Ansia perenne e difficoltà a concentrarsi
Buongiorno dottori, vi scrivo per avere una vostra opinione su una situazione che mi da molti problemi ultimamente.
Sono sempre stata una persona ansiosa, ma questa cosa è andata peggiorando negli anni e ora mi crea numerosi problemi, poichè ad esempio ci sono giorni in cui non riesco a muovermi da casa per andare a lezione (sono una studentessa universitaria al secondo anno), non riesco a studiare nè a concentrarmi e nemmeno ricordo poi quanto ho provato a studiare (questi sono ulteriori problemi che mi trascino più o meno dall'ultimo anno di elementari, ma sono sempre stati liquidati dai miei genitori come "non è nulla" oppure "se non ricordi le cose è perchè non ti impegni abbastanza"). E' un circolo vizioso che si alterna a tratti con un po' di depressione, ho momenti in cui mi isolo dal resto del mondo perchè il pensiero di avere contatti mi crea ansia, momenti in cui mi prende il batticuore anche solo se apro un libro o se devo uscire con qualcuno. Ho provato a lungo a cercare di risolvere da sola la situazione, ma non ci sono mai riuscita del tutto e mai in maniera sufficiente a farmi stare davvero bene. Non ho più in mano la mia vita e questo mi terrorizza moltissimo. Cosa c'è che non va in me? Come posso risolvere? Io non riesco a vedere una via d'uscita.
Sono sempre stata una persona ansiosa, ma questa cosa è andata peggiorando negli anni e ora mi crea numerosi problemi, poichè ad esempio ci sono giorni in cui non riesco a muovermi da casa per andare a lezione (sono una studentessa universitaria al secondo anno), non riesco a studiare nè a concentrarmi e nemmeno ricordo poi quanto ho provato a studiare (questi sono ulteriori problemi che mi trascino più o meno dall'ultimo anno di elementari, ma sono sempre stati liquidati dai miei genitori come "non è nulla" oppure "se non ricordi le cose è perchè non ti impegni abbastanza"). E' un circolo vizioso che si alterna a tratti con un po' di depressione, ho momenti in cui mi isolo dal resto del mondo perchè il pensiero di avere contatti mi crea ansia, momenti in cui mi prende il batticuore anche solo se apro un libro o se devo uscire con qualcuno. Ho provato a lungo a cercare di risolvere da sola la situazione, ma non ci sono mai riuscita del tutto e mai in maniera sufficiente a farmi stare davvero bene. Non ho più in mano la mia vita e questo mi terrorizza moltissimo. Cosa c'è che non va in me? Come posso risolvere? Io non riesco a vedere una via d'uscita.
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Gentile utente, Lei riconosce di avere una difficoltà che non solo non si è risolta col passare del tempo, ma anzi sta peggiorando. A volte non è questione di impegno e di buona volontà: lei afferma di avercela sempre messa tutta, aver cercato di risolvere "da sola" ma non sempre questo funziona, come ha sperimentato.
Se volesse rivolgersi ad un professionista della salute mentale, questo saprebbe inquadrare la sua problematica. Potrebbe spiegarle questo funzionamento, questo 'circolo vizioso', accompagnarla nel capire le sue modalità; solitamente il tentativo di far finta di nulla, liquidare il malessere, non ascoltarlo, non porta a risultati, anzi...
Quando il disagio interferisce sul normale funzionamento di una persona ("non riesco a muovermi da casa" "non mi ricordo quanto ho studiato") è un campanello che le sta segnalando di fare qualcosa - diverso da ciò che ha sempre fatto finora- per riprendere in mano la Sua vita. Deve valorizzare questo suo momento - evolutivo, positivo- di richiesta d'aiuto per fare qualcosa.
Un primo approccio potrebbe essere parlarne con lo sportello di counseling universitario se presente, o col medico di base che è la figura deputata ad intercettare i primi sintomi fisici di un malessere...
Non cada nella trappola del "ho sempre fatto da sola" perchè altrimenti la situazione resterà la medesima, sprecando gli anni migliori dove ci si sperimenta nello staccarsi da casa, negli esami, nell'ambiente universitario, nelle amicizie....
Cordialmente
Se volesse rivolgersi ad un professionista della salute mentale, questo saprebbe inquadrare la sua problematica. Potrebbe spiegarle questo funzionamento, questo 'circolo vizioso', accompagnarla nel capire le sue modalità; solitamente il tentativo di far finta di nulla, liquidare il malessere, non ascoltarlo, non porta a risultati, anzi...
