Rapporto madre-figlia distruttivo
Salve a tutti, dopo giorni e giorni di riflessione mi sono decisa a scrivere qui perché sento di stare esaurendo le mie energie.
Come da titolo, il problema è il rapporto con mia madre.
Sono una ragazza di 27 anni, e ho con lei un rapporto di amore-odio praticamente da tutta la vita.
Non posso negare che sia stata una brava madre, nonostante la violenza nei miei confronti, ma ora le cose sono peggiorate.
Premetto che non ho mai dato problemi, liceo classico, laurea in giurisprudenza a pieni voti, e ora studio per il concorso in magistratura.
i nostri litigi dipendono dal fatto che sono diversa da lei.
Semplicemente.
Mia madre ha moltissimi paletti mentali, mentre io mi ritengo più libera, e quindi sono stata insultata e picchiata perché sono disordinata (lei è fissata con l’ordine: da piccola disegnavo e attaccavo i miei disegni al muro e lei nella rabbia me li strappava), una delusione, una poco di buono.
Per lei unico valore fondamentale della vita è l’ aplomb e là signorilità.
Per farvi un esempio: a 18 anni andai ad un concerto, mi ripresero in un video in cui ballavo e cantavo, glielo feci vedere: disse che si vergognava di me e del modo per niente signorile con cui assistevo a quel concerto (rock, tra l’altro).
Poi, due anni fa mi sono fidanzata.
Il mio ragazzo è un ingegnere che ha studiato e lavorato tutta la vita per costruire il suo futuro.
Una persona da stimare.
Mia madre mi ha picchiata per un mese dopo averlo conosciuto, perché porta l’orecchino a un orecchio.
Non posso andare a dormire da lui, mai, perché è un comportamento da poco di buono, una cosa schifosa, loro ci fanno una figuraccia e così ci facciamo mettere i piedi in testa (ma da chi?).
Se stiamo fuori un po’ in più mi chiama di continuo, cosa che quando uscivo a 16-17 anni invece non accadeva mai! Se vado da lui una volta in più rispetto a quanto lui venga da me dice stai più lì che qui, corri sempre da lui, quando stai con lui noi non esistiamo più.
Ovviamente non è così.
E quando viene lui da me non ci sentiamo liberi nemmeno di guardare un film nella mia stanza accostando la porta perché questo mi rende sempre una poco di buono.
L’anno scorso ho pregato e pianto per tre mesi per ottenere il permesso di andare con lui tre giorni a firenze.
Questo mi costringe a dire sempre tantissime bugie per poter vivere la mia vita, ma soffro, soprattutto per non far trasparire nulla al mio ragazzo reprimo tutto, e non posso andarmene.
Tutto questo soffrire e pensare mi fa somatizzare con forti mal di testa (che non aiutano nemmeno per lo studio) e ho paura di ammalarmi.
Appena dico di voler essere libera mi risponde che non sono buona a nulla e che da sola non sopravvivrei un giorno, inoltre siccome sono sua figlia devo fare come dice lei.
Ma io non condivido le sue scelte.
Io mi sento felice, voglio abbracciare la vita e la mia giovinezza, e costruire il mio futuro con la persona che ho scelto.
Grazie a chiunque di Voi dedichi anche solo un minuto a rispondermi.
Come da titolo, il problema è il rapporto con mia madre.
Sono una ragazza di 27 anni, e ho con lei un rapporto di amore-odio praticamente da tutta la vita.
Non posso negare che sia stata una brava madre, nonostante la violenza nei miei confronti, ma ora le cose sono peggiorate.
Premetto che non ho mai dato problemi, liceo classico, laurea in giurisprudenza a pieni voti, e ora studio per il concorso in magistratura.
i nostri litigi dipendono dal fatto che sono diversa da lei.
Semplicemente.
Mia madre ha moltissimi paletti mentali, mentre io mi ritengo più libera, e quindi sono stata insultata e picchiata perché sono disordinata (lei è fissata con l’ordine: da piccola disegnavo e attaccavo i miei disegni al muro e lei nella rabbia me li strappava), una delusione, una poco di buono.
Per lei unico valore fondamentale della vita è l’ aplomb e là signorilità.
