Il mio compagno non prende iniziativa nel sesso, perché?
Gentili Dottori,
Mi rivolgo a voi per un problema che mi tormenta ormai da 9 mesi... Ossia da quando è iniziata la relazione con il mio compagno.
Abbiamo entrambi 32 anni e siamo molto innamorati, con un unico problema ossia il lato della sessualità.
Lui mi è sembrato subito diverso rispetto agli uomini conosciuti in passato...pur avendo dichiarato il suo interesse per me, non "ci provava" né ricercava alcun contatto fisico come ad esempio una semplice mano sulla spalla.
Il primo bacio è arrivato al quarto appuntamento, situazione creata da me.
Sono seguiti altri appuntamenti fatti di lunghe chiacchierate, passeggiate romantiche, baci (il più delle volte solo a stampo) e mi ha persino portata a passare il weekend a casa sua...ma il sesso non arrivava! Io lo desideravo e ho deciso di fare io la prima mossa una sera, ma non è andata come speravo.
Quando eravamo sul punto di farlo, mi ha chiesto dapprima di spegnere la luce, per poi interrompere tutto dicendo testuali parole: "aspetta aspetta...Ho un trauma".
Alla mia richiesta di spiegazioni disse che non era pronto e che lui impiegava del tempo per lasciarsi andare da questo punto di vista.
La sua "lentezza" nel fidarsi secondo lui era dovuta ad esperienze negative, in particolare alla sua unica storia importante durata 8 anni e terminata 4 anni fa (tra le motivazioni un tradimento da parte di lei).
Ha inoltre aggiunto che lui in questi 8 anni si era ormai abituato a condividere l'intimità solo con questa ex...Con cui faceva l'amore ogni sera, e che dunque era difficile lasciarsi andare con altre (nonostante lui abbia poi avuto altre relazioni ma di poca importanza).
Lui mi ha promesso che col tempo le cose sarebbero migliorate e infatti di lì a breve abbiamo iniziato ad essere intimi... Inizialmente aveva problemi a mantenere l'erezione ma sono poi scomparsi.
Tutto procedeva abbastanza bene, finché con l'andare del tempo mi sono resa conto che ero sempre io a prendere l'iniziativa, così ho deciso di "smettere", per capire se anche lui mi desiderasse e non è andata bene.
Se non prendo io iniziativa da quel punto di vista, lui non lo fa.
Lo fa soltanto per fare pace quando litighiamo a causa di questa cosa, ossia quando gli faccio notare di non sentirmi desiderata.
Da aggiungere che non mi tocca, non mi bacia quasi mai né mi spoglia totalmente, e predilige la luce spenta...Si limita all'atto in sé.
Io arrivo comunque all'orgasmo ma mi rendo conto che qualcosa non va.
Soffro di questa cosa perché non mi sento desiderata, soffro molto anche il confronto con la sua ex con cui a detta sua lo facevano ogni sera.
Se gli domando il motivo del suo comportamento ha sempre una scusa diversa... Una volta perché ha mal di schiena, un'altra perché è morto il coniglio, un'altra volta perché ha problemi a lavoro...Ultimamente ha fatto forse un passo avanti arrivando ad ammettere di avere l'ansia da prestazione, ma io ho paura non sia solo questo, bensì ancora "il trauma" della ex.
Cosa ne pensate?
Grazie
Mi rivolgo a voi per un problema che mi tormenta ormai da 9 mesi... Ossia da quando è iniziata la relazione con il mio compagno.
Abbiamo entrambi 32 anni e siamo molto innamorati, con un unico problema ossia il lato della sessualità.
Lui mi è sembrato subito diverso rispetto agli uomini conosciuti in passato...pur avendo dichiarato il suo interesse per me, non "ci provava" né ricercava alcun contatto fisico come ad esempio una semplice mano sulla spalla.
Il primo bacio è arrivato al quarto appuntamento, situazione creata da me.
Sono seguiti altri appuntamenti fatti di lunghe chiacchierate, passeggiate romantiche, baci (il più delle volte solo a stampo) e mi ha persino portata a passare il weekend a casa sua...ma il sesso non arrivava! Io lo desideravo e ho deciso di fare io la prima mossa una sera, ma non è andata come speravo.
Quando eravamo sul punto di farlo, mi ha chiesto dapprima di spegnere la luce, per poi interrompere tutto dicendo testuali parole: "aspetta aspetta...Ho un trauma".
Alla mia richiesta di spiegazioni disse che non era pronto e che lui impiegava del tempo per lasciarsi andare da questo punto di vista.
La sua "lentezza" nel fidarsi secondo lui era dovuta ad esperienze negative, in particolare alla sua unica storia importante durata 8 anni e terminata 4 anni fa (tra le motivazioni un tradimento da parte di lei).
Ha inoltre aggiunto che lui in questi 8 anni si era ormai abituato a condividere l'intimità solo con questa ex...Con cui faceva l'amore ogni sera, e che dunque era difficile lasciarsi andare con altre (nonostante lui abbia poi avuto altre relazioni ma di poca importanza).
Lui mi ha promesso che col tempo le cose sarebbero migliorate e infatti di lì a breve abbiamo iniziato ad essere intimi... Inizialmente aveva problemi a mantenere l'erezione ma sono poi scomparsi.
Tutto procedeva abbastanza bene, finché con l'andare del tempo mi sono resa conto che ero sempre io a prendere l'iniziativa, così ho deciso di "smettere", per capire se anche lui mi desiderasse e non è andata bene.
