Voglio consigliare alla mia ragazza di rivolgersi a uno psicologo...

Sono fidanzato con C. da quasi 5 mesi. Fin da subito i genitori le hanno vietato di vedersi con me. Ora diciamo che glielo permettono però deve uscire con A. e M. altrimenti deve rimanere a casa perché "i genitori si fidano di loro". Tra l'altro sono liberi di leggere i messaggi sul cellulare e di intromettersi nella sua vita. C. ieri mi ha confidato di avere il "terrore" di parlare con i suoi.
Anche io ero come lei, facevo dipendere la mia vita dagli altri e tutto ciò che dicevano i miei era legge. Stavo male e ho iniziato una psicoterapia. L'immagine che avevo di me e che ho riferito alla psicologa era di un muro che mi separava dal resto del mondo, pieno di buchi dove gli altri erano liberi di entrare. Nel tempo ho chiuso questi buchi, sostituendoli con una porta. La psicologa mi ha insegnato (se può essere il termine giusto perchè non è la psicologa che insegna, ma io che imparo) che noi non possiamo cambiare gli altri, però possiamo cambiare noi stessi; ho imparato a scindere fra quelli che sono i dati di fatto (le regole, la vita, la morte, ecc...) e la mia vita (le mie relazioni, i miei sentimenti, la mia organizzazione degli impegni, ecc...). Ho avuto molti battibecchi con i miei perché fraintendevano (e fraintendono tuttora) i miei comportamenti definendoli atti di ribellione. Io so che non è così e di certo non posso farci niente: i servizi in casa si fanno, è un dato di fatto, ma le persone con cui esco sono affari miei e sono libero di dirlo o meno (se succede qualcosa perché i miei non sanno dove e con chi sono mi prendo la piena responsabilità della cosa; io lo dico, ma si tratta di buon senso, che è una cosa differente). Io queste cose le dico a C. anche se lei mi dice sempre che non riesce a prendere le redini della SUA vita. Vorrei consigliarle una psicoterapia ma lei non sa che ci sono andato anche io. Purtroppo c'è una cultura negativa sugli psicologi, la gente pensa che ci vanno i malati di mente. Purtroppo mi rendo conto che io più che parlarle non posso farci niente, i miei sono consigli, ma uno psicologo non dà consigli. Come posso comportarmi? Grazie del tempo dedicatomi.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazzo, lei può benissimo consigliare alla sua ragazza uno psicologo ma la scelta dovrà essere esclusivamente sua e dovrà essere soprattutto lei a sentirne l'esigenza. Si comprende perfettamente la sua situazione, molte sono le famiglie invischiate nella vita dei singoli membri e spesso in esse i problemi si autoalimentano vorticosamente senza nessuna consapevolezza di ciò che sta accadendo fino alla ribellione (esplosione)di qualcuno e solo allora si cercano provvedimenti per limitare il danno.
Se lei ritiene di avere una forte fiducia da parte della sua ragazza può provare a parlarci di questo con il massimo garbo e a consigliarle qualche consulenza. Per ora non potrebbe far altro. Legga questo articolo sulle interazioni famigliari distorte e se lo ritiene opportuno lo faccia leggere anche alla sua ragazza.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/38-le-perversioni-famigliari.html
Cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie della risposta. Ho letto l'articolo, però una cosa non è chiara: si parla di conflitti fra genitori. Vorrei maggiori chiarimenti. Comunque i suoi sono divorziati, suo padre ha detto chiaramente a C. di non volerla più vedere. Quello che ora lei chiama "padre" è il secondo marito della madre.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
i conflitti tra i genitori spesso si ripercuotono sul comportamento dei figli, quest'utlimi assorbono disagi e dissapori che riproiettano sugli altri e su se stessi. Quando i genitori sono divorziati le dinamiche si fanno più complesse e nonostante l'assenza fisica di uno dei due genitori non è detto che questi sia assente anche nella psiche del figlio. Ovviamente ogni caso è diverso e solo un confronto diretto con uno psicologo può aiutare a dispiegare le proprie dinamiche conflittuali.

cordialmente
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile ragazzo,
quello che tu stai vivendo è ciò che io chiamo "la marcia in più": affrontare una psicoterapia ti ha permesso di vedere la tua vita, i tuoi stati d'animo, in un modo che generalmente gli altri non conoscono. Per cui sulle dinamiche psicologiche ed emotive tu, dopo la tua terapia, hai una marcia in più.

