Pensieri omicidi
Buonasera.
Mi trovo a chiedere un consulto per una cosa che si è ripresentata oggi e che mi ha parecchio turbata.
Prima, però, devo partire da un antefatto importante: tra i miei 8 e i miei 11 anni ho subito degli abusi da mio cugino, anche lui - all'epoca - minorenne, ma più grande di me di 5 anni. Non sono stati degli abusi "invasivi" (spero di rendere l'idea) per il mio corpo ma per colpa sua ho passato praticamente tutta la mia adolescenza pensando che il sesso fosse una cosa sporca. E ho iniziato ad approcciarmi seriamente al sesso solo da pochi anni.. . e non senza parecchie difficoltà iniziali. In ogni caso, dopo quegli episodi della mia infanzia (che, in seguito, non si sono mai più ripresentati negli anni), non abbiamo mai avuto modo di affrontare quell'argomento. Dai miei 13 ai miei 20 anni avevo un rapporto "costante" con mio cugino, essendo che frequentavamo la stessa parrocchia. Poi io l'ho lasciata e i nostri rapporti si sono fatti a poco a poco meno frequenti, dato anche il suo successivo matrimonio e nascita del figlio.
Ed eccoci ad oggi: non riesco a provare nessun tipo di affetto verso suo figlio, che ha 2 anni e mezzo. E' un bambino che mi annoia a morte anche vedendo tutta l'attenzione che (giustamente) richiede. Una volta mia zia mi ha raccontato che aveva la febbre a 40 ed è caduto in una sorta di coma (o meglio parlare di svenimento?) facendo prendere un grosso spavento a tutti perché credevano stesse per morire. E nemmeno in quel caso sono riuscita a provare una grande empatia nei suoi confronti. Ma il peggio è quando mi trovo sola con lui: ho istinti omicidi. E forse oggi è stata la volta peggiore. Tutte le volte che ci siamo trovati da soli, eravamo in una stanza con una finestra.. . e immagino di buttarlo giù. Mi sento veramente un mostro per questo perché lui non ne può nulla delle cavolate che ha fatto suo padre in passato e, inoltre, sembra nutrire un affetto particolare verso di me. Cosa che io non credo di sentire. Anzi, quest'estate sono andata in Africa e sentivo di provare molta più empatia, dolcezza per quei bambini, a me totalmente sconosciuti. Bambini che non hanno niente, e invece lui ha tutto (per fortuna sua). Oppure per il bambino di una coppia di amici: oggi sapevo che stesse male e ho chiesto al mio amico come stesse. Non so.. . se dovessi seguire solo l'istinto taglierei completamente i contatti con mio cugino. Ma c'è di mezzo mia zia, per la quale provo un profondo affetto e considero a tutti gli effetti la mia seconda madre. Quindi non è la soluzione ideale. Cosa ne pensate?
Mi trovo a chiedere un consulto per una cosa che si è ripresentata oggi e che mi ha parecchio turbata.
Prima, però, devo partire da un antefatto importante: tra i miei 8 e i miei 11 anni ho subito degli abusi da mio cugino, anche lui - all'epoca - minorenne, ma più grande di me di 5 anni. Non sono stati degli abusi "invasivi" (spero di rendere l'idea) per il mio corpo ma per colpa sua ho passato praticamente tutta la mia adolescenza pensando che il sesso fosse una cosa sporca. E ho iniziato ad approcciarmi seriamente al sesso solo da pochi anni.. . e non senza parecchie difficoltà iniziali. In ogni caso, dopo quegli episodi della mia infanzia (che, in seguito, non si sono mai più ripresentati negli anni), non abbiamo mai avuto modo di affrontare quell'argomento. Dai miei 13 ai miei 20 anni avevo un rapporto "costante" con mio cugino, essendo che frequentavamo la stessa parrocchia. Poi io l'ho lasciata e i nostri rapporti si sono fatti a poco a poco meno frequenti, dato anche il suo successivo matrimonio e nascita del figlio.
Ed eccoci ad oggi: non riesco a provare nessun tipo di affetto verso suo figlio, che ha 2 anni e mezzo. E' un bambino che mi annoia a morte anche vedendo tutta l'attenzione che (giustamente) richiede. Una volta mia zia mi ha raccontato che aveva la febbre a 40 ed è caduto in una sorta di coma (o meglio parlare di svenimento?) facendo prendere un grosso spavento a tutti perché credevano stesse per morire. E nemmeno in quel caso sono riuscita a provare una grande empatia nei suoi confronti. Ma il peggio è quando mi trovo sola con lui: ho istinti omicidi. E forse oggi è stata la volta peggiore. Tutte le volte che ci siamo trovati da soli, eravamo in una stanza con una finestra.. . e immagino di buttarlo giù. Mi sento veramente un mostro per questo perché lui non ne può nulla delle cavolate che ha fatto suo padre in passato e, inoltre, sembra nutrire un affetto particolare verso di me. Cosa che io non credo di sentire. Anzi, quest'estate sono andata in Africa e sentivo di provare molta più empatia, dolcezza per quei bambini, a me totalmente sconosciuti. Bambini che non hanno niente, e invece lui ha tutto (per fortuna sua). Oppure per il bambino di una coppia di amici: oggi sapevo che stesse male e ho chiesto al mio amico come stesse. Non so.. . se dovessi seguire solo l'istinto taglierei completamente i contatti con mio cugino. Ma c'è di mezzo mia zia, per la quale provo un profondo affetto e considero a tutti gli effetti la mia seconda madre. Quindi non è la soluzione ideale. Cosa ne pensate?
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Buonasera, ho letto quello che mi ha scritto. La ringrazio per la cura e precisione con cui ha raccontato delle cose che le provocano sicuramente vergogna. Ovviamente avrei bisogno di conoscere qualcosa in più sulla sua storia familiare e su di lei (sopratutto per quanto riguarda la sua relazione con sua madre). Rispetto a ciò che mi ha scritto le rimando ugualmente che forse queste chiamiamole reazioni hanno a che fare con un materno che ha dentro di se, un qualcosa che in queste situazioni emerge. Mi permetto di suggerirle un percorso di psicoterapia con lo scopo di affrontare questa eredità materna in termini psicologici affinché comprenda le cause di queste reazioni.
Cordialmente dott. Stefano Tricoli
Cordialmente dott. Stefano Tricoli
Dr. stefano tricoli
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7k visite dal 02/11/2019.
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