è riuscito ad entrare alla facoltà di veterinaria, si è trasferito ed ha tanti nuovi amici.
In pratica tutto ciò che ho provato a fare io e dove io ho fallito.
Sono così invidiosa della sua situazione, è così sereno, non ha paura di non combinare nulla nella vita quanto me.
Al liceo tutto era bello, tutto mi interessava, tremila attività, l’attivismo sociale nel sangue.
Ora sono solo una fallita che non sa migliorare la propria vita e invidia la serenità altrui.
Scusate il disturbo, non so come possiate aiutarmi, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno.
Auguro una buona giornata a tutti e vi ringrazio in anticipo per le eventuali risposte.
[#1]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
da quello che ci racconta emerge una differenza tra un "prima e un dopo" che lei fatica probabilmente a superare.
Le consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta che le può indicare la strada per uscire dalla situazione mentale in cui è piombata. Un consulto su questa piattaforma infatti non ha altra possibilità di aiutarla.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2014 al 2023
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara utente,

oltre a confermare quanto detto dalla collega, la invito a riflettere su quello che l'ha motivata a intraprendere il percorso prima di legge e poi di medicina, dove, il fallire negli obiettivi, ha provocato in lei una crisi in cui non riesce più a riconoscersi.

Sembra infatti che ci fossero dei valori importanti che la portavano a fare le scelte di queste due facoltà, rispetto alla prima infatti parla di "sete di giustizia", di voler "cambiare le cose", descritte come "necessità e impulso molto forte fin da piccola". Provi allora a chiedersi come può continuare a perseguire i valori che stavano dietro le scelte che aveva fatto, nonostante il fallimento degli obiettivi che si era preposta per raggiungerli.
La discrepanza tra ciò che ci proponiamo e i nostri umanissimi limiti personali è qualcosa che tutti, anche i più vincenti (nel senso che lei ha dato a questa parola), si trovano prima o poi ad affrontare.
E allora le chiedo di nuovo cosa può fare adesso per perseguire gli stessi valori ma nel rispetto di quello che può, tenendo conto dei cambiamenti di programma che ha dovuto in qualche modo subire? Riparta da questo.

Il fatto che si definisca un "carattere rigido" centra lo scopo di alcuni tipi di percorso terapeutico (personalmente penso all'ACT - Acceptance and Commitment Therapy), ossia quello di aiutare le persone a sviluppare la flessibilità psicologica, che nel suo caso potrebbe riguardare proprio il rialzarsi e ripartire da dove aveva lasciato, ossia da ciò che più le sta a cuore, da quello che l'aveva ispirata, per imparare a continuare a perseguirlo nelle nuove condizioni di vita che vive, nel nuovo percorso di studi, ad esempio, o in quello che deciderà essere più coerente con quello che ama.

Provi a chiedere aiuto, a iniziare un percorso psicologico, consapevole del fatto che potrà tornare a definirsi davvero "vincente" proprio grazie alle difficoltà che sta vivendo e al come lavorerà su se stessa per superarle, rimettendo in discussione quegli assunti rigidi che forse sono all'origine della sua sofferenza attuale.

Un caro saluto.