Omosessualità e sesso

Sono omosessuale e finalmente, dopo tanti anni in cui ho praticato solo la masturbazione in solitaria, sto iniziando a frequentare altri uomini.
A differenza dei partner che ho conosciuto, non manifesto un grande interesse per il loro organo sessuale, preferendo carezze, effusioni e baci, al posto di ricevere sesso orale e masturbazione.


Il mio problema sta nel fatto che il mio pene va sì in erezione però, quando mi scambio baci e carezze, tende a rilassarsi.
Se il partner pratica sesso orale o mi masturba io non provo eccitazione tale da raggiungere l'orgasmo.
Anzi queste pratiche mi lasciano quasi indifferente.
L'orgasmo riesco a raggiungerlo masturbandomi da solo dopo circa 15-20 minuti.
Non faccio uso di pornografia (non la trovo interessante o eccitante) e mi piace di più guardare i corpi maschili.


Tutto questo mi sta gettando in confusione, in quanto vedo il mio partner che raggiunge l'orgasmo con il sesso orale e la masturbazione, mentre io preferisco più un contatto emotivo e non necessariamente sessuale.


Quando mi masturbo tendo ad avere immagini nella mia mente e così raggiungo l'orgasmo.
Invece a letto con il mio partner preferisco scambiare effusioni e mi rende felice il fatto di provocare piacere a lui.
Tutto questo però sembra limitare una sessualità appagante e soprattutto condivisa con il partner, in quanto al mio partner piacerebbe anche che io "godessi" e che fosse lui a farmi raggiungere l'orgasmo.
Questo a me dispiace, perchè a lui tengo molto e vorrei potergli dare il 100%.


Scrivo a voi per sapere se da parte mia ci sia un blocco o se il mio comportamento sia semplicemente una delle possibilità di vivere la sessualità che devo semplicemente accettare.
Al mio partner sembra strano che io non provi piacere quando lui mi masturba o mi pratica del sesso orale e che il mio pene dopo un po' si "rilassi" come se tutto fosse tranquillo.
E anche io comincio a pormi qualche domanda, sperando che questo non pregiudichi la mia vita sessuale.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Vorrebbe sapere se
- ".. da parte mia ci sia un blocco o
- se il mio comportamento sia semplicemente una delle possibilità di vivere la sessualità che devo semplicemente accettare..".

Entrambe le ipotesi sono valide,
ma solo una Consulenza psico-sessuologica *di persona* potrà sciogliere il dilemma
e permetterVi di vivere la sessualità in modo più rilassato per entrambi.

Infatti online non possediamo proprio nessun elemento per fornire un parere "serio e documentato" su un aspetto così legato alla sfera intima personale,
che abbisogna dunque di un colloquio clinico di persona.

Nel frattempo stia sereno.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie della risposta. Le pongo una domanda in modo netto: una sola seduta da uno psicoterapeuta (meglio se specializzato in sessuologia) sarebbe sufficiente a rispondere alla mia domanda?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Ottima domanda.

Ecco la risposta: anche la "Terapia a seduta singola" può essere molto efficace
per interrogativi come il Suo.
Purtroppo non sono ancora molti gli Psy perfezionati in tale metodo e - al contempo - con una esperienza tale in "psicoterapia breve" da renderli veramente competenti ed efficaci.
Era questo il "qualche elemento in più" a cui fa cenno nella apprezzata val.?

Per documentarsi al riguardo: https://www.medicitalia.it/news/psicologia/7761-la-psicoterapia-a-seduta-singola.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Utente
Grazie di nuovo dottoressa per il chiarimento. In realtà quel "qualche elemento in più" si riferiva a qualche considerazione sulla mia situazione a livello sessuale, se cioè il "problema" da me descritto si riscontra in altri soggetti, se è normale per un omosessuale trovare queste apparenti difficoltà, se le cose che ho detto fanno pensare a un "disturbo" della sessualità. So che la prima cosa che le verrà in mente sarà di rimandarmi a un confronto diretto con un terapeuta, però a me potrebbe essere utile avere qualche elemento in più per riflettere e che lei potrebbe darmi sulla base della sua esperienza di terapeuta (se le sono capitati casi simili).
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

le discrepanze di cui Lei ci parla, sì, le abbiamo riscontrate,
in coppie omo, etero, altro.

Questo però non significa sapere a priori e automaticamente se esse siano da attribuire
a tratti personali,
alla propria storia affettivo-sessuale,
ad abitudini contratte e consolidate nel tempo,
a "blocchi" superabili o meno.
E' questo specifico aspetto che implica il ricorso *di persona*,
perchè solo attraverso il colloquio clinico l'Esperto si rende conto del "dove" collocare il comportamento descritto.
E - di conseguenza - suggerirne
l'accettazione,
il cambiamento,
i modi per superare il "blocco" eventuale.

Mi andava di fornire questa "aggiunta di risposta"
perchè spesso chi ci legge ritiene che l'invio che noi facciamo ad un *consulto di persona*
sia una scorciatoia per non dare una risposta articolata.
Quando invece una risposta nel merito potrebbe essere un puro esercizio di .. fantasia professionale
anzichè una prova di competenza.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti