Sorella depressa. Che devo fare?
Buongiorno,
Ho una sorella quasi 60enne in terapia farmacologica da più di 20 anni.
È nubile, lavora ma non ha vita sociale.
Il fatto di non essersi sposata e non avere avuto figli è un gran peso per lei.
Il lavoro è l'unica cosa che la fa stare bene ma tornata a casa (vive con nostra madre 80enne) passa le giornate lunga sul letto a guardare la tv.
Ha fatto un paio di volte psicoterapia ma mai portare a termine.
Si sente incompresa, sola ma al tempo stesso rifiuta le poche occasioni per uscire. Tranne che con me ovviamente.
Nei mesi scorsi mia sorella ha cambiato terapia farmacologica ma non si è notato granché.
Il mio parere è che debba andare da uno psicoterapeuta.
Ma non c'è verso.
Aveva iniziato con una dottoressa (al primo appuntamento c'ero anche io) ma poi dopo 4 sedute ha lasciato perdere.
Senza dirmi nulla.
Quando gliel'ho chiesto mi ha risposto che andarci le metteva troppa angoscia...
Quello che vi chiedo è: come devo comportarmi di fronte ai suoi messaggi giornalieri in cui mi manifesta solitudine, tristezza... faccio degli esempi:
"Il mio cuore è vuoto"
"La mia vita è finita"
"Sono vecchia e barbona"
"Sono INFELICE"...
Etc... etc... Tutti più o meno cosi.
Ai quali messaggi io rispondo con emoticon tristi o con Link a psicoterapeuti.
No perché se non rispondo poi mi telefona per sapere perché ho visualizzato e non risposto.
D'estate quando lei prende ferie andiamo qualche volta al mare. Ma se io ho da fare lei al mare non ci va. E mi sento in colpa. È normale??
Io le voglio bene e voglio aiutarla ma certe volte sento un peso enorme. Non posso essere io il surrogato di tutto quello che le manca.
Io ho un marito una figlia e una vita da vivere.
Cosa mai di miracoloso potrei fare?
Come devo comportarmi? Sbaglio qualcosa?
Ho una sorella quasi 60enne in terapia farmacologica da più di 20 anni.
È nubile, lavora ma non ha vita sociale.
Il fatto di non essersi sposata e non avere avuto figli è un gran peso per lei.
Il lavoro è l'unica cosa che la fa stare bene ma tornata a casa (vive con nostra madre 80enne) passa le giornate lunga sul letto a guardare la tv.
Ha fatto un paio di volte psicoterapia ma mai portare a termine.
Si sente incompresa, sola ma al tempo stesso rifiuta le poche occasioni per uscire. Tranne che con me ovviamente.
Nei mesi scorsi mia sorella ha cambiato terapia farmacologica ma non si è notato granché.
Il mio parere è che debba andare da uno psicoterapeuta.
Ma non c'è verso.
Aveva iniziato con una dottoressa (al primo appuntamento c'ero anche io) ma poi dopo 4 sedute ha lasciato perdere.
Senza dirmi nulla.
Quando gliel'ho chiesto mi ha risposto che andarci le metteva troppa angoscia...
Quello che vi chiedo è: come devo comportarmi di fronte ai suoi messaggi giornalieri in cui mi manifesta solitudine, tristezza... faccio degli esempi:
"Il mio cuore è vuoto"
"La mia vita è finita"
"Sono vecchia e barbona"
"Sono INFELICE"...
Etc... etc... Tutti più o meno cosi.
Ai quali messaggi io rispondo con emoticon tristi o con Link a psicoterapeuti.
No perché se non rispondo poi mi telefona per sapere perché ho visualizzato e non risposto.
D'estate quando lei prende ferie andiamo qualche volta al mare. Ma se io ho da fare lei al mare non ci va. E mi sento in colpa. È normale??
Io le voglio bene e voglio aiutarla ma certe volte sento un peso enorme. Non posso essere io il surrogato di tutto quello che le manca.
Io ho un marito una figlia e una vita da vivere.
Cosa mai di miracoloso potrei fare?
Come devo comportarmi? Sbaglio qualcosa?
[#1]
Gentile utente,
purtroppo non è possibile fare nulla di "miracoloso",
e questo - nel trascorrere del tempo, degli anni -
crea in chi desidera aiutare uno stato d'animo di "impotenza",
che è proprio quello che traspare dalla Sua mail.
Purtroppo - ancora - non è possibile aiutare chi non vuole, o non riesce,
come potrà leggere anche qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3768-come-aiutare-chi-non-vuole-essere-aiutato.html .
Anzi occorre fare attenzione a non farsi risucchiare
mettendo a rischio il prorpio equilibrio personale, di coppia, genitoriale.
A quanto ci descrive,
sembra che Lei abbia trovato la "giusta distanza", con Sua sorella;
certo, serve a poco, cioè non serve a farla guarire.
In questo senso però non si faccia "ricattare affettivamente", ritenendo che se Lei fosse più presente Sua sorella starebbe bene.
Perchè questo?
Perchè per guarire occorre una decisione personale dell'interessata, cioè Sua sorella; quella decisione che porta ad affrontare con costanza (sia pure con fatica) le terapie specifiche:
farmaci + psicoterapia:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .
