Non riesco a gestire i sentimenti per il capo molto più grande di me
Buongiorno,
Ho 28 anni e l'anno scorso ho iniziato uno stage presso uno studio, dove sono stata assegnata ad un professionista di 61 anni, noto per essere a tratti arroganate, lavativo e amante delle donne e della bella vita. All'inizio la mia esperienza è stata delle peggiori: riversava su di me tutta la sua mole di lavoro e soprattutto in pubblico mi trattava più con disprezzo che con distacco, imponendomi anche di stargli dietro come una specie di portaborse. Dopo alcuni mesi, complice anche il fatto che trascorriamo insieme molte ore e avendo io dimostrato una certa tenuta al carico di lavoro, ha iniziato ad essere più cortese con me, ad iniziare sporadicamente qualche breve discorso e anche a raccontarmi qualcosa, non molto in verità, su di lui, anche im contrasto con il cliche che rappresenta. Insomma col tempo ho iniziato a convincermi che è un uomo molto solo - vive solo anche se ha una compagna-, ma anche una persona dotata di entusiasmo per le cose che ama, dolce e premurosa, a tratti insicura, e anche sul lavoro più che lavativo mi è sembrato stanco e capace di improvvisi slanci di attenzione e interesse. Nonostante si sia solo limitato a piccole attenzioni e regalini nei miei confronti, che comunque dimostra essere rivolte anche ad altre colleghe, mi sono innamorata di lui come un' adolescente. Analizzo ogni suo minimo comportamento e mi sembra di notare che quando siamo da soli e ci troviamo particolarmente vicini il suo cuore batta fortissimo, colgo malcelati sorrisi di tenerezza e improvvisi arrosamenti da parte sua, salvo poi convincermi che mi sono immaginata tutto, sentirmi davvero tanto ridicola e farmi prendere dal terrore che i miei sentimenti siano evidenti. In più non riesco a non passare la giornata pensando a lui, anche tralasciando alcune urgenze di lavoro al di fuori dello stage. Come se non bastasse mi colpevolizzo continuamente di essere stata troppo scontrosa, noiosa e temo di non apparire al meglio. È davvero la prima volta che mi capita una cosa del genere e non so come gestirla e so che è un sentimento che non potrebbe avere alcun futuro, avendo lui molte volte criticato duramente chi stringe relazioni con persone molto più giovani. Come se non bastasse, mi crea una grande angoscia l'idea che lui sia effettivamente affezionato a me ma solo per quella tenerezza che le "vecchie leve" nutrono nei confronti dei giovani entusiasti e che nel frattempop, io sto qui a fare tante castelli in aria e a perdere tanto tempo prezioso, vivendo in una specie di romanzo d'appendice.
Ho 28 anni e l'anno scorso ho iniziato uno stage presso uno studio, dove sono stata assegnata ad un professionista di 61 anni, noto per essere a tratti arroganate, lavativo e amante delle donne e della bella vita. All'inizio la mia esperienza è stata delle peggiori: riversava su di me tutta la sua mole di lavoro e soprattutto in pubblico mi trattava più con disprezzo che con distacco, imponendomi anche di stargli dietro come una specie di portaborse. Dopo alcuni mesi, complice anche il fatto che trascorriamo insieme molte ore e avendo io dimostrato una certa tenuta al carico di lavoro, ha iniziato ad essere più cortese con me, ad iniziare sporadicamente qualche breve discorso e anche a raccontarmi qualcosa, non molto in verità, su di lui, anche im contrasto con il cliche che rappresenta. Insomma col tempo ho iniziato a convincermi che è un uomo molto solo - vive solo anche se ha una compagna-, ma anche una persona dotata di entusiasmo per le cose che ama, dolce e premurosa, a tratti insicura, e anche sul lavoro più che lavativo mi è sembrato stanco e capace di improvvisi slanci di attenzione e interesse. Nonostante si sia solo limitato a piccole attenzioni e regalini nei miei confronti, che comunque dimostra essere rivolte anche ad altre colleghe, mi sono innamorata di lui come un' adolescente. Analizzo ogni suo minimo comportamento e mi sembra di notare che quando siamo da soli e ci troviamo particolarmente vicini il suo cuore batta fortissimo, colgo malcelati sorrisi di tenerezza e improvvisi arrosamenti da parte sua, salvo poi convincermi che mi sono immaginata tutto, sentirmi davvero tanto ridicola e farmi prendere dal terrore che i miei sentimenti siano evidenti. In più non riesco a non passare la giornata pensando a lui, anche tralasciando alcune urgenze di lavoro al di fuori dello stage. Come se non bastasse mi colpevolizzo continuamente di essere stata troppo scontrosa, noiosa e temo di non apparire al meglio. È davvero la prima volta che mi capita una cosa del genere e non so come gestirla e so che è un sentimento che non potrebbe avere alcun futuro, avendo lui molte volte criticato duramente chi stringe relazioni con persone molto più giovani. Come se non bastasse, mi crea una grande angoscia l'idea che lui sia effettivamente affezionato a me ma solo per quella tenerezza che le "vecchie leve" nutrono nei confronti dei giovani entusiasti e che nel frattempop, io sto qui a fare tante castelli in aria e a perdere tanto tempo prezioso, vivendo in una specie di romanzo d'appendice.
[#1]
Buonasera,
certe dinamiche relazionali possono essere meglio analizzate e comprese solo attraverso un'adeguata disamina della propria storia di vita all'interno di un lavoro terapeutico.
Il primo passo è sempre quello di comprendere i meccanismi che hanno portato alla situazione problematica, prima di poter vedere come "uscirne".
Spesso i propri stili e scelte relazionali sono conseguenti ai primi prototipi affettivi che si sono vissuti e sperimentati.
In tal senso la invito a contattare direttamente un terapeuta per affrontare la questione, all'interno di un contesto clinico adeguato.
Saluti
certe dinamiche relazionali possono essere meglio analizzate e comprese solo attraverso un'adeguata disamina della propria storia di vita all'interno di un lavoro terapeutico.
Il primo passo è sempre quello di comprendere i meccanismi che hanno portato alla situazione problematica, prima di poter vedere come "uscirne".
Spesso i propri stili e scelte relazionali sono conseguenti ai primi prototipi affettivi che si sono vissuti e sperimentati.
In tal senso la invito a contattare direttamente un terapeuta per