Come andare avanti dopo la fine di una storia?

Buongiorno, avrei bisogno di un aiuto per elaborare la fine di un amore importante durato 10 anni tra prendi e lascia e distanza.
Abbiamo 7 anni di differenza e io sono più grande di lui, grande anche l'amore da parte di entrambi, ma 5 ore di distanza. A inizio storia lui era pieno di volontà di avvicnarci, per vari motivi mi è sembrato precoce e ho solo rimandato e per vari motivi poi mi ha mollato. Non ci siamo mai staccati realmente sentendoci a ripresa, vedendoci se possibile con lui che però metteva sempre ostacoli secondo me. Ogni volta che provavo davvero ad allontanarmi faceva qualcosa perchè non ci perdessimo. un esempio: cheideva di non sentirci più, 'ho fatto e al mio compleanno dopo 6 mesi ha sentito il bisogno di telefonarmi, ci siamo risentiti per mesi fino a che di nuovo ha dichiarato che sentirci non ci faceva bene.
In breve: lui non se la sente di spostarsi, ha detto che la vota non siamo noi due, che ha famiglia e amici da lui, che si immagina una ragazza vicina con cui può uscire facilmente. Sono anni che gli propongo di fare in modo di lavorare, vedendoci intanto quel si può, affinché questa distanza diminusca, sarei capace di spostarmi da lui.. ma a suo dire sarebbe una forzatura. Mi pare che faccia di tutto affinché ogni mediazione, soluzione non sia costruibile. . . preferendo rinunciare a me in nome di qualcuna che mai arriva. Sono dieci anni che non riesce a innamorarsi di nuovo, storie fugaci, non sa se la colpa sia del fatto che ci sentiamo, di me dice che sono stupenda che è facile amarmi che non ha la certezza che nessuna altra possa fare per lui quello che ho fatto io essendoci sempre in ogni situazione oltre ogni litigio. Lo dice con una voce commossa. Io lo considero l'amore della mia vita e so quanto mi amava, non capisco perchè considera questa situazione irrisolvibile, perchè anche se crede sia impossibile riprovare quello che prova per me, evita di poter aiutarci a cambiare questa situazione. Mi chiede come mai non voglio il mio uomo vicino ogni mattina, ma sembra non capire che io preferirei lui nel week end a un uomo che non amo ogni giorno. Credo di dover chiudere come richeisto senza anche gli auguri delle feste ma muoio dentro e non capisco se quelle parole su di me siano sincere, perchè nessuno butterebbe via l'amore così raro per l'incerto. Mi sembra di impazzire.. a perderlo.. ancora peggio a pensare che magari mi ama ma la ragione lo porta a conclusioni diverse. Non riesco più ad innamorarmi e non credo sia possibile che pur scomparendo ci ripensi e voglia una situazione diversa. Io non riesco a pensare una vita con un altro senza lo stesso sentimento nel cuore.. l'ho provati solo per lui. Perchè ci fa questo? Non mia ama più davvero? Ho così paura di non sentirlo più, mis embra così assurdo che avendo tutto si preferisca lasciarlo andare per sole 5 ore di auto.. . . sono la prima storia seria dai suoi 17 anni sino i 30 prima e dopo solo storielle come può pensare una vita senza di me?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente
dopo aver letto tutti e tre i suoi messaggi e le risposte dei miei colleghi devo dirle che lei sembra procedere ciecamente nella sua visione delle cose, e delle loro sagge parole, così come di quello che le ha detto il suo ragazzo e in generale delle sollecitazioni del mondo esterno, non sembra tenere nessun conto.
Sembra che lei abbia vissuto fin qui in una specie di sogno nebuloso da cui a quanto pare non vuole uscire.
Vediamo infatti quello che ci ha scritto. E' stata timida, insicura e isolata fin da bambina; non ha legato coi compagni di scuola e nemmeno con sua sorella. Stessa cosa al liceo: sentimenti di inferiorità camuffati come sempre da superiorità; gli altri fumavano e si ubriacavano, lei no, e per questo, a suo dire, non partecipava all'allegria generale.
Infine all'università era ormai netto il suo distacco da ogni amicizia femminile come pure il suo rifiuto per le storie d'amore realmente coinvolgenti e vissute.
Non ci dice perché nemmeno professionalmente ha preso qualche iniziativa che la rendesse indipendente, che desse un senso ai suoi studi e alla sua vita.
Ed ecco che incontra il perfetto esemplare che le permette di sognare una storia d'amore, senza l'impegno di viverla davvero.
Lui è quasi un bambino (diciassette anni contro i suoi ventiquattro); vive lontano, e in più, lungi dall'essere intraprendente e deciso, è stordito da una mazzata come il suicidio del padre.
Diciamo che è stato come scegliere un partner finto. Poi lei si ammala. Sarebbe meglio se chiarisse cos'erano i sintomi scambiati per crisi di panico.
