è possibile uscirne in totale serenità e ricominciare da capo?
buonasera a tutti,
spero inanzitutto di aver messo il consulto nella sezione giusta.
Sono un ragazzo di 22 anni, finita la scuola superiori decisi di iscrivermi all'università, su consiglio di mia madre, un po' perchè non sapevo cosa fare e un po' perchè tutti i miei amici avevano deciso di iscriversi.
I primi 2 anni, andarono benino nonostante andassi poco a lezione, non facendo nulla tutto il giorno e preparando gli esami un paio di giorni prima.
Tutto è cambiato all'alba del terzo anno, motivazioni sotto i piedi, voglia di studiare ancor meno, ho iniziato ad avere uno stato di ansia più forte del solito, sono entrato in crisi e ho cercato di far capire ai miei genitori che volevo lasciare tutto e andare a lavorare.
Mia madre non ha voluto sentire storie, mi ha praticamente ordinato di continuare il percorso, che non le fregava niente se ci avessi messo tanto tempo a finire la triennale, m dovevo portare a termine il mio percorso.
Il risultato è stato che nel terzo anno ho dato solo un esame e me ne mancano 9 alla fine del percorso, la considero una vergogna visto che non lavoro nemmeno e ho avuto tutto il tempo per poter studiare e finire gli studi.
Da li sono iniziati i pensieri negativi: ossessione, sensi di colpa, il fatto che ho fatto buttare i soldi ai miei genitori, tempo perso, ansia, procrastinazione infinita, bugie per rimandare gli esami.
Sono andato anche al servizio di consulenza dell'università ma non mi ha migliorato la situazione, ci ricasco sempre.
Ho il morale a terra, l'autostima non so manco cosa sia, chi mi darà indietro tutto ciò che ho perso? Tempo, rispetto per i miei genitori e soldi?
Nella vita non ho mai sopportato che gli altri pagassero i miei errori, questo è un'altra cosa che non riesco a digerire, mia madre ha perso pure il lavoro qualche anno fa e vedere il figlio laureato l'avrebbe riempita d'orgoglio, invece non riesco pià a fare nulla, dico che vado a studiare e invece faccio tutt'altro.
Sono chiuso in un limbo e non sono lucido, non so cosa fare, lunedì ho un'esame e non ho studiato, come giustificherò la bocciatura?
Ho pensato addirittura al suicidio, chi me lo fa fare di continuare a vivere così, immobile, senza motivazioni e nessun sogno...
spero inanzitutto di aver messo il consulto nella sezione giusta.
Sono un ragazzo di 22 anni, finita la scuola superiori decisi di iscrivermi all'università, su consiglio di mia madre, un po' perchè non sapevo cosa fare e un po' perchè tutti i miei amici avevano deciso di iscriversi.
I primi 2 anni, andarono benino nonostante andassi poco a lezione, non facendo nulla tutto il giorno e preparando gli esami un paio di giorni prima.
Tutto è cambiato all'alba del terzo anno, motivazioni sotto i piedi, voglia di studiare ancor meno, ho iniziato ad avere uno stato di ansia più forte del solito, sono entrato in crisi e ho cercato di far capire ai miei genitori che volevo lasciare tutto e andare a lavorare.
Mia madre non ha voluto sentire storie, mi ha praticamente ordinato di continuare il percorso, che non le fregava niente se ci avessi messo tanto tempo a finire la triennale, m dovevo portare a termine il mio percorso.
Il risultato è stato che nel terzo anno ho dato solo un esame e me ne mancano 9 alla fine del percorso, la considero una vergogna visto che non lavoro nemmeno e ho avuto tutto il tempo per poter studiare e finire gli studi.
Da li sono iniziati i pensieri negativi: ossessione, sensi di colpa, il fatto che ho fatto buttare i soldi ai miei genitori, tempo perso, ansia, procrastinazione infinita, bugie per rimandare gli esami.
Sono andato anche al servizio di consulenza dell'università ma non mi ha migliorato la situazione, ci ricasco sempre.
Ho il morale a terra, l'autostima non so manco cosa sia, chi mi darà indietro tutto ciò che ho perso? Tempo, rispetto per i miei genitori e soldi?
Nella vita non ho mai sopportato che gli altri pagassero i miei errori, questo è un'altra cosa che non riesco a digerire, mia madre ha perso pure il lavoro qualche anno fa e vedere il figlio laureato l'avrebbe riempita d'orgoglio, invece non riesco pià a fare nulla, dico che vado a studiare e invece faccio tutt'altro.
Sono chiuso in un limbo e non sono lucido, non so cosa fare, lunedì ho un'esame e non ho studiato, come giustificherò la bocciatura?
