Ansia, panico, voglia di scappare

Cari dottori,
Circa 8 mesi fa, ad un mese dal mio matrimonio (unione civile, premetto che ho avuto problemi con mio padre durante l'adolescenza poiché non mi accettava), ho cominciato a soffrire di ansia.
Tutto è iniziato con dei capogiri e la voglia di scappare a lavoro (di scatto percepivo l'impellenza di alzarmi, uscire, preceduta da giramenti di testa).
Questi episodi erano abbastanza controllabili e ho pensato fosse ansia anticipatoria al matrimonio (sono un soggetto ansioso ma ho sempre vissuto una vita "normale", anche se mi ritengo tendente al pessimismo) e ad alcuni altri eventi non semplici: un lavoro che non mi piaceva e non mi soddisfaceva morte violenta di uno dei miei animali domestici, perizie di una causa legale, trasloco forzato etc.
Durante questo periodo ho assunto 30 gtt di Xanax al giorno (già lo prendevo ma in dosi più basse).
Passato il matrimonio che è andato bene ho cominciato ad avere degli attacchi di panico sporadici ansia anticipatoria rispetto a qualsiasi cosa (lavoro, una cena, un'uscita) ed ho cominciato anche a sentirmi male in posti chiusi come un autogrill, l'autostrada in coda, il supermercato.
Ho iniziato psicoterapia a settembre durante la quale sono svariati gli argomenti che stiamo affrontando (ho per esempio ristabilito rapporti con mio padre - viviamo a distanza da 8 anni).
Da ottobre non ce lho più fatta ad andare a lavoro e mi sono licenziato (a volte arrivavo davanti all'ufficio e per l'ansia e la voglia di andarmene ritornavo a casa senza neanche entrare).
Da quando mi sono licenziato non ho più avuto attacchi di panico e sono stato un mese a casa sempre con molta ansia, depressione, pessimismo, paura che non avrei mai più fatto nulla e che non sarei mai più stato felice come prima.
Ho cercato subito un nuovo lavoro e lho trovato con facilità, una settimana fa ho iniziato (si tratta di un negozio) ma la storia si sta ripetendo.
Non appena entro, poco dopo, entro in uno stato confusionale, ansia, giramenti di testa, derealizzazione, vertigini, distacco e soprattutto una voglia fortissima di fuggire, di uscire, di non riuscire ad affrontare 8 ore di lavoro (per esempio, durante l'ora di pausa sto molto meglio).
Continuo a dirmi che non voglio fare quel lavoro, che me ne voglio andare subito e fisicamente sto veramente male, sono 8 ore di combattimento contro me stesso e contro questa voglia di fuggire che mi mette addosso panico.
La mia psicologa mi dice che è "normale", che sta uscendo la mia parte bambinesca che è sempre stata accontentata e che non vuole prendersi le proprie responsabilità e che l'esercizio che devo fare è quello di provare a spiegare ad un bambino "capriccioso", il perché io debba prendermi i miei impegni e "resistere" anche se non ho voglia, col pensiero che io possa lavorare e mantenermi e nel mentre cercare qualcosa che mi soddisfi di più.
La mia sensazione al momento è che non esiste lavoro che possa farmi passare questo terrificante stato... posso chiedervi un consiglio?
Grazie
[#1]
Dr.ssa Giuseppina Di Carlo Psicoterapeuta, Psicologo 35 1
Buongiorno,

grazie per aver condiviso la sua storia e la fiducia. Gli attacchi di panico sono un sintomo, purtroppo, molto diffuso e che causa un disagio significativo per la vita della persona, ma che fortunatamente, nella maggioranza dei casi, affrontati in terapia, diventano molto più gestibili, fino a scomparire del tutto. Ha fatto bene a rivolgersi ad un aiuto professionale che sicuramente le fornirà gli strumenti opportuni per capire meglio il funzionamento del suo corpo, i pensieri e le sensazioni che solitamente precedono gli episodi di panico.
Il problema di questo disturbo è infatti non capire cosa sta succedendo nello specifico momento. La mancanza di nessi chiari, poi, impedisce di gestire e risolvere la causa nascosta che li provoca. La persona che li subisce, quindi, può solo cercare di evitare le situazioni che associa a quei momenti. L'evitamento, però, non aiuta a capire le vere cause e col tempo, diventa fallimentare come strategia, perchè tornano a ripresentarsi e un ulteriore problema, specie quando causa isolamento. Spero di esserle stata utile e che possa risolvere presto il suo disturbo,

cordiali saluti,

Dr.ssa Giuseppina Di Carlo
giuseppina.dicarlo@gmail.com
giuseppinadicarlo.com

[#2]
Dr.ssa Eleonora Arduino Psicoterapeuta, Psicologo 62
Buongiorno, aggiungerei a quanto risposto una raccomandazione molto calda: non cerchi consulti e pareri, non passi ore a cercare consigli e spiegazioni su internet: questo aumenta l'ansia e non ha alcuna utilità. Si è giustamente affidato a una psicoterapia, quindi porti in quello spazio ogni questione e se non le basta, aumenti le sedute. È più importante di quanto possa sembrare. Auguri!

Dr.ssa Eleonora Arduino
psicologa-psicoterapeuta

[#3]
Utente
Utente
Gentili dottoresse

Grazie per le vostre gentilissime risposte.

Mi trovo molto bene con la mia psicoterapeuta, tuttavia quando ho questi momenti, ossia la maggior parte della giornata, quello che più mi infastidisce è la voglia di fuggire. Ovviamente ciò nasconde sicuramente un disagio piu profondo ed una motivazione che stiamo cercando di scoprire insieme, anche perché in quelle situazioni nelle quali sono "libero" è come se ritrovassi il contatto con me stesso e la realtà e soprattutto la razionalità. Infatti in quei momenti ciò che più mi spaventa è la mancanza di poterli controllare, come di poterli guardare lucidamente e dire ok, siete voi, i soliti sintomi, non mi avete mai "ucciso" e non lo farete nemmeno oggi. Proprio per questo trovo estremamente difficile in quei momenti attuare strategie come la respirazione o il fermarmi un attimo a riflettere. È come se ci fosse un terremoto e io volessi scappare fuori, l'ambiente diventa minaccioso, mi sembra di vederci appannato e soprattutto la testa mi si chiude dentro ad un pallone di vetro. Ho fatto dei miglioramenti, prima per esempio avevo paura anche ad uscire per andare a comprare il pane da solo, adesso vado tranquillamente al nuovo lavoro, prendo la metropolitana e riesco a controllare i sintomi e a non cadere nel panico. Inoltre benché la voglia di fuggire sia impellente, dal lavoro non me ne sono mai andato.
Faccio tesoron dei vostri consigli e vorrei solo chiedervi se la sintomatologia descritta (paura, giramenti di testa, vertigini, estrema paura di svenire) siano attribuibili ad un discorso di ansia e attacchi di panico (ne ho avuti meno di 10 veri e propri e non ne ho più da un mese) o se ci sia da indagare su altro..

Grazie ed auguri di buone feste
[#4]
Dr.ssa Giuseppina Di Carlo Psicoterapeuta, Psicologo 35 1
Si fidi della sua terapeuta e la prossima volta che le vengono dubbi, li condivida pure con lei, vedrà che ne beneficerà anche il suo percorso!

Cordiali saluti e buone feste
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