La storia, nata su queste basi improbabili, attraversa l'arco ascendente delle storie d'amore senza raggiungere l'acme della decisione naturale di vivere insieme, e inevitabilmente declina.
Il suo ragazzo gliel'ha detto in tutti i modi, ma lei non vuole ascoltarlo. Anche il mio collega le ha ripetuto di cercare il "come", e non un "perché" inevitabilmente fittizio, chiedendosi perché lui può rinunciare all'amore della sua vita. Ma perché quest'amore è nato tiepido, ed è stato presto spento. Si è voluto che non turbasse un'esistenza senza iniziativa e senza coraggio. E' nato senza vitalità per essere un sogno non disturbante, un fuocherello remoto a cui intiepidirsi, non la fiamma della passione che sconvolge tutto.
Più volte lei ripete che le stava bene un amore da week end, più che il rapporto con un altro, vicino e reale.
E questo a trentasei anni? E la vita vera, quando sarebbe cominciata? Ma non si accorge che gli uomini che non le piacciono hanno proprio la caratteristica di essere reali, concrete, impegnative certezze, anziché una presenza/assenza così remota da permetterle di continuare a sognare?
A questo punto può ancora scegliere di torturare sé stessa, e soprattutto lui, continuando a sabotare il vostro slancio verso una vita costruttiva, vera. Oppure può cercare l'aiuto di un bravo psicologo. Lei ha studiato ed è in grado di capire che uno psicologo non serve solo per curare la malattia, ma per creare il benessere, per raddrizzare quelle visioni della vita che possono farci solo soffrire.
Posso sembrarle dura; la mia provocazione però ha lo scopo di costringerla a guardare le cose in faccia, per uscire dalla sofferenza. Le sono vicina e le faccio tanti auguri. Spero di leggerla ancora.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
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Cerchiamo un attimo di fare chiarezza perchè nelle righe forse non si capiscono giustamente tanti passi della storia.
- non è iniziata come un timido fuocherello , io non volevo iniziare la storia solo per la distanza , lui ha fatto l'impossibile e ogni dimostrazione di affetto io ero bloccata da motivi razionali che poi mi son convinta a superare
- la morte del padre è avvenuta 2 anni fa non quando lui ne aveva 17 ma ben oltre
- professionalmente quella che ha fatto qualcosa arrivando a laurearsi , fare un esame di stato , una professione ordinistica, lavorare spostandosi in 3 città lontana dai mie, fondare un suo studio personale sono io , tanto da cercare un lavoro con massima indipendenza di orari così da agevolare spostamenti e rendere questa storia più vivibile ...volevo ravvicinarci o andare da lui dato che posso fare il lavoro col pc..insomma ragionare sulle soluzioni mica vivere in una bolla...lui piuttosto mette freni e dubbi
- dopo i consulti dei suoi colleghi, mica perchè sono una psicopatica che vive sconnessa dalla realtà avevo chiuso e non lo stavo più sentendo ( ho chiuso a settembre di una anno fa) , è stato lui a telefonarmi al mio compleanno ( noti telefonare..cosa per lui rara) e riprendere un dialogo..io mi son limitata a sapere che faceva e come stava senza proporre di tornare assieme o andarlo a trovare
- è lui che mi tel e mi dice che ha provato qualche storia ma nulla è come noi ..e io gli chiedo ma che ti manca ? sono vicine etc ...e lui mi dice " la nostra complicità" e sono io a dirgli " vedi se sono un porto sicuro o qlc di più"
- con questi atteggiamenti mi scusi ma pure io potrei essere confusa perchè quando lo lascio andare non va via
- i problemi di salute sono una intolleranza al glutine non celiaca cosa non conosciuta per anni che mi dava crisi di respiro, reazioni simili ad attacchi di panico, crisi di tremori, tachicardie notturne, mancanza di aria ..insomma un cataclisma tale per cui facevo fatica a uscire di casa , camminare avevo agorafobia e paura delle malattie visto che stavamo vagliando ogni possibilità pure di tumori ..un incubo in cui nessuno sapeva darmi risposta. In queste condizioni ovviamente non mi sentivo di iniziare una storia , ma nonostante ciò sopportando tutto ho proseguito il percorso di studi. 3 anni fa con i progressi tecnici abbiamo compreso il problema e ora eliminato..adesso le cose sono diverse..non avrei problemi a spostarmi
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Mi pare forse per colpa mia o difficoltà nel spiegare via pc che abbia spostato temporalmente fatti e avvenimenti
- malata lo ero quando ci siamo incontrati, tanto da metterlo io davanti i problemi distanza e una persona che stava combattendo con se stessa
- lui non ha avuto all'inizio alcuna mancanza di iniziativa è venuto direttamente da me nonostante i miei rifiuti per convincermi che insieme potevamo fare tutto
- i sentimenri erano forti da entrambe le parti , altor che fuocherello spento ..non si contanto le volte che siamo scappati l'un dall'altro..
