Tristezza continua a 16 anni...

Buongiorno, sono un ragazzo di 16 anni (quasi 17) e vorrei dei pareri sulla mia situazione. È ormai da 1 anno che non mi sento più bene mentalmente, sono sempre triste.. Non ho mai avuto amici e fino a circa 14 anni non era un problema, poi iniziando a crescere mi è pesato moltissimo e ci sto sempre male, alle medie sono stato vittima di bullismo, successivamente alle superiore è andato tutto okay ma non ho legato con nessuno. Ho fatto il primo anno di superiori tranquillo, non ero ne felice, ne triste, ma iniziata la 2 superiore tutto è peggiorato. Non c'è giorno che io non pianga e che non mi rimproveri per tutto quello che è successo in passato, per non aver fatto nulla e ora ritrovarmi in questa situazione. Le mie giornate sono vuote, visto che non ho nessuno con cui uscire. Penso e ripenso a tutto quello che è successo e alle conseguenze di ciò, mi sento vuoto, senza emozioni, come esausto da tutto il dolore che sto provando. Non riesco neanche più a uscire per fare semplicemente un giro da solo perché ho paura di rivedere i ragazzi delle medie, le poche volte che sono stato costretto dai miei genitori sono stato male, mi girava la testa e avevo tantissima ansia. Ogni giorno che passa mi sembra che mi distruggo sempre di più, le poche volte che sono tranquillo mi viene in mente qualcosa di brutto e torno a pensarci. Le cose che facevo un tempo mi divertono molto meno, è come se non provassi più emozioni, passo tutto il mio tempo a dormire e son sempre stanco senza motivo. I miei genitori sono coscienti del fatto che io un pó stia male, ma non pensano così tanto, sono disponibili e a volte cercano di parlarmi ma io rifiuto ogni confronto perché mi vergogno. Vorrei uscire da questa situazione e capire cos'ho per tornare a stare bene, perché così non ce la faccio più.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Caro ragazzo,
il fatto che i suoi genitori siano consapevoli del suo disagio e pronti ad aiutarla è già un vantaggio per uscire da questa situazione. Non lo renda vano respingendo il loro aiuto!
A suo tempo ha raccontato ai genitori gli episodi di bullismo di cui è stato vittima? Se non lo ha fatto, e adesso si sente a disagio, chieda di vedere uno psicologo. Se non vuole andare da quello della sua scuola, vada al Consultorio Giovani o alle ASL. Può cercare specificamente un esperto di bullismo; ma chieda di vedere uno psicologo in ogni caso. Può chiedere l'impegnativa al suo medico di base, per non pagare i colloqui.
Tenga conto che al medico di base non deve dire altro che il suo stato depressivo come lo ha descritto a noi; il resto fa parte del colloquio con uno specialista.
Anche coi genitori, chieda il loro aiuto per trovare uno psicologo e chiarisca che per ora le fa troppo male esternare i motivi della sua sofferenza.
Abbia fiducia: vedrà che se saprà accettare aiuto, le cose andranno a posto.
Ci scriva e ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio della risposta.
Si, raccontai degli episodi di bullismo ma dopo un pó di tempo, mentre continuavano ad accadere episodi del genere... Successivamente andai da una psicologa per circa 2 mesi, ma terminai in quanto non riuscivo ad affrontare l'argomento, da allora la situazione è rimasta uguale fino ad oggi. Vado d'accordo coi miei genitori ma non so come spiegarli la situazione, non riesco neanche a immaginarmi io che li chiedo di andare da uno psicologo, non so perché... Sono sicuro che capirebbero ma è come se fossi bloccato da un grandissimo senso di vergogna. Posso chiederle cosa intende con "stato depressivo"?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Caro ragazzo, lo stato depressivo è una condizione di depressione, che non si può però definire con precisione senza un colloquio di persona.
Le riporto solo alcune sue frasi che rimandano a questa ipotesi diagnostica: "È ormai da 1 anno che non mi sento più bene mentalmente, sono sempre triste"; "Non c'è giorno che io non pianga e che non mi rimproveri per tutto quello che è successo in passato, per non aver fatto nulla e ora ritrovarmi in questa situazione".
Vorrei che lei comprendesse che da questo stato d'animo, e dalle abitudini di vita sempre più rinunciatarie che lo accompagnano, si esce, ma con le cure opportune.
Dice che non ha mai avuto amici: forse anche questo è un ricordo alterato dalla sofferenza, e invece alle elementari giocava volentieri con gli altri bambini
Ha fratelli o sorelle? Che tipo di scuola frequenta?
Infine, con la psicologa che ha incontrato non è riuscito ad aprirsi; del resto due mesi sono pochi, e forse la collega avvertendo le sue resistenze non ha voluto forzarla.
Può darsi anche che lei creda, come molti adolescenti, che lo psicologo possa riferire ai genitori le confidenze del paziente. Assolutamente non è così. Non confonda le informazioni generiche che uno psicologo dà ai genitori, tipo "Mi sembra che stia un po' meglio" oppure "E' ancora difficile dire se ci stiamo incamminando sulla strada giusta" con il riferire il contenuto dei colloqui terapeutici, che rimarrà riservato per sempre.
Capisco la sua resistenza a chiedere ai genitori di trovarle uno psicologo (ma la prima volta glielo aveva chiesto, o lo avevano suggerito loro?), ma può andare al Consultorio, alle ASL, chiedere al medico di famiglia o telefonare al telefono Azzurro.
Quando si sono subiti episodi di bullismo, e in generale atti di violenza, fisica, psicologica o tutte e due, si sperimentano aspetti di sé stessi che in seguito ci fanno stare male e che vogliamo dimenticare, negare, non riferire a nessuno. Per questo occorre una terapia che ci porti a separare le responsabilità e a "riscattare", per così dire, la vittima.
Le raccomando, abbia un pochino di coraggio per cercare aiuto. Già questo, malgrado la vergogna e l'ansia, dovrebbe cominciare a farla sentire una persona più forte.
Auguri, e ci tenga sempre al corrente.
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