Paura dell'amore?

Gentili medici,
mi rivolgo a voi nella speranza di trovare risposte a dei dubbi che mi stanno tormentando.

Sono una ragazza di 21 anni e da tre anni sono fidanzata con un ragazzo perfetto per me.
Il nostro è un rapporto molto profondo perché entrambi siamo due persone molto serie, rispettose, ed una serie di avvenimenti ci hanno uniti molto negli anni, primo fra tutti il lutto per la morte di un amico in comune che ci ha spinti a diventare l'uno il punto di riferimento dell'altro nel dolore.

Nei primi anni la nostra relazione è stata, nonostante l'affetto sincero e l'amore, molto burrascosa a causa del mio trascorso familiare: mio padre ha ripetutamente tradito mia madre, andando via di casa e tornando più e più volte, causando in me una profonda sfiducia nei confronti del genere maschile, avallata anche dal tradimento del mio primo ragazzo, (a breve ho deciso di iniziare un percorso psicologico per superare questo trauma che mi impedisce di vivere i rapporti, anche quelli amicali, con serenità e che è sicuramente causa dei miei attuali disturbi alimentari) e nei confronti dei miei eventuali partner, motivo per il quale nei primi anni della mia relazione sono stata molto gelosa e incline al litigio, creando le condizioniper litigare anche dove non esistevano.
Il mio ragazzo, per venirmi incontro e per aiutarmi, ha eliminato ogni ombra di dubbio che potesse tradirmi, presentandomi alle sue amiche, mostrandomi le sue chat quando necessario e ricoprendomi di discorsi incoraggianti.
Ad oggi io mi fido di lui, vedo un futuro con lui, sto bene con lui, ma da un mese circa non riesco a togliermi il dubbio di non amarlo più, che mi sembra surreale dati gli elementi positivi che ho elencato prima.
Il punto è che ho avuto questo dubbio in un'occasione in cui mi sono resa conto di non essere più affettuosa ed espansiva come un tempo e da allora mi tormenta, penso solo a questo fino a farmi venire fortissimi mal di pancia.
La spiegazione che mi sono data è che, dato che la nostra relazione si è "stabilizzata" io non senta più il bisogno di lottare e di essere in competizione con le altre per il suo amore (non lo ero neanche prima, ma mi facevo molto male da sola arrovellandomi in questi pensieri ed allontanandomi da lui per non stare male), il che comporta che in certi giorni sono convinta di amarlo follemente, altri è come se avessi dei blackout durante i quali penso di non amarlo più e piango moltissimo al pensiero di doverlo lasciare e dover vivere la mia vita senza di lui.

Non so più cosa pensare e per questo vi chiedo un consiglio riguardo come interpretare i miei comportamenti.

Vi ringrazio per la cortese attenzione
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...)da un mese circa non riesco a togliermi il dubbio di non amarlo più, che mi sembra surreale dati gli elementi positivi che ho elencato prima.(..)
legga questo e capirà
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Utente
Utente
Egregio dottore,
La ringrazio per avermi linkato il suo articolo che mi è stato di grande aiuto. Mi chiedo se nel meccanismo ossessivo possa rientrare anche la mia condotta altalenante che mi porta in taluni momenti a pensare con assoluta lucidità (quindi non in momenti di irrazionalità) di non amarlo più, senza mai però prendere in seria considerazione l'idea di lasciarlo, a momenti di amore folle nei quali mi sento sempre però bloccata da qualcosa che non so ben definire e delineare.
Oggi ho provato un fortissimo senso di apatia e credo che in parte il mio malessere sia condizionato anche dall'aver preso, finalmente, la scelta di intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta, il che mi rende molto nervosa e instabile.
La ringrazio per l'attenzione e per il tempo dedicatomi