E' chiaro che tutto ciò ti porta a vedere in modo lucido i problemi degli altri, ed a trovare spesso la soluzione giusta per loro. Forse è questa la sensazione che provi quando hai davanti a te C., giusto?

L'unica cosa che devi fare è seguire l'antico consiglio della tua psicologa: se non puoi cambiare gli altri cambia te stesso. Forse C. potrebbe seguirti in questo cambiamento

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazzo
Non so se, come suggerisce il collega Bulla, tu abbia una marcia in più perché hai deciso di rivolgerti a una terapeuta. È probabile che sia così. Ma potrebbe anche essere che, proprio perché hai una marcia in più, tu abbia deciso di sfruttarla per risolvere i tuoi problemi, decidendo di andare in terapia. Se fosse così delle marce in più ne avresti addirittura due, non una sola.

In ogni caso dalle tue parole traspare molta maturità. Quindi, non credo che sarebbe uno sforzo così grande fare il primo passo e confidare alla tua ragazza che ti sei rivolto a un terapeuta per stare meglio, e che questo ti ha aiutato moltissimo, e che forse potrebbe fare bene anche a lei, rendendo il vostro rapporto ancora più sano e più solido.

Anzi, proprio perché saprà che ci sei stato anche tu, potrebbe sentirsi confortata e incoraggiata nel prendere anche lei questa decisione. Potresti farne addirittura un gioco: "Come reagiresti se sapessi che il tuo ragazzo va in terapia?"

Cambiare le persone non è che non sia possibile. È possibile, ma bisogna vedere di volta in volta se ne vale la pena.

Ad ogni modo la scelta resta tua. Credo che sarai certamente in grado di prendere la decisione migliore.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie per le risposte e scusate per il ritardo. A volte ne ho parlato con la mia psicoterapeuta, ma dice che la scelta è la sua e non posso farci niente. D'accordo non posso farci niente, ma posso farci qualcosa nel senso che posso proporre e lasciare l'ultima parola a lei. Il problema è che non ci riesco proprio. Quando sto in seduta mi blocca tutte le volte che dico "non ci riesco" dicendomi "qui puoi riuscire in tutto". E allora come faccio a dire che non ci riesco? Non so che termini usare con la mia psicologa.
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Piccolo dettaglio: forse si iscriverà alla facoltà di psicologia dopo il diploma.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ciò che conduce le persone in terapia sono le cosiddette tentate soluzioni che, siccome non funzionano, alimentano il problema. Nel tuo caso credo che quella d'inviare la tua ragazza in terapia si stia trasformando, appunto, da buona intenzione in parte del problema. Fino a che vedrai la cosa nei termini di: "io ci devo riuscire", ti scontrerai o con la tua ragazza, o con la tua psicologa, o con te stesso.

È per questo che la psicologa ti taglia subito quando ci riprovi.

Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
> Piccolo dettaglio: forse si iscriverà alla facoltà di
> psicologia dopo il diploma.

Infatti, questa è una delle tentate soluzioni più frequenti: siccome sto male, m'iscrivo a psicologia, così risolvo tutto. Peccato che anche questa non funzioni.

Cordiali saluti
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
La psicologa non mi blocca quando dico "ci devo riuscire" (in tal caso mostro grande forza di volontà) ma quando dico "non riesco", perché dice che non è vero, che ci posso riuscire, dipende solo da me, nemmeno da lei.
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Ok, deciso. Riguardo a consigliarle la psicoterapia ci penserò sù. Però devo iniziare a prendere posizione con fermezza: se vuole stare con me deve darsi da fare. So che è molto difficile, ma se continuo a essere troppo comprensivo lei si culla. Ognuno si prenda le proprie responsabilità.