Relazione con separato con figli

Buongiorno, sono una donna di 30 anni e da quasi due anni ho una relazione con un uomo di 47 anni separato con due figli rispettivamente di 12 e 18 anni.

La storia è cominciata sugli strascichi di una mia precedente relazione fallimentare durata 6 anni e vissuta a distanza.
Per il mio attuale compagno ho da subito provato un forte coinvolgimento sia fisico che emotivo, cosa che mi ha portata a lanciarmi in questa storia senza pormi tante domande sul suo vissuto e sulla sua condizione di padre di due figli.
Mi preme specificare che il suo precedente matrimonio è finito 8 anni fa per volere della moglie che l'ha lasciato per un altro uomo.
Nonostante abbia una relazione stabile, tuttavia, questa donna con il mio "arrivo" ha cominciato a palesare atteggiamenti ostili sfociati spesso in situazioni di forte tensione (aggressioni fisiche nel confronti del mio compagno, costanti offese rivolte a me).
A tutto ciò il mio compagno risponde con blandi tentativi di arginarla ritenendo inutile una presa di posizione netta, in quanto considera la ex priva di ogni raziocinio.
Nonostante ciò il nostro rapporto, che poggia le basi su un sentimento puro e sincero, ha continuato a sedimentarsi tanto da spingermi a prendere decisioni impegnative e definitive: ho acquistato casa nella sua città, spinta forse dall'illusione di poter realizzare il mio idillio d'amore e per consentirgli di vivere me e i figli a pieno.
Proprio con i figli, si sono instaurate due situazioni completamente differenti: una forte complicità con il figlio minore; un rapporto inesistente con la maggiore la quale nutre avversione nei miei confronti alimentata, a detta del padre, dalla madre e dal fatto che la ragazza ha una forte gelosia nei suoi confronti quasi come fosse la sua donna.
A questa ostilità ho cercato di non dar peso cercando di pormi educatamente durante i nostri incontri, provando a dialogare pur trovandomi spesso ad interloquire con una ragazza sprezzante e con poca educazione.
La figlia è anche la ragione per cui il mio compagno non si decide a trasferirsi da me, dividendosi tra casa mia e casa sua quando la ragazza (la quale per altro ha un proprio monolocale) decide di dormire da lui.
Tutto ciò mi ha fatto sprofondare in un profondo stato di crisi trovandomi divisa tra ciò che desidero come donna di 30 anni e la realtà, che mi costringe ad aspettare.
Non so più se riuscirò ad avere pazienza come mi chiede il mio compagno.
Forse perché lo vedo incapace di prendere decisioni riguardo la nostra vita e succube della ex e della figlia.
Sento che questo mi sta conducendo verso uno stato di angoscia e di depressione.
Non riesco ad individuare la strada da percorrere.
[#1]
Dr.ssa Patrizia Raminghi Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 3
Utente 579069
La situazione che l'utente descrive è estremamente complessa e difficile. Di frequente le famiglie allargate presentano difficoltà di questo tipo: gelosie, sentimenti avversi da parte dei figli della precedente unione, e viceversa.
E facilmente comprensibile la sofferenza di quest'utente che invito caldamente a rivolgersi ad una psicoterapeuta esperta, necessitando di un aiuto in un percorso di crescita e superamento in relazione a questa complessa e difficile situazione emotiva.

Dr.ssa patrizia raminghi

[#2]
Dr.ssa Laura Biasci Psicologo 4 1
Gentilissima , la problematica che espone è assai usuale quanto complessa.
Lei è delusa della reazione del suo partner alle reazioni della figlia e vorrebbe essere sostenuta diversamente, vorrebbe sentire il suo compagno più solidale con le sue necessità emotive .
In poche parole ,desidera essere rassicurata non solo a parole, che nulla osteggerà il vostro amore anche quando i fatto vi sono avversi .
Purtroppo, sembra che l’atteggiamento del suo partner stia iniziando a far vacillare la fiducia nella forza della vostra relazione e ciò può creare se non le ha già create , grosse problematiche comunicative tra di voi che potrebbero minare l’ armonia di coppia.
È fondamentale per lei non solo avere pazienza ma farsi guidare da un professionista che possa non solo sostenerla ma anche guidarla con strategie adeguate a gestire e risolvere la situazione che le crea tanto e comprensibile disagio .
I dati sono senza dubbio pochi ed è necessario entrare nel vivo sia delle sue dinamiche interne che comportali per aiutarla in modo ancora più mirato, in ogni modo spero di averle donato qualche spunto di riflessione .
Le faccio tanti auguri .
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Biasci

Dr.ssa Laura Biasci

[#3]
Utente
Utente
Grazie dei vostri consulti. Si, uno spunto di riflessione sicuramente l'ho colto anche se ad essere sincera forse rifletto anche troppo , arrovellandomi spesso in una serie di pensieri dai quali non trovo uscita e che mi provocano un forte senso di tristezza. A volte penso che la soluzione stia nel diversificare il più possibile i miei interessi in modo da non vivere in maniera ossessiva questa situazione. Ma di fatto al momento la mia vita si divide tra casa e lavoro e poche amicizie, in quanto mi sono trasferita nella regione attuale da meno di 2 anni e da qualche mese nella nuova città. Quest'ultima essendo un piccolo centro, inoltre, mi ha posto si fronte a dinamiche che io, provenendo da una grande città,sconoscevo. Mi riferisco al fatto che seppur io non conosca nessuno o quasi, ho l'impressione che un numero cospicuo di persone conosca me, per mezzo dei racconti che la ex del mio compagno mette in giro. La cosa mi mette a disagio pur non essendo io una persona che da peso a voci di cortile. La mia settimana in sintesi è costellata da uno stato d'animo altalenante che passa da sereno in quei 2 giorni in cui il mio compagno sta con me, a malinconico quando sta con i figli e quindi la quotidianità si spezza. Ci tengo a specificare che io non desidero l'esclusiva, ma mi auspicherei una condivisione totale delle nostre vite e dei rispettivi impegni e responsabilità come una coppia vera. Vorrei che casa mia divenisse nostra e fosse il " nido" in cui trascorrere le nostre giornate sia soli che insieme ai suoi figli. Invece a volte mi trovo a essere spettatrice della sua vita e del suo passato che si materializza tutte le volte che la ex gli rammenta che loro sono una famiglia (??) e che questo assetto non deve cambiare o quando la figlia preme per favorire momenti di condivisione tra loro 4. Io non voglio una vita da spettatrice ne voglio vivere di briciole. Mi rendo conto però che non riesco ad agire con la stessa determinazione con cui arrivo a maturare certe conclusioni.
Mi scuso per il lubgo sfogo, ma ho notato di trovare liberatorio far fluire così i miei pensieri.