Per farvi un esempio: a 18 anni andai ad un concerto, mi ripresero in un video in cui ballavo e cantavo, glielo feci vedere: disse che si vergognava di me e del modo per niente signorile con cui assistevo a quel concerto (rock, tra l’altro).
Poi, due anni fa mi sono fidanzata.
Il mio ragazzo è un ingegnere che ha studiato e lavorato tutta la vita per costruire il suo futuro.
Una persona da stimare.
Mia madre mi ha picchiata per un mese dopo averlo conosciuto, perché porta l’orecchino a un orecchio.
Non posso andare a dormire da lui, mai, perché è un comportamento da poco di buono, una cosa schifosa, loro ci fanno una figuraccia e così ci facciamo mettere i piedi in testa (ma da chi?).
Se stiamo fuori un po’ in più mi chiama di continuo, cosa che quando uscivo a 16-17 anni invece non accadeva mai! Se vado da lui una volta in più rispetto a quanto lui venga da me dice stai più lì che qui, corri sempre da lui, quando stai con lui noi non esistiamo più.
Ovviamente non è così.
E quando viene lui da me non ci sentiamo liberi nemmeno di guardare un film nella mia stanza accostando la porta perché questo mi rende sempre una poco di buono.
L’anno scorso ho pregato e pianto per tre mesi per ottenere il permesso di andare con lui tre giorni a firenze.
Questo mi costringe a dire sempre tantissime bugie per poter vivere la mia vita, ma soffro, soprattutto per non far trasparire nulla al mio ragazzo reprimo tutto, e non posso andarmene.
Tutto questo soffrire e pensare mi fa somatizzare con forti mal di testa (che non aiutano nemmeno per lo studio) e ho paura di ammalarmi.
Appena dico di voler essere libera mi risponde che non sono buona a nulla e che da sola non sopravvivrei un giorno, inoltre siccome sono sua figlia devo fare come dice lei.
Ma io non condivido le sue scelte.
Io mi sento felice, voglio abbracciare la vita e la mia giovinezza, e costruire il mio futuro con la persona che ho scelto.
Grazie a chiunque di Voi dedichi anche solo un minuto a rispondermi.
[#1]
Gentile utente,
la situazione che descrive è radicata e complessa, proprio perché non si tratta solo di entrare in conflitto con un'altra persona, ma con una parte di sé. Ciò che spesso accade in situazioni del genere, infatti, è che si interiorizzano tutte le critiche subite, per cui anche allontanandosi dalla persona che ci critica, una voce dentro di noi continua a sminuirci, a dirci che stiamo sbagliando.
La situazione che descrive denota un'incongruenza tra l'equilibrio di poteri che c'è nella sua famiglia e l'età che ha. Ormai è un'adulta, e mi domando quanto lei stia ancora aspettando un'approvazione da parte di sua madre, che potrebbe non arrivare mai.
Un domani avrà un lavoro e potrà rendersi indipendente economicamente, andare via di casa, e questo potrebbe in parte aiutarla a svincolarsi, ma finché non lavora sul senso di dipendenza emotiva da sua madre, rischia di portarsi dietro queste difficoltà anche altrove, anche nella sua vita futura. C'è un blocco nell'evoluzione della relazione, ha mai pensato di intraprendere un percorso terapeutico per affrontarlo?
Saluti
la situazione che descrive è radicata e complessa, proprio perché non si tratta solo di entrare in conflitto con un'altra persona, ma con una parte di sé. Ciò che spesso accade in situazioni del genere, infatti, è che si interiorizzano tutte le critiche subite, per cui anche allontanandosi dalla persona che ci critica, una voce dentro di noi continua a sminuirci, a dirci che stiamo sbagliando.
La situazione che descrive denota un'incongruenza tra l'equilibrio di poteri che c'è nella sua famiglia e l'età che ha. Ormai è un'adulta, e mi domando quanto lei stia ancora aspettando un'approvazione da parte di sua madre, che potrebbe non arrivare mai.
Un domani avrà un lavoro e potrà rendersi indipendente economicamente, andare via di casa, e questo potrebbe in parte aiutarla a svincolarsi, ma finché non lavora sul senso di dipendenza emotiva da sua madre, rischia di portarsi dietro queste difficoltà anche altrove, anche nella sua vita futura. C'è un blocco nell'evoluzione della relazione, ha mai pensato di intraprendere un percorso terapeutico per affrontarlo?
Saluti
Dr.ssa Valentina Bovio - Psicologa Psicoterapeuta
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa,
Innanzitutto la ringrazio per la risposta che, effettivamente, è stata per me uno scossone.
È esattamente come ha detto lei. Io parto dal presupposto di essere sbagliata .
Aggiungo che ultimamente sempre di più sto capendo che qualunque cosa faccia, quest’approvazione non arriverà, perché appena assecondo una sua critica, lei trova un altro appiglio per disapprovare qualche mia scelta.
Soffro molto perché appena provo a distaccarmi sento un forte senso di colpa ed è come se mi dispiacesse per lei. Forse è un vero e proprio ricatto psicologico? C’è da dire che io tendo ad assecondarla per evitare litigi in casa (che sfociano in tragedie) perché ho bisogno di tranquillità per mantenere la concentrazione giusta per studiare, anche se sono logorata ugualmente.
C’è un’ulteriore difficoltà: in questa cosa sono sola. Mio fratello (la persona più importante per me) la pensa esattamente come lei in tutto e mio padre uguale, anche se mi è più vicino e mi viene in contro più facilmente. Sul fatto di andare a dormire dal mio ragazzo, inoltre, lei dice che in famiglia non lo ha mai fatto nessuno e prende sempre ad esempio le fidanzate dei miei cugini che non sono mai andate a dormire da loro, se io lo facessi lei ci farebbe una figuraccia.
Per quanto riguarda il percorso terapeutico, invece, ci avevo pensato, ma lei non accetterebbe. Non si mette mai in discussione con me, è convinta di avere ragione. Una volta (in occasione del weekend a Firenze) provai a farla parlare con una mia zia più giovane e con cui ogni tanto mi sfogo: fece finta di ascoltare ma poi mi picchiò, perché disse che chi non si comporta come lei è gente di basso livello e a lei fa schifo che io possa essere simile a loro. Credo che a furia di mazzate lei sia convinta di raddrizzarmi , ma invece mi porta solo a fare pensieri molto brutti, o comunque di andarmene di casa e abbandonare tutto.
Grazie ancora per avermi ascoltata, approfitto per farle tanti auguri per il nuovo anno :)
Innanzitutto la ringrazio per la risposta che, effettivamente, è stata per me uno scossone.
È esattamente come ha detto lei. Io parto dal presupposto di essere sbagliata .
Aggiungo che ultimamente sempre di più sto capendo che qualunque cosa faccia, quest’approvazione non arriverà, perché appena assecondo una sua critica, lei trova un altro appiglio per disapprovare qualche mia scelta.
Soffro molto perché appena provo a distaccarmi sento un forte senso di colpa ed è come se mi dispiacesse per lei. Forse è un vero e proprio ricatto psicologico? C’è da dire che io tendo ad assecondarla per evitare litigi in casa (che sfociano in tragedie) perché ho bisogno di tranquillità per mantenere la concentrazione giusta per studiare, anche se sono logorata ugualmente.
C’è un’ulteriore difficoltà: in questa cosa sono sola. Mio fratello (la persona più importante per me) la pensa esattamente come lei in tutto e mio padre uguale, anche se mi è più vicino e mi viene in contro più facilmente. Sul fatto di andare a dormire dal mio ragazzo, inoltre, lei dice che in famiglia non lo ha mai fatto nessuno e prende sempre ad esempio le fidanzate dei miei cugini che non sono mai andate a dormire da loro, se io lo facessi lei ci farebbe una figuraccia.
Per quanto riguarda il percorso terapeutico, invece, ci avevo pensato, ma lei non accetterebbe. Non si mette mai in discussione con me, è convinta di avere ragione. Una volta (in occasione del weekend a Firenze) provai a farla parlare con una mia zia più giovane e con cui ogni tanto mi sfogo: fece finta di ascoltare ma poi mi picchiò, perché disse che chi non si comporta come lei è gente di basso livello e a lei fa schifo che io possa essere simile a loro. Credo che a furia di mazzate lei sia convinta di raddrizzarmi , ma invece mi porta solo a fare pensieri molto brutti, o comunque di andarmene di casa e abbandonare tutto.
Grazie ancora per avermi ascoltata, approfitto per farle tanti auguri per il nuovo anno :)
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.4k visite dal 30/12/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.