Diffidenza
Gentilissimi,
Sono una ragazza di 28 anni.
Da qualche mese sto insieme ad un ragazzo di 32 anni.
In seguito ad una serie di esperienze negative nella mia vita sia con ragazzi sia con la perdita di mia madre, sono giunta alla disamina di aver dentro di me accumulato un senso di rabbia latente che non si manifesta ad esempio con invidia nei confronti degli altri, ma con la presunzione di voler che tutte le cose vadano come io credo che debbano andare.
Questo non grava sui rapporti di amicizia, ne ho diversi di lunga durata, ma sui rapporti amorosi, in cui ogni indizio per me diventa esempio di mancato interesse, non credo alla minima cosa che il partner mi dice, creando un circolo vizioso che nuoce in primis me.
La mia ultima storia seria invece risale a 4 anni fa, durata un anno, con un ragazzo mio coetaneo che non ha saputo gestirmi e di conseguenza ci siamo lasciati.
Forse da quest' ultima storia ho capito che c'era un problema anche da parte mia, ma in quel frangente non ho avuto modo di darmi un ' opportunità di cambiare e magari guarire, perché dopo che lui esasperato mi ha lasciato per poi ritornare in lacrime il mese dopo, io ho deciso di non continuare perché si era rotto qualcosa.
L' occasione per affrontare il discorso col mio attuale ragazzo si è data in questi giorni dopo una serie di litigi, dove non abbiamo fatto altro che ferirci l' un l'altro.
Il tutto è iniziato dal fatto che mi ha rivelato di essere andato a volte a prendere dei caffè con un ' amica, che Mi ha nominato diverse volte, ma non me l'ha detto prima perché sapeva bene che io non avrei accettato (non lo nego) e anche perché nascevano questioni su cose minime, figuriamoci su questa cosa.
Da questa bugia per entrambi per due settimane è stato difficile trovare un equilibrio, in quanto io già diffidente e paranoica in tutto, avevo trovato conferma alle mie paranoie e non riuscivo a superare il torto subito.
C'è da dire che sempre il mio attuale ragazzo esce invece da una storia di 12 anni, una storia dal punto di vista della fiducia molto equilibrata (forse solo da quel punto di vista) , e lui mi ha rivelato di non essersi mai comportato così prima e che adesso vive in uno stato di ansia perenne per ogni cosa.
Questo probabilmente lo ha portato a mandare da ubriaco, una sera che avevamo litigato, un messaggio alla ex (rivelatomi stesso da lui) scrivendole un saluto, per poi rendersi conto il giorno dopo della stupidaggine, che ha chiarito anche con lei, non aveva senso nè motivazione.
Lei sarebbe disposta anche a tornarci, ma lui non vuole, e se volesse non vedo cosa lo freni.
Questa cosa mi ha molto ferito, perché se una persona da ubriaco contatta un' ex che da quanto so non ama neppure più già da anni prima di lasciarsi, si vede che io porto sempre la gente all' esasperazione.
Lui ha sbagliato tanto.
Ma per me stessa come posso fare per fidarmi, facendo vivere bene l'altro e far sì che non sia solo una decisione mia del momento che a breve dimenticherò?
Sono una ragazza di 28 anni.
Da qualche mese sto insieme ad un ragazzo di 32 anni.
In seguito ad una serie di esperienze negative nella mia vita sia con ragazzi sia con la perdita di mia madre, sono giunta alla disamina di aver dentro di me accumulato un senso di rabbia latente che non si manifesta ad esempio con invidia nei confronti degli altri, ma con la presunzione di voler che tutte le cose vadano come io credo che debbano andare.
Questo non grava sui rapporti di amicizia, ne ho diversi di lunga durata, ma sui rapporti amorosi, in cui ogni indizio per me diventa esempio di mancato interesse, non credo alla minima cosa che il partner mi dice, creando un circolo vizioso che nuoce in primis me.
La mia ultima storia seria invece risale a 4 anni fa, durata un anno, con un ragazzo mio coetaneo che non ha saputo gestirmi e di conseguenza ci siamo lasciati.
Forse da quest' ultima storia ho capito che c'era un problema anche da parte mia, ma in quel frangente non ho avuto modo di darmi un ' opportunità di cambiare e magari guarire, perché dopo che lui esasperato mi ha lasciato per poi ritornare in lacrime il mese dopo, io ho deciso di non continuare perché si era rotto qualcosa.
L' occasione per affrontare il discorso col mio attuale ragazzo si è data in questi giorni dopo una serie di litigi, dove non abbiamo fatto altro che ferirci l' un l'altro.
Il tutto è iniziato dal fatto che mi ha rivelato di essere andato a volte a prendere dei caffè con un ' amica, che Mi ha nominato diverse volte, ma non me l'ha detto prima perché sapeva bene che io non avrei accettato (non lo nego) e anche perché nascevano questioni su cose minime, figuriamoci su questa cosa.
Da questa bugia per entrambi per due settimane è stato difficile trovare un equilibrio, in quanto io già diffidente e paranoica in tutto, avevo trovato conferma alle mie paranoie e non riuscivo a superare il torto subito.
C'è da dire che sempre il mio attuale ragazzo esce invece da una storia di 12 anni, una storia dal punto di vista della fiducia molto equilibrata (forse solo da quel punto di vista) , e lui mi ha rivelato di non essersi mai comportato così prima e che adesso vive in uno stato di ansia perenne per ogni cosa.
Questo probabilmente lo ha portato a mandare da ubriaco, una sera che avevamo litigato, un messaggio alla ex (rivelatomi stesso da lui) scrivendole un saluto, per poi rendersi conto il giorno dopo della stupidaggine, che ha chiarito anche con lei, non aveva senso nè motivazione.
Lei sarebbe disposta anche a tornarci, ma lui non vuole, e se volesse non vedo cosa lo freni.
Questa cosa mi ha molto ferito, perché se una persona da ubriaco contatta un' ex che da quanto so non ama neppure più già da anni prima di lasciarsi, si vede che io porto sempre la gente all' esasperazione.
Lui ha sbagliato tanto.
Ma per me stessa come posso fare per fidarmi, facendo vivere bene l'altro e far sì che non sia solo una decisione mia del momento che a breve dimenticherò?
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Guardi, non trascuri questo stato d'animo, questo approccio con l'amore che ha descritto così lucidamente. Mi sembra abbastanza attrezzata per trarre il massimo beneficio da un lavoro psicologico da farsi con uno psicoterapeuta. Contrariamente a quel che si può pensare, non tutti sono subito pronti per un lavoro del genere, anche se tentare è sempre positivo.
C'è davvero molta diffidenza se non riesce ad apprezzare la sincerità del suo ragazzo (che peraltro ha fatto una cosa del tutto innocente), a vederla come un'apertura di dialogo su un problema serio tra voi. La diffidenza così grande è il sintomo di un animo molto ferito, e bisogna prendersene cura assolutamente al più presto, prima che rovini la vita propria e altrui.
C'è davvero molta diffidenza se non riesce ad apprezzare la sincerità del suo ragazzo (che peraltro ha fatto una cosa del tutto innocente), a vederla come un'apertura di dialogo su un problema serio tra voi. La diffidenza così grande è il sintomo di un animo molto ferito, e bisogna prendersene cura assolutamente al più presto, prima che rovini la vita propria e altrui.
Dr.ssa Eleonora Arduino
psicologa-psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 30/12/2019.
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