Elaborazione lutto e paura di morire
Buonasera a tutti, sono una ragazza di 26 anni.
Lo scorso anno ho subito due lutti in famiglia nel giro di sei mesi. Ho perduto i miei zii, fratelli di mio padre. Il primo cardiopatico, il secondo dilaniato da un tumore. Come potrete immaginare i mesi prima dei loro decessi sono stati decisamente burrascosi, un continuo via vai tra ospedali e un costante ricevere pessime notizie. Ho visto mio padre sempre più disperato. Non so nemmeno quante lacrime abbiamo versato tutti...siamo una famiglia piuttosto unita. Alla morte del mio primo zio, la notizia è arrivata in piena notte, ricordo ancora lo squillo del telefono e il terrore che ho provato nell'apprendere l'accaduto.
Il mio problema è che è passato quasi un anno dalla prima perdita, ma da allora ho iniziato ad accusare alcuni "malesseri".
Ad esempio mi capita di avere delle fitte allo sterno, oppure una improvvisa sensazione di bruciore al petto. L'ultima volta mi è capitata qualche giorno fa in piscina. quella notte non ho dormito dalla paura di poter avere un infarto. credo di esser stata sempre un pò ipocondriaca, ma ora, soprattutto la sera quando mi corico, inizio ad avere battiti del cuore accellerati, non riesco a prender sonno e son convinta di morire da un momento all'altro. Poco prima che morisse il primo dei miei zii, è mancato un conoscente, un giovane della mia età a causa di un infarto. questo pensiero non fa che aumentare questa mia paura di esser malata. Al primo mal di testa, o se sento una particolare pulsione mi convinco di avere un tumore. Insomma... le malattie dei miei zii. Di giorno mi sento più tranquilla, ma la sera... è un disastro. certe volte inizio a piangere pensando a loro senza nemmeno rendermene conto. E poi Ho paura che possano star male i miei famigliari... soprattutto mio padre dato che l'ho visto soffrire terribilmente per la perdita dei suoi amati fratelli.
La mia domanda è questa: credo che queste mie paure possono essere ricollegate ai lutti ancora piuttosto recenti ma secondo vuoi sto forse sbagliando l'approccio a questo percorso? mi son sentita dire che ho delle reazioni troppo esagerate... dato che si tratta "solo" di zii. Io credo che l'affetto non si possa misurare dal grado di parentela. Mi infastidiscono molto questi commenti, soprattutto perchè giungono da chi questa esperienza non l'ha mai lontanamente vissuta.
Ringrazio fin d'ora chi vorrà rispondermi.
Lo scorso anno ho subito due lutti in famiglia nel giro di sei mesi. Ho perduto i miei zii, fratelli di mio padre. Il primo cardiopatico, il secondo dilaniato da un tumore. Come potrete immaginare i mesi prima dei loro decessi sono stati decisamente burrascosi, un continuo via vai tra ospedali e un costante ricevere pessime notizie. Ho visto mio padre sempre più disperato. Non so nemmeno quante lacrime abbiamo versato tutti...siamo una famiglia piuttosto unita. Alla morte del mio primo zio, la notizia è arrivata in piena notte, ricordo ancora lo squillo del telefono e il terrore che ho provato nell'apprendere l'accaduto.
Il mio problema è che è passato quasi un anno dalla prima perdita, ma da allora ho iniziato ad accusare alcuni "malesseri".
Ad esempio mi capita di avere delle fitte allo sterno, oppure una improvvisa sensazione di bruciore al petto. L'ultima volta mi è capitata qualche giorno fa in piscina. quella notte non ho dormito dalla paura di poter avere un infarto. credo di esser stata sempre un pò ipocondriaca, ma ora, soprattutto la sera quando mi corico, inizio ad avere battiti del cuore accellerati, non riesco a prender sonno e son convinta di morire da un momento all'altro. Poco prima che morisse il primo dei miei zii, è mancato un conoscente, un giovane della mia età a causa di un infarto. questo pensiero non fa che aumentare questa mia paura di esser malata. Al primo mal di testa, o se sento una particolare pulsione mi convinco di avere un tumore. Insomma... le malattie dei miei zii. Di giorno mi sento più tranquilla, ma la sera... è un disastro. certe volte inizio a piangere pensando a loro senza nemmeno rendermene conto. E poi Ho paura che possano star male i miei famigliari... soprattutto mio padre dato che l'ho visto soffrire terribilmente per la perdita dei suoi amati fratelli.
La mia domanda è questa: credo che queste mie paure possono essere ricollegate ai lutti ancora piuttosto recenti ma secondo vuoi sto forse sbagliando l'approccio a questo percorso? mi son sentita dire che ho delle reazioni troppo esagerate... dato che si tratta "solo" di zii. Io credo che l'affetto non si possa misurare dal grado di parentela. Mi infastidiscono molto questi commenti, soprattutto perchè giungono da chi questa esperienza non l'ha mai lontanamente vissuta.
Ringrazio fin d'ora chi vorrà rispondermi.
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Gentile ragazza, certamente il livello di affetto non è misurabile sulla base del semplice grado di parentela ma dal tipo di rapporto vissuto e sentito. La sua reazione è legittima anche se sta sfociando in un vero e proprio vissuto di angoscia che sta aprendo le porte verso sentimenti depressivi e ipocondriaci. L'elaborazione del lutto è un meccanismo spontaneo ma, a volte, per una serie di fattori diventa un processo troppo lungo e faticosamente risolvibile. Quando ciò accade bisogna accettare l'idea che forse un aiuto esterno può essere utile per superare tale momento. può scegliere di rivolgersi ad uno psichiatra il quale potrebbe fornirle un aiuto farmacologico affinchè possa tamponare il suo senso di angoscia che sta vivendo e/o rivolgersi ad uno psicologo, con quest'ultimo avrebbe la possibilità di elaborare i suoi vissuti e affrontare meglio il lutto.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile ragazza
Non solo l'affetto non si misura dal grado di parentela, ma ciò vale per qualunque altra sensazione che siamo in grado di provare.