Come conclusione sembra corretta la Sua frase:
".. Non posso essere io il surrogato di tutto quello che le manca...".
Auspico di essere stata chiara,
anche se non troppo "consolatoria".
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
purtroppo non è possibile fare nulla di "miracoloso",
e questo - nel trascorrere del tempo, degli anni -
crea in chi desidera aiutare uno stato d'animo di "impotenza",
che è proprio quello che traspare dalla Sua mail.
Purtroppo - ancora - non è possibile aiutare chi non vuole, o non riesce,
come potrà leggere anche qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3768-come-aiutare-chi-non-vuole-essere-aiutato.html .
Anzi occorre fare attenzione a non farsi risucchiare
mettendo a rischio il prorpio equilibrio personale, di coppia, genitoriale.
A quanto ci descrive,
sembra che Lei abbia trovato la "giusta distanza", con Sua sorella;
certo, serve a poco, cioè non serve a farla guarire.
In questo senso però non si faccia "ricattare affettivamente", ritenendo che se Lei fosse più presente Sua sorella starebbe bene.
Perchè questo?
Perchè per guarire occorre una decisione personale dell'interessata, cioè Sua sorella; quella decisione che porta ad affrontare con costanza (sia pure con fatica) le terapie specifiche:
farmaci + psicoterapia:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .
Come conclusione sembra corretta la Sua frase:
".. Non posso essere io il surrogato di tutto quello che le manca...".
Auspico di essere stata chiara,
anche se non troppo "consolatoria".
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Capisco... capisco veramente.
La situazione che Lei vive è stata ampiamente studiata dalla Psicologia proprio per i risvolti drammatici che possono colpire chi assiste o "accompagna" chi soffre
e a cui occorre fare molta attenzione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1156-il-cargiver-familiare-e-il-burden.html .
Dott. Brunialti
La situazione che Lei vive è stata ampiamente studiata dalla Psicologia proprio per i risvolti drammatici che possono colpire chi assiste o "accompagna" chi soffre
e a cui occorre fare molta attenzione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1156-il-cargiver-familiare-e-il-burden.html .
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Buonasera dottoressa
Sì Va avanti tra alti e bassi. Oggi è un momento no.
Mi domanda via chat:
"Che senso ha andarmi a fare le unghie se sono infelice?"
Ho risposto "ha sempre senso. Comunque sono domande da fare ad uno psicologo"
Lei: "cercherò di esimermi dal fare domande"
...
La prego. Mi dica cosa devo fare. Come devo rispondere.
Sto cominciando ad arrabbiarmi.
Sì Va avanti tra alti e bassi. Oggi è un momento no.
Mi domanda via chat:
"Che senso ha andarmi a fare le unghie se sono infelice?"
Ho risposto "ha sempre senso. Comunque sono domande da fare ad uno psicologo"
Lei: "cercherò di esimermi dal fare domande"
...
La prego. Mi dica cosa devo fare. Come devo rispondere.
Sto cominciando ad arrabbiarmi.
[#5]
Migliore sarebbe stato:
"La risposta la devi trovare dentro di te, cara".
Ogni consiglio o risposta che Lei dà
La sottopone a critiche,
e al contempo La mette di fronte alla propria impotenza:
non si può aiutare chi non vuole/può essere aiutato.
.... ma ne abbiamo già parlato.
Come Lei correttamente osserva, siete sempre allo stesso punto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
"La risposta la devi trovare dentro di te, cara".
Ogni consiglio o risposta che Lei dà
La sottopone a critiche,
e al contempo La mette di fronte alla propria impotenza:
non si può aiutare chi non vuole/può essere aiutato.
.... ma ne abbiamo già parlato.
Come Lei correttamente osserva, siete sempre allo stesso punto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#8]
Utente
Sa cosa è successo?
Da quel messaggio mia sorella non mi scrive più e mi parla freddamente.
E ci sto male? È colpa mia?
Gli ho detto di chiamare mia figlia tredicenne e lei mi risponde che non lo farà perché mia figlia non gradisce e le sue telefonate.
Il punto è che ora mia figlia non gradisce le attenzioni di nessuno ma lei la prende sul personale.
Devo dire a mia figlia di provare pena per la zia e obbligarla ad essere gentile?
È veramente difficile
Da quel messaggio mia sorella non mi scrive più e mi parla freddamente.
E ci sto male? È colpa mia?
Gli ho detto di chiamare mia figlia tredicenne e lei mi risponde che non lo farà perché mia figlia non gradisce e le sue telefonate.
Il punto è che ora mia figlia non gradisce le attenzioni di nessuno ma lei la prende sul personale.
Devo dire a mia figlia di provare pena per la zia e obbligarla ad essere gentile?
È veramente difficile
[#9]
Sì, è difficile.
Ma... "Ama gli altri COME te stesso", dice il Saggio.
Il rispetto per la propria persona è fondamentale,
al fine di non finire risucchiati da una sofferenza (o dichiarata tale) senza fine e senza confini.
Dott. Brunialti
Ma... "Ama gli altri COME te stesso", dice il Saggio.
Il rispetto per la propria persona è fondamentale,
al fine di non finire risucchiati da una sofferenza (o dichiarata tale) senza fine e senza confini.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 4.8k visite dal 04/01/2020.
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