Ho pensato addirittura al suicidio, chi me lo fa fare di continuare a vivere così, immobile, senza motivazioni e nessun sogno...
[#1]
Caro Utente,
non mi sembra che nel suo caso siano gli altri a pagare per i suoi errori, ma che, eventualmente, sia lei a pagare per gli errori degli altri.
Ci ha raccontato di essersi iscritto all'università senza convinzione, su consiglio di sua madre, e di essere stato sincero con i suoi genitori quando si è reso conto che questo percorso non fa per lei, avendo perfino sviluppato un malessere non indifferente a causa della situazione: a fronte della sua richiesta di lasciare gli studi le è stato detto, sempre da sua madre, che:
"non le fregava niente se ci avessi messo tanto tempo a finire la triennale, ma dovevo portare a termine il mio percorso".
Di chi è stato l'errore?
Da quanto riferisce sembra che lei avesse le idee chiare (voleva andare a lavorare) e che questo non le sia stato permesso.
Se le cose stanno così non ha senso che si incolpi, ma ha senso che si chieda come mai sente la spinta a sacrificarsi, continuando su una strada che non sente come giusta per lei, pur di far felice sua madre, che ha perso il lavoro anni or sono e sembra attendere una sorta di riscatto da ottenere tramite lei.
La sua storia e quella di sua madre sono legate, ma sono due storie e due vite diverse, e qualsiasi suo risultato non potrà restituire alla mamma ciò che ha perso.
Forse deve pensare un po' più a sè stesso e ai suoi obiettivi e cercare di distinguerli dagli obiettivi che altri hanno per lei.
Ci rifletta.
Un caro saluto,
non mi sembra che nel suo caso siano gli altri a pagare per i suoi errori, ma che, eventualmente, sia lei a pagare per gli errori degli altri.
Ci ha raccontato di essersi iscritto all'università senza convinzione, su consiglio di sua madre, e di essere stato sincero con i suoi genitori quando si è reso conto che questo percorso non fa per lei, avendo perfino sviluppato un malessere non indifferente a causa della situazione: a fronte della sua richiesta di lasciare gli studi le è stato detto, sempre da sua madre, che:
"non le fregava niente se ci avessi messo tanto tempo a finire la triennale, ma dovevo portare a termine il mio percorso".
Di chi è stato l'errore?
Da quanto riferisce sembra che lei avesse le idee chiare (voleva andare a lavorare) e che questo non le sia stato permesso.
Se le cose stanno così non ha senso che si incolpi, ma ha senso che si chieda come mai sente la spinta a sacrificarsi, continuando su una strada che non sente come giusta per lei, pur di far felice sua madre, che ha perso il lavoro anni or sono e sembra attendere una sorta di riscatto da ottenere tramite lei.
La sua storia e quella di sua madre sono legate, ma sono due storie e due vite diverse, e qualsiasi suo risultato non potrà restituire alla mamma ciò che ha perso.
Forse deve pensare un po' più a sè stesso e ai suoi obiettivi e cercare di distinguerli dagli obiettivi che altri hanno per lei.
Ci rifletta.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Buon pomeriggio, la ringrazio per avermi risposto.
Replico dicendo che di una sola cosa sono sicuro, non continuare a studiare per una laurea che non mi interessa raggiungere. Di certo non posso neanche stare a casa tutto il giorno a fare ciò che mi piace, videogiocare o guardare serie TV. Immagino che il mondo del lavoro sia complesso e duro, ma ho le motivazioni per mettermi in gioco e trovarmi quantomeno un'occupazione per essere indipendente e pensare a degli obiettivi, che ad oggi non ho. Devo solo trovare il coraggio e le parole per impormi su mia madre, con tutte le conseguenze del caso e ribaltare la situazione, in modo tale da trasformare la delusione in coraggio e appoggio per la mia scelta di vita. Il passato non posso cancellarlo, voglio solo ritrovare la serenità interiore e lasciarmi tutto alle spalle, ripartire da zero.
Replico dicendo che di una sola cosa sono sicuro, non continuare a studiare per una laurea che non mi interessa raggiungere. Di certo non posso neanche stare a casa tutto il giorno a fare ciò che mi piace, videogiocare o guardare serie TV. Immagino che il mondo del lavoro sia complesso e duro, ma ho le motivazioni per mettermi in gioco e trovarmi quantomeno un'occupazione per essere indipendente e pensare a degli obiettivi, che ad oggi non ho. Devo solo trovare il coraggio e le parole per impormi su mia madre, con tutte le conseguenze del caso e ribaltare la situazione, in modo tale da trasformare la delusione in coraggio e appoggio per la mia scelta di vita. Il passato non posso cancellarlo, voglio solo ritrovare la serenità interiore e lasciarmi tutto alle spalle, ripartire da zero.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 05/12/2019.
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