- nessuno dei due voleva vivere la cosa a distanza almeno all'inizio, certe volte non sono concisi i tempi...se proponeva di ritrovarci in una città io non potevo perchè magari stavo finendo gli studi
- negli anni gli ho detto ogni volta che cercavo nuovo lavoro che avrei mandato cv da lui ma lui rifiutava , insomma li ha messi sempre gli ostacoli perchè non si trovassero soluzioni ma solo problemi
- orbene tutte le volte che arrivavo a dire ok allora non mi vuoi sparisco..dimmelo...non mi rispondeva , tutte le volte che ho assecondato la sua decisione di non sentirmi più alla fine si faceva sentire lui
- se io vedo una persona indecisa e lo amo mi chiedo quale sia il problema e se si può trovare una mediazione
- vista la situazione anche incerta ovvio che gli avevo proposto ontanto vediamoci quel che si può se senti qualcosa..e lavoriamo su come avvicinarsi..le cose cambiano..se il rapporto è solido..faremo quello che non abbiamo fatto finora..ufficializzare e sono disposta a venire da lui..i problemi che si pone lui..la casa..il lavoro..io non li vedo ostacoli ...ma cose da gestire e modifciare ..se veramente vuoi una cosa l'ottieni..non ho problemi a rivoluzionare la mia vita . Non lo faccio perchè non voglio impormi....finora ho aspettato di capire che voleva lui ..si costruisce in due.
- entrambi non vogliamo figli. Perchè mi ero posta il problema he lui volesse la famiglia classica..ma dice di non volersi sposare e fare figli..e io nemmeno ne sento l'esigenza
- Per quanto riguarda questa fantomatica partner perfetta che deve trovare da 10 anni...a me fa solo strano che pensando a una nuova ragazza ne parli con " non so se lei farà mai quello che hai fatto tu per me tutte le dimostrazioni, l'esserci sempre" - " a te viene facile amarti sei tutto..sei perfetta "
- Insomma tutto questo rammarico e dispiacere per lasciare qualcuno che non vuoi e andare verso una condizione ideale ? dovrebbe essere bello che convinto
- io non lo sto più sentendo nemmeno per gli auguri..ma se come le altre volte torna? io vivo pensando che forse non è nemmeno lui sicuro di volermi perdere..e un'altra che non gli interesso e fatico ad andare avanti
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Utente
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Nella sua analisi sulla indipendenza di entrambi sembra voler suggerire che sarei una persona attaccata al grembo familiare. Non ha tenuto conto del fatto che ho studiato lontano da casa tutti gli anni dell'università nonostante i malesseri , che dove trovavo lavoro andavo ( questo ha comportato difficoltà a stanziarmi in un solo luogo), che è sopraggiunta una crisi economica molto forte e i piani che avevamo si sono sconvolti , io non pensavo di trovarmi a 36 anni a combattere per arrivare a fine mese. Lui pure ha cambiati di lavoro in lavoro e forse solo ora probabilmente ha trovato un posto fisso..cosa che non gli chiederei mai di lasciare anzi. Io invece dopo aver fatto pratica in vari studi e aver lavorato in contesti impegnati ho mollato quelle sicurezze che però mi condannavano a una vita di " moderna schiavitù" per costruirmi qualcosa di mio nonostante le difficoltà. Se vivo a casa dei miei è solo un passaggio, abbiamo comprato case per investimenti in città dove nonostante i tentativi non mi hanno preso a lavorare e ora che sono qui con lo studio in paese ( perchè l'immobile era mio e quindi mi facilitava le cose non pagare un affitto) sto risparmiando e valutando le occasioni per comprare una casa mia ..cosa realizzabile in 1-2 anni.
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Utente
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il vero problema è questo :
adesso lui come sempre mi allontana e dice che vuole una partner vicina e io lo capisco
mi sono allontanata e non sto più sentendolo..non gli farò neanche gli auguri di buon compleanno se crede che sono io a rendergli difficile ricominciare
se accade come può accadere che si rifaccia sentire io che devo fare?
mi trovo divisa tra il non doverlo sentire perché poi ricomincerebbe con l'allontanamento e la paura di allontanare la persona che amo e perderlo per sempre..
Sono convinta che il silenzio da parte mia possa sicuramente aiutare lui a capirsi nel caso fosse davvero confuso ma mi preoccupano i ritorni..che potrebbero essere pure dovuti all'affetto..e confonderli con altro.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
secondo me solo un/a psicologo/a può supportare in questo momento il carico di sofferenza e confusione che fin qui lei ha trascinato da sola, pensando solo ai sentimenti del partner, assecondando le sue decisioni, e senza individuare con chiarezza e difendere i suoi.
Non è per lettera che si può darle la forza di valutare, per cambiarlo, un atteggiamento che lei ha strutturato nel corso di tutta la giovinezza.
Lei sa che alle ASL, al Consultorio e al Centro di Salute Mentale si può accedere a costo di ticket e perfino gratuitamente al colloquio psicologico?
Cominci a fare centro su sé stessa.
Auguri.