Problemi di ansia, necessità di psicologo?
Salve, volevo raccontare quello che mi è accaduto.
La scorsa estate ebbi un attacco di panico notturno, mi svegliai in seguito ad un rumore fortissimo proveniente dall'esterno e non riuscii più a dormire e cominciai ad agitarmi (credevo di stare male ma avevo solo una febbre 37, 6 rilevata al PS.
) con tachicardia elevata, poi mi calmai un po', ma la tachicardia persisteva (120-130 al min.
) e avevo anche dei tremori.
Al PS credevano fosse un problema di tiroide, feci le analisi e la visita specialistica (feci pure una visita cardiologica ma tutto bene) ma furono negative.
Aggiungo anche che sono un ragazzo studente, abbastanza sedentario, cammino minimo una mezz'ora al giorno, e ogni tanto vado anche in bici per un quarto d'ora.
Mangio abbastanza e non prendo peso, ho un buon metabolismo ma mi accorsi in estate di essere passato da 78 kg a 71kg! Da quell'evento, avevo paura che mi potesse ricapitare di nuovo e mi capitò più volte durante la notte prima di dormire poiché ci pensavo (avevo delle attivazioni abbastanza semplici, pensavo minimamente a questo e cominciavo ad avere la testa pesante per poi avere tachicardia con conseguenza il dormire poco e il pensar di stare male e di avere qualcosa).
Poi riflettendoci, aumentò la consapevolezza che era piuttosto stupido pensare a delle cose negative dove come conseguenza stavo male, avevo tachicardia e tremori.
Detto questo, sono sempre stato un tipo ansioso e impiegavo sempre un po' a dormire perché sono un tipo pensieroso; questo evento mi ha fatto arrivare ad un alto stato di ansia, ma non sono mai andato da un psicologo, ho sempre preferito discuterne con la mia ragazza a cui dico tutto.
In estate, quando a pranzo/cena pensavo a questo, mi passava la fame e mangiavo poco, ma la mattina mi svegliavo con lo stomaco gonfio e ho preso per un mese pantorc.
In seguito ritornai a mangiare normale, ma mi sono accorto che mi bastava poco per saziarmi (per esempio, faccio fatica pure a mangiare una pizza completa, quando qualche mese fa riuscivo a mangiarmi più di metà maxi).
Aggiungo anche che faccio fatica a digerire anche un semplice cappuccino e che a volte mangiando determinate cose, in modo anormale comincio ad essere un po' agitato (senza avere delle attivazioni).
Ho letto che esiste una correlazione tra ansia e cibo, ma non so ovviamente spiegarmelo in maniera pratica su di me.
In seguito a questo evento non riesco a 'godermi' un volo in aereo, nei voli prima ero piuttosto ansioso ma non facevo attenzione al mio battito, ascoltavo musica e basta, invece gli ultimi due voli (l'ultimo due settimane fa) sono stati abbastanza fastidiosi (nonostante la pochissima turbolenza), ebbi delle attivazioni più di una volta e un attacco di panico quando eravamo in mezzo a delle nuvole.
Dite che c'è necessità di consultare un psicologo?
La scorsa estate ebbi un attacco di panico notturno, mi svegliai in seguito ad un rumore fortissimo proveniente dall'esterno e non riuscii più a dormire e cominciai ad agitarmi (credevo di stare male ma avevo solo una febbre 37, 6 rilevata al PS.
) con tachicardia elevata, poi mi calmai un po', ma la tachicardia persisteva (120-130 al min.
) e avevo anche dei tremori.
Al PS credevano fosse un problema di tiroide, feci le analisi e la visita specialistica (feci pure una visita cardiologica ma tutto bene) ma furono negative.
Aggiungo anche che sono un ragazzo studente, abbastanza sedentario, cammino minimo una mezz'ora al giorno, e ogni tanto vado anche in bici per un quarto d'ora.
Mangio abbastanza e non prendo peso, ho un buon metabolismo ma mi accorsi in estate di essere passato da 78 kg a 71kg! Da quell'evento, avevo paura che mi potesse ricapitare di nuovo e mi capitò più volte durante la notte prima di dormire poiché ci pensavo (avevo delle attivazioni abbastanza semplici, pensavo minimamente a questo e cominciavo ad avere la testa pesante per poi avere tachicardia con conseguenza il dormire poco e il pensar di stare male e di avere qualcosa).
Poi riflettendoci, aumentò la consapevolezza che era piuttosto stupido pensare a delle cose negative dove come conseguenza stavo male, avevo tachicardia e tremori.
Detto questo, sono sempre stato un tipo ansioso e impiegavo sempre un po' a dormire perché sono un tipo pensieroso; questo evento mi ha fatto arrivare ad un alto stato di ansia, ma non sono mai andato da un psicologo, ho sempre preferito discuterne con la mia ragazza a cui dico tutto.
In estate, quando a pranzo/cena pensavo a questo, mi passava la fame e mangiavo poco, ma la mattina mi svegliavo con lo stomaco gonfio e ho preso per un mese pantorc.
In seguito ritornai a mangiare normale, ma mi sono accorto che mi bastava poco per saziarmi (per esempio, faccio fatica pure a mangiare una pizza completa, quando qualche mese fa riuscivo a mangiarmi più di metà maxi).
Aggiungo anche che faccio fatica a digerire anche un semplice cappuccino e che a volte mangiando determinate cose, in modo anormale comincio ad essere un po' agitato (senza avere delle attivazioni).
Ho letto che esiste una correlazione tra ansia e cibo, ma non so ovviamente spiegarmelo in maniera pratica su di me.
In seguito a questo evento non riesco a 'godermi' un volo in aereo, nei voli prima ero piuttosto ansioso ma non facevo attenzione al mio battito, ascoltavo musica e basta, invece gli ultimi due voli (l'ultimo due settimane fa) sono stati abbastanza fastidiosi (nonostante la pochissima turbolenza), ebbi delle attivazioni più di una volta e un attacco di panico quando eravamo in mezzo a delle nuvole.
Dite che c'è necessità di consultare un psicologo?
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Gentile Utente, quando i sintomi si ripetono nel tempo, interferiscono col normale funzionamento di una persona, coinvolgono diversi ambiti e causano risposte disfunzionali, sarebbe utile il confronto con un professionista che possa aiutarLa a inquadrare meglio le difficoltà e a supportarLa nel risolverle.
Certamente i sintomi tipici dell'ansia, oltre a includere sintomi cognitivi (senso di allarme, paura di impazzire) e comportamentali (evitamento, cercare un punto di riferimento), comprendono anche sintomi fisici come tensione, sudorazione, vertigini, nausea, disturbi addominali come Lei riporta.
Considerata anche la sua giovane età, non posso far altro che esortarLa a prendersi cura di questa situazione per poter godere il meglio che la vita ha da offrirLe.
Cordialmente
Certamente i sintomi tipici dell'ansia, oltre a includere sintomi cognitivi (senso di allarme, paura di impazzire) e comportamentali (evitamento, cercare un punto di riferimento), comprendono anche sintomi fisici come tensione, sudorazione, vertigini, nausea, disturbi addominali come Lei riporta.
Considerata anche la sua giovane età, non posso far altro che esortarLa a prendersi cura di questa situazione per poter godere il meglio che la vita ha da offrirLe.
Cordialmente
Dr.ssa Elisabetta Molteni
Psicologa Psicoterapeuta - In studio e Online
www.elisabettamolteni.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 859 visite dal 15/01/2020.
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