Pensieri inquietanti e problemi alimentari

Salve,
scrivo qui perché se devo essere onesta ho sempre guardato con diffidenza un approccio psicologico alle mie problematiche (colpa anche dello stigma che erroneamente forse viene instillato), e solo ultimamente sto pensando seriamente di seguire un percorso dati gli sviluppi della mia vita.

Cercando di non andare troppo oltre, mi aggirerei alla problematica più eviente ad oggi: durante l'ultimo anno, dopo varie vicessitudini e probemi nell'accettazione della mia figura, ho iniziato a mangiare sempre meno gettandomi anche sotto il peso di una situazione familiare non del tutto tranquilla (alla quale però non do colpe poiché come causa principale di tutto vedrei comunque la mia persona).
Facendo così sono arrivata a perdere circa venti chili in sette mesi, raggiungendo un peso forma (essendo prima in sovrappeso ed avendo seguito due percorsi nutrizionali fallimentari).
Questo cambiamento ha anche portato, però, a varie ricadute fisiche negli ultimi due mesi (sbalzi ormonali, spotting) che mi hanno molto preoccupato ma che nonostante sia cosciente possano dipendere da questo cambio drastico, non riesco a ritrovare un equilibrio.
I miei familiari vedono con molto astio qualsiasi sia l'intervento a cui mi potrei approcciare ed io forse, vedendo questa chiusura, ignoro questi vari fattori e continuo nel perseguire questo stile alimentare che sì riconosco essere sbagliato ma allo stesso tempo non riesco a modificare sentendomi a volte inetta ed altre in colpa a seguito di ogni pasto che non comprenda una routine di piatti e pietanze alla quale mi sono abituata.

Tutto ciò è seguito da pensieri sempre più complessi inerenti la mia persona o la persona che mi è vicina e con la quale ho una relazione, confondendomi su quali siano parte dell'immaginario e quali reali, portando problemi nella nostra relazioni o nella sicurezza che essa dovrebbe rappresentare.
Riconosco vi siano le basi per un problema che magari col tempo può diventare più grande di quanto è, ma non riesco a superarne e vorrei avere solo un consiglio se è davvero così necessario iniziare un percorso con aiuto terapeutico.

Ringrazio in anticipo per l'attenzione.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

capisco la Sua preoccupazione per le "ricadute fisiche" della drastica dieta.

Per situazioni come la Sua,
il Servizio Sanitario Nazionale ha creato una rete di Centri per i Disturbi Alimentari (DCA - gratuiti o solo ticket)
nei quali tutti gli specialisti - psicologo psicoterapeuta, nutrizionista, psichiatra, endocrinologo, ecc. - sono a disposizione in forma "integrata",
cioè coordinati tra loro
come potrà leggere qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-sconfiggere-dca.html .

La terapia attuata presso i Centri DCA garantisce cure ambulatoriali e residenziali,
sempre a carico del Servizio Pubblico,
in modo che non sia l'elemento economico a scoraggiare il curarsi.
La mappa nazionale dei Centri la troverà nel link riportato sopra, regione per regione.
Vi si potrà recare in autonomia, senza consenso dei genitori
essendo Lei maggiorenne.

Riguardo ai comportamenti che i famigliari sono indirizzati ad assumere,
i Suoi potrebbero leggere qui le linee guida del ministero della salute:
"DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL'ALIMENTAZIONE: RACCOMANDAZIONI per FAMILIARI
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf "

La incoraggio vivamente a prendere in mano la situazione,
partendo dallo Psicologo e giungendo a chiedere l'aiuto della Ginecologa, Dietologo e altri.

Se abbisogna di altre informazioni
ci riscriva tranquillamente.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/