Non riesco a capire quali sentimenti alimentato il legame con il mio ragazzo
Siamo fidanzati da due anni e mezzo e subito dopo che ci siamo conosciuti siamo andati a vivere insieme.
La scelta è stata scelta principalmente sua, nel senso che vivevamo entrambi da soli e in ogni caso condividevamo sempre l’una o l’altra casa, quindi - a detta sua - era più una questione di praticità ed economicità.
Lui è un ragazzo con la testa sulle spalle ed è molto dedito al suo lavoro e alle sue responsabilità, parla sempre di famiglia e della volontà di fare dei figli.
È un fidanzato che si impegna nella relazione e sarebbe difficile muovergli delle accuse concrete di mancanze o di egoismo.
Cerca di non farmi mancare niente e di accontentarmi, non ho mai nutrito dubbi sulla sua fedeltà.
Potrebbe sembrare il ragazzo perfetto, in realtà a volte ho la sensazione che la sua sia solo una finzione perché ha bisogno di una vita perfetta di una ragazza accanto di una famiglia etc e che in realtà tutto questo suo impegno non sia frutto di amore ma solo di dedizione alla causa e al suo scopo che è quello di alimentare la sua immagine e la sua vita ideale e perché comunque è una persona che non sa stare sola ed ha necessità di stare con qualcuno.
Tuttavia, ci sono alcune cose che non mi spiego.
In primis è una persona che non ascolta (non solo me, nessuno.
Anzi con me cerca di impegnarsi ma comunque spesso si assenta).
È incapace di ascoltare.
Poi, per esempio quando litighiamo, e litighiamo spesso, lui da devoto innamorato, improvvisamente minaccia di andarsene, di essersi stufato, di amarmi ma non di non essere felice e mi attacca accusandomi sempre a me e non mettendosi mai nelle condizioni di pensare che forse potrebbe aver sbagliato lui.
Non è in grado di chiedere scusa ne di fare compromessi.
A differenza sua, i miei attacchi sono sempre più velati e comunque cerco sempre di fare anche un mea culpa.
In più, lui raramente cerca il dialogo e i motivi che stanno dietro le mie sofferenze e lamentele nei suoi confronti.
Non so se dipenda dalla diversità di carattere ma ingenuamente, credo, che una persona innamorata, intenta a far funzionare una relazione, si ponga come obiettivo quello di capire le motivazioni di insoddisfazione che l’altra persona ha e di venirle incontro, in qualche modo.
Lui, al contrario, si pone sempre un gradino in su e dice io sono così se non ti sto bene, cercane un altro.
Si rifiuta di guardare e di capire.
In più, nonostante quando non ci sono parla bene di me, in mia presenza e in gruppo è come se fosse sempre in sfida con me, è come se non lo sentissi mai dalla mia parte ma sempre come una persona dalle cui accuse difendermi.
Mi contesta tutto e cerca sempre di far vedere agli altri che lui è quello buono e io quella cattiva.
Io non riesco a capire se mi ama veramente, a suo modo, o se il suo è solo egoismo e bisogno di avere qualcuno vicino.
sempre pronto a vivere la vita come se fosse su un palcoscenico.
A questo punto il problema è lui o sono io che non riesco ad accettare i suoi difetti?
La scelta è stata scelta principalmente sua, nel senso che vivevamo entrambi da soli e in ogni caso condividevamo sempre l’una o l’altra casa, quindi - a detta sua - era più una questione di praticità ed economicità.
Lui è un ragazzo con la testa sulle spalle ed è molto dedito al suo lavoro e alle sue responsabilità, parla sempre di famiglia e della volontà di fare dei figli.
È un fidanzato che si impegna nella relazione e sarebbe difficile muovergli delle accuse concrete di mancanze o di egoismo.
Cerca di non farmi mancare niente e di accontentarmi, non ho mai nutrito dubbi sulla sua fedeltà.
Potrebbe sembrare il ragazzo perfetto, in realtà a volte ho la sensazione che la sua sia solo una finzione perché ha bisogno di una vita perfetta di una ragazza accanto di una famiglia etc e che in realtà tutto questo suo impegno non sia frutto di amore ma solo di dedizione alla causa e al suo scopo che è quello di alimentare la sua immagine e la sua vita ideale e perché comunque è una persona che non sa stare sola ed ha necessità di stare con qualcuno.