Quando il disagio interferisce sul normale funzionamento di una persona ("non riesco a muovermi da casa" "non mi ricordo quanto ho studiato") è un campanello che le sta segnalando di fare qualcosa - diverso da ciò che ha sempre fatto finora- per riprendere in mano la Sua vita. Deve valorizzare questo suo momento - evolutivo, positivo- di richiesta d'aiuto per fare qualcosa.
Un primo approccio potrebbe essere parlarne con lo sportello di counseling universitario se presente, o col medico di base che è la figura deputata ad intercettare i primi sintomi fisici di un malessere...
Non cada nella trappola del "ho sempre fatto da sola" perchè altrimenti la situazione resterà la medesima, sprecando gli anni migliori dove ci si sperimenta nello staccarsi da casa, negli esami, nell'ambiente universitario, nelle amicizie....
Cordialmente
Dr.ssa Elisabetta Molteni
Psicologa Psicoterapeuta - In studio e Online
www.elisabettamolteni.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa, la ringrazio molto per la sua risposta. Ho provato, durante il biennio e anche all'ultimo anno di liceo, a rivolgermi ad un punto ascolto, ma ciò non ha migliorato per niente la mia situazione. Per questo sono un po' restia a rivolgermi, ora, al servizio di aiuto psicologico della mia università, considerando anche che prospetta tempi di attesa anche di 3-4 mesi per avere un primo appuntamento. La mia idea sarebbe di provare a rivolgermi nel privato, ma non so bene che tipo di approccio psicoterapeutico sia più indicato al mio caso. Lei ha qualche consiglio? Spero solo di trovare in fretta e iniziare a lavorare su come risolvere i miei problemi, perché più passa il tempo e più mi sento bloccata e faccio fatica ad entrare nell'ordine di idee di lavorare attivamente a questa cosa..
[#3]
Bene l'ipotesi che Lei fa di rivolgersi ad un professionista privato.
Per quanto riguarda i diversi orientamenti di psicoterapia, il panorama è piuttosto variegato; per un'informativa può leggere qui https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ogni persona è diversa dall'altra per cui c'è chi si troverà meglio cercando di modificare le proprie convinzioni, c'è chi vuole lavorare ad un livello più emotivo, c'è chi si focalizza sull'ambito relazionale o sistemico - familiare...
In ogni caso, tutti gli approcci si fondano su basi comuni, fattori trasversali che rendono ogni percorso un'esperienza proficua: la competenza dello psicologo, la motivazione del paziente, la relazione che si instaura,... Quindi andando oltre le differenze di approcci, il criterio di scelta su cui Lei si può basare è che il terapeuta le deve dare fiducia, deve suggerirle un percorso adeguato alla sua situazione, deve rispondere ai suoi dubbi / domande iniziali... un percorso di aiuto psicologico è soprattutto una relazione di ascolto e di fiducia reciproca.
Non esiti a contattare qualcuno della sua zona per avere maggiori informazioni; ma tenga sempre presente che l'obiettivo è quello indicato da Lei: avere in mano la sua vita.
Per quanto riguarda i diversi orientamenti di psicoterapia, il panorama è piuttosto variegato; per un'informativa può leggere qui https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ogni persona è diversa dall'altra per cui c'è chi si troverà meglio cercando di modificare le proprie convinzioni, c'è chi vuole lavorare ad un livello più emotivo, c'è chi si focalizza sull'ambito relazionale o sistemico - familiare...
In ogni caso, tutti gli approcci si fondano su basi comuni, fattori trasversali che rendono ogni percorso un'esperienza proficua: la competenza dello psicologo, la motivazione del paziente, la relazione che si instaura,... Quindi andando oltre le differenze di approcci, il criterio di scelta su cui Lei si può basare è che il terapeuta le deve dare fiducia, deve suggerirle un percorso adeguato alla sua situazione, deve rispondere ai suoi dubbi / domande iniziali... un percorso di aiuto psicologico è soprattutto una relazione di ascolto e di fiducia reciproca.
Non esiti a contattare qualcuno della sua zona per avere maggiori informazioni; ma tenga sempre presente che l'obiettivo è quello indicato da Lei: avere in mano la sua vita.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 12/11/2019.
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