Se non prendo io iniziativa da quel punto di vista, lui non lo fa.
Lo fa soltanto per fare pace quando litighiamo a causa di questa cosa, ossia quando gli faccio notare di non sentirmi desiderata.
Da aggiungere che non mi tocca, non mi bacia quasi mai né mi spoglia totalmente, e predilige la luce spenta...Si limita all'atto in sé.
Io arrivo comunque all'orgasmo ma mi rendo conto che qualcosa non va.
Soffro di questa cosa perché non mi sento desiderata, soffro molto anche il confronto con la sua ex con cui a detta sua lo facevano ogni sera.
Se gli domando il motivo del suo comportamento ha sempre una scusa diversa... Una volta perché ha mal di schiena, un'altra perché è morto il coniglio, un'altra volta perché ha problemi a lavoro...Ultimamente ha fatto forse un passo avanti arrivando ad ammettere di avere l'ansia da prestazione, ma io ho paura non sia solo questo, bensì ancora "il trauma" della ex.
Cosa ne pensate?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
Lui ha fatto molti passi avanti,
ma ora Lei lo descrive come fermo ed evitante.
Capisco la Sua delusione.
Però non confonda eventuali difficoltà di lui
con le conseguenze psicologiche che ciò ha su di Lei.
Se lui ha dei problemi con se stesso rispetto alla sessualità,
come mai accade che sia Lei a "non sentirsi desiderata"?
Avete mai ipotizzato un percorso *insieme* per affrontare la problematica?
dico *insieme* all'inizio, per aprire il discorso,
ma poi potrebbe essere un percorso individuale se il problema sarà diagnosticato come individuale.
Che ne pensa?
Dott. Brunialti
Lui ha fatto molti passi avanti,
ma ora Lei lo descrive come fermo ed evitante.
Capisco la Sua delusione.
Però non confonda eventuali difficoltà di lui
con le conseguenze psicologiche che ciò ha su di Lei.
Se lui ha dei problemi con se stesso rispetto alla sessualità,
come mai accade che sia Lei a "non sentirsi desiderata"?
Avete mai ipotizzato un percorso *insieme* per affrontare la problematica?
dico *insieme* all'inizio, per aprire il discorso,
ma poi potrebbe essere un percorso individuale se il problema sarà diagnosticato come individuale.
Che ne pensa?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
Intanto la ringrazio per la sua risposta.
Il non sentirmi desiderata deriva dal fatto che lui a parole dica di amarmi ed essere attratto da me, ma ciò non si riscontra nei fatti e io penso (magari erroneamente) che se il desiderio di me lo avesse avuto si sarebbe avvicinato di sua iniziativa qualche volta. Ossia mi riesce difficile credere che il motivo sia l'ansia come dice lui ora, perché ha inventato nel tempo molte scuse una diversa dall'altra per giustificare questa assenza di iniziativa. La mia paura è che lui non abbia mai superato realmente la fine della sua precedente relazione e che abbia adesso paura a lasciarsi andare completamente con un'altra persona. Tanto che dai suoi racconti emerge che con la ex faceva sesso ogni sera, per cui non c'era questa ansia. È possibile secondo lei che vi sia una motivazione del genere alla base? Ho anche pensato che magari non sia attratto da me fisicamente e mi abbia scelta solo per affinità di altro genere come compagna.
Per quanto riguarda la terapia di coppia, purtroppo ci sono delle difficoltà oggettive per noi, legate ad orari di lavoro differenti
Intanto la ringrazio per la sua risposta.
Il non sentirmi desiderata deriva dal fatto che lui a parole dica di amarmi ed essere attratto da me, ma ciò non si riscontra nei fatti e io penso (magari erroneamente) che se il desiderio di me lo avesse avuto si sarebbe avvicinato di sua iniziativa qualche volta. Ossia mi riesce difficile credere che il motivo sia l'ansia come dice lui ora, perché ha inventato nel tempo molte scuse una diversa dall'altra per giustificare questa assenza di iniziativa. La mia paura è che lui non abbia mai superato realmente la fine della sua precedente relazione e che abbia adesso paura a lasciarsi andare completamente con un'altra persona. Tanto che dai suoi racconti emerge che con la ex faceva sesso ogni sera, per cui non c'era questa ansia. È possibile secondo lei che vi sia una motivazione del genere alla base? Ho anche pensato che magari non sia attratto da me fisicamente e mi abbia scelta solo per affinità di altro genere come compagna.
Per quanto riguarda la terapia di coppia, purtroppo ci sono delle difficoltà oggettive per noi, legate ad orari di lavoro differenti
[#3]
Purtroppo online più di questo non si può fare.
Ogni ipotesi è puro esercizio di "fantasia professionale"
e l'una vale l'altra.
Quando avrete la possibilità operativa,
ponete il problema di persona.
Oppure, se lui si rende conto di avere un problema,
può essere lui individualmente che chiede aiuto
ad uno Psicologo Psicoterapeuta meglio se perfezionato in sessuologia clinica (Albo in FISSonline).
Dott. Brunialti
Ogni ipotesi è puro esercizio di "fantasia professionale"
e l'una vale l'altra.
Quando avrete la possibilità operativa,
ponete il problema di persona.
Oppure, se lui si rende conto di avere un problema,
può essere lui individualmente che chiede aiuto
ad uno Psicologo Psicoterapeuta meglio se perfezionato in sessuologia clinica (Albo in FISSonline).
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.4k visite dal 21/01/2020.
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