Tuttavia, ci sono alcune cose che non mi spiego.
In primis è una persona che non ascolta (non solo me, nessuno.
Anzi con me cerca di impegnarsi ma comunque spesso si assenta).
È incapace di ascoltare.
Poi, per esempio quando litighiamo, e litighiamo spesso, lui da devoto innamorato, improvvisamente minaccia di andarsene, di essersi stufato, di amarmi ma non di non essere felice e mi attacca accusandomi sempre a me e non mettendosi mai nelle condizioni di pensare che forse potrebbe aver sbagliato lui.
Non è in grado di chiedere scusa ne di fare compromessi.
A differenza sua, i miei attacchi sono sempre più velati e comunque cerco sempre di fare anche un mea culpa.
In più, lui raramente cerca il dialogo e i motivi che stanno dietro le mie sofferenze e lamentele nei suoi confronti.
Non so se dipenda dalla diversità di carattere ma ingenuamente, credo, che una persona innamorata, intenta a far funzionare una relazione, si ponga come obiettivo quello di capire le motivazioni di insoddisfazione che l’altra persona ha e di venirle incontro, in qualche modo.
Lui, al contrario, si pone sempre un gradino in su e dice io sono così se non ti sto bene, cercane un altro.
Si rifiuta di guardare e di capire.
In più, nonostante quando non ci sono parla bene di me, in mia presenza e in gruppo è come se fosse sempre in sfida con me, è come se non lo sentissi mai dalla mia parte ma sempre come una persona dalle cui accuse difendermi.
Mi contesta tutto e cerca sempre di far vedere agli altri che lui è quello buono e io quella cattiva.
Io non riesco a capire se mi ama veramente, a suo modo, o se il suo è solo egoismo e bisogno di avere qualcuno vicino.
sempre pronto a vivere la vita come se fosse su un palcoscenico.
A questo punto il problema è lui o sono io che non riesco ad accettare i suoi difetti?
[#1]
Mi sembra di vedere le caratteristiche di un rapporto sbilanciato, per lo meno. Le sue osservazioni rivelano intelligenza e onestà. Quindi, se corrisposta in queste disposizioni e se amata, dovrebbe sentirsi felice. Forse il progetto di convivenza è stato intempestivo. Tenga presente che i rapporti di abuso psicologico iniziano con le stesse sensazioni che lei prova. Magari non è questo il caso ma ha fatto bene e farà bene a confrontarsi e a non chiudersi.
Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937
[#2]
Utente
Anche io, spesso, (quando litighiamo), ho la sensazione che lui tenti di condizionarmi e controllarmi attraverso dei ricatti morali affinchè io mi adegui alla sua visione, che chiaramente lui considera essere quella giusta, per entrambi! E' anche vero però, che quasi sempre sono io a creare motivi di discussione o lamentarmi per qualcosa in lui che non mi convince. Lui in questo è più stabile e raramente inizia uno scontro, quindi il più delle volte lascia che sia io a scegliere le cose e a deciderle così da non creare un motivo di litigio. Questo alimenta ancora di più la sensazione che lui viva la vita di coppia come un rifugio in cui cercare affetto, e non come luogo di confronto e di condivisione. Questa contrapposizione, in termini e in fatti, mi lascia confusa.
La ringrazio per il consulto.
La ringrazio per il consulto.
[#3]
Forse lei ha bisogno di uno spazio di elaborazione personale, in una cornice protetta e dedicata, per comprendere le aree proprie che cercano chiarificazione, per poter scegliere più nitidamente e consentire così a se stessa il cambiamento desiderato. Si avvertono dalle sue parole, così ben formulate, le sue indubbie potenzialità. Lei è capace di distinguere i diversi profondi atteggiamenti del suo compagno e di lei. Comprendere se e in che modo possano integrarsi sarà l'esito di un percorso suo di elaborazione, che le rivelerà non solo lo "stato" delle cose, ma soprattutto quel che corrisponde a lei e la capacità di scegliere in sintonia con la propria personalità.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 03/01/2020.
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