Minaccia di suicidio da bambino di 5 anni
Salve, sono il papà di due bambini, uno di 2 e uno di 5 anni.
Vi scrivo per chiedervi un parere su una cosa che ieri ha scosso molto me e mia moglie.
Ieri mattina il grande, in seguito a una semplice incomprensione con mia moglie (assolutamente nessun rimprovero nel caso specifico - anche se, a onor del vero, forse nell'ultimo periodo ne ha ricevuti fin troppi a causa dei continui litigi col fratellino), ha aperto la porta del balcone, minacciando di buttarsi da li.
La reazione mia e di mia moglie a quanto successo non è stato di rimprovero ma di cercare di mantenere la calma, parlandogli e cercando di capire il motivo di tale frase. Motivo che non mi ha spiegato. Io lo stavo lasciando fare per vedere se avrebbe superato comunque la porta per andare nel balcone (ovviamente ero vicino a lui, che gli parlavo). Di fronte alle mie parole, e dopo che gli avevo detto "non uscire, c'è freddo fuori e rischi che ti venga la febbre" ha, lui stesso, chiuso la porta del balcone e tornato indietro.
Ieri sera si è ripresentata la stessa cosa, stavolta mentre era in casa con mia mamma. anche in questo caso nessun rimprovero. Stavolta adduceva al fatto che (provando a riassumere) il fratellino ha più attenzioni di lui, e che al piccolo tutto è concesso praticamente, mentre a lui no. Stavolta ha aggiunto la frase, accompagnata da forte pianto, che certi momenti ha voglia di morire.
Provando a "colpevolizzarmi" per cercare delle cause al di fuori da lui, effettivamente nell'ultimo periodo parecchi rimproveri sono anche derivati dal responsabilizzarlo troppo, anche nei confronti del piccolo, nonostante la tenera età.
Come dovremmo comportarci adesso? Quanto dobbiamo dar peso a una cosa che si è verificata solo ieri, ma alla quale non voglio rimanere indifferente?
Faccio presente che da quando si è avvicinata la nascita del piccolo, e per circa un anno, ha sofferto di disturbi del sonno (probabilmente pavor notturno). Fu seguito da una specialista, la quale nonostante non ci abbia mai confermato che trattavasi di pavor notturno, ci aveva anticipato (come si è verificato) che tali problematiche non si sarebbero protratte per oltre un anno.
In tali incontri, che durarono per circa 3 mesi se non vado errato, trovò mio figlio assolutamente sano. Disse che il suo "problema", il suo "disagio" anche alle volte nei confronti dei compagnetti all'asilo, era un'età maggiore di 2 anni di quella anagrafica.
Cosa dovremmo fare io e mia moglie?
Grazie sin da ora per qualunque risposta a un problema che mi sta angosciando
Vi scrivo per chiedervi un parere su una cosa che ieri ha scosso molto me e mia moglie.
Ieri mattina il grande, in seguito a una semplice incomprensione con mia moglie (assolutamente nessun rimprovero nel caso specifico - anche se, a onor del vero, forse nell'ultimo periodo ne ha ricevuti fin troppi a causa dei continui litigi col fratellino), ha aperto la porta del balcone, minacciando di buttarsi da li.
La reazione mia e di mia moglie a quanto successo non è stato di rimprovero ma di cercare di mantenere la calma, parlandogli e cercando di capire il motivo di tale frase. Motivo che non mi ha spiegato. Io lo stavo lasciando fare per vedere se avrebbe superato comunque la porta per andare nel balcone (ovviamente ero vicino a lui, che gli parlavo). Di fronte alle mie parole, e dopo che gli avevo detto "non uscire, c'è freddo fuori e rischi che ti venga la febbre" ha, lui stesso, chiuso la porta del balcone e tornato indietro.
Ieri sera si è ripresentata la stessa cosa, stavolta mentre era in casa con mia mamma. anche in questo caso nessun rimprovero. Stavolta adduceva al fatto che (provando a riassumere) il fratellino ha più attenzioni di lui, e che al piccolo tutto è concesso praticamente, mentre a lui no. Stavolta ha aggiunto la frase, accompagnata da forte pianto, che certi momenti ha voglia di morire.
Provando a "colpevolizzarmi" per cercare delle cause al di fuori da lui, effettivamente nell'ultimo periodo parecchi rimproveri sono anche derivati dal responsabilizzarlo troppo, anche nei confronti del piccolo, nonostante la tenera età.
Come dovremmo comportarci adesso? Quanto dobbiamo dar peso a una cosa che si è verificata solo ieri, ma alla quale non voglio rimanere indifferente?
Faccio presente che da quando si è avvicinata la nascita del piccolo, e per circa un anno, ha sofferto di disturbi del sonno (probabilmente pavor notturno). Fu seguito da una specialista, la quale nonostante non ci abbia mai confermato che trattavasi di pavor notturno, ci aveva anticipato (come si è verificato) che tali problematiche non si sarebbero protratte per oltre un anno.
In tali incontri, che durarono per circa 3 mesi se non vado errato, trovò mio figlio assolutamente sano. Disse che il suo "problema", il suo "disagio" anche alle volte nei confronti dei compagnetti all'asilo, era un'età maggiore di 2 anni di quella anagrafica.
Cosa dovremmo fare io e mia moglie?
Grazie sin da ora per qualunque risposta a un problema che mi sta angosciando
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Dovete fargli sentire il vostro amore. Il bambino in questo periodo, a causa forse di una eccessiva responsabilizzazione nei confronti del fratellino, teme di non essere amato da voi quanto il fratello. Ricordatevi sempre che anche lui è solo un bambino, non un piccolo adulto.
Dr.ssa Grazia Lomunno
Psicologa
Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.6k visite dal 14/11/2019.
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