Mi pare che il suo problema non sia tanto che lei sta troppo male "solo" perché ha perso due zii, ma che sta male. Quindi indipendentemente da ciò che le dicono gli altri, se ritiene di avere difficoltà a superare il brutto momento, un supporto psicologico potrebbe essere più che adeguato.
Cordiali saluti
Non solo l'affetto non si misura dal grado di parentela, ma ciò vale per qualunque altra sensazione che siamo in grado di provare.
Mi pare che il suo problema non sia tanto che lei sta troppo male "solo" perché ha perso due zii, ma che sta male. Quindi indipendentemente da ciò che le dicono gli altri, se ritiene di avere difficoltà a superare il brutto momento, un supporto psicologico potrebbe essere più che adeguato.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Ex utente
vi ringrazio molto per le risposte così celeri. Sarei felice di riuscire a superare questo brutto momento con le mie forze e con l'aiuto della mia famiglia, ma prenderò comunque in considerazione la possibilità di un supporto psicologico se dovessi sentirmi ancora così. Grazie veramente di cuore.
[#4]
Gentile ragazza,
io credo che davanti a certe situazioni si rimanga veramente disarmati, ci si senta nudi e disarmati avvolti solo da un gran senso di ingiustizia.
Questo, già difficile, stato di cose può essere reso più complesso dall'arrivo della paura; paura di poter essere vittime dello stesso destino o di veder morire allo stesso modo qualche altro caro.
Entro certi limiti questa è una reazione normale, quindi a lei la decisione:
- se ritiene che la sua vita sia centrata su questa preoccupazione allora le suggerisco vivamente di rivolgersi ad uno psichiatra e successivamente ad uno psicologo
- se invece vive tranquillamente e questa preoccupazione, seppur presente, non dilaga a tutte le aree della sua vita allora credo che un bel pò di calore e sostegno famigliare non possano farle altro che bene.
In bocca al lupo
io credo che davanti a certe situazioni si rimanga veramente disarmati, ci si senta nudi e disarmati avvolti solo da un gran senso di ingiustizia.
Questo, già difficile, stato di cose può essere reso più complesso dall'arrivo della paura; paura di poter essere vittime dello stesso destino o di veder morire allo stesso modo qualche altro caro.
Entro certi limiti questa è una reazione normale, quindi a lei la decisione:
- se ritiene che la sua vita sia centrata su questa preoccupazione allora le suggerisco vivamente di rivolgersi ad uno psichiatra e successivamente ad uno psicologo
- se invece vive tranquillamente e questa preoccupazione, seppur presente, non dilaga a tutte le aree della sua vita allora credo che un bel pò di calore e sostegno famigliare non possano farle altro che bene.
In bocca al lupo
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#5]
Ex utente
la ringrazio molto dottoressa Sussarellu, ha capito benissimo come mi sono sentita: disarmata.
Ho provato una così grande angoscia in tutti quei mesi in cui abbiamo seguito il decorso delle malattie dei miei zii che non trovo le parole per descriverla.
Mi sento quasi in colpa dicendo che dopo l'ultimo lutto, la sensazione di essere "svuotata" l'ho vista in maniera quasi positiva: tutta la sofferenza e l'angoscia di quei mesi era arrivata a termine.
in effetti però non ho specificato che questi momenti "bui" non sono costanti. Vanno e vengono più o meno nell'arco di due mesi. Non so se in questo momento sono tornati perchè tra poco ricorrerà un anno dal primo lutto...In precedenza ricordo di averli avuti nel periodo di Natale (la sensazione di vuoto è stata indescrivibile) e ovviamente a caldo appena avvenuti i decessi. E' per questo che sto solo pensando di rivolgermi ad un professionista... cerco solo di capire se questo sia il modo giusto per affrontare la situazione e se queste paure e questa ipocondria siano "normali" conseguenze delle mie sofferenze.
La ringrazio di nuovo tantissimo, mi son sentita molto sollevata a parlare con Lei e con i suoi colleghi.
grazie di cuore
Ho provato una così grande angoscia in tutti quei mesi in cui abbiamo seguito il decorso delle malattie dei miei zii che non trovo le parole per descriverla.
Mi sento quasi in colpa dicendo che dopo l'ultimo lutto, la sensazione di essere "svuotata" l'ho vista in maniera quasi positiva: tutta la sofferenza e l'angoscia di quei mesi era arrivata a termine.
in effetti però non ho specificato che questi momenti "bui" non sono costanti. Vanno e vengono più o meno nell'arco di due mesi. Non so se in questo momento sono tornati perchè tra poco ricorrerà un anno dal primo lutto...In precedenza ricordo di averli avuti nel periodo di Natale (la sensazione di vuoto è stata indescrivibile) e ovviamente a caldo appena avvenuti i decessi. E' per questo che sto solo pensando di rivolgermi ad un professionista... cerco solo di capire se questo sia il modo giusto per affrontare la situazione e se queste paure e questa ipocondria siano "normali" conseguenze delle mie sofferenze.
La ringrazio di nuovo tantissimo, mi son sentita molto sollevata a parlare con Lei e con i suoi colleghi.
grazie di cuore
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 8.9k visite dal 12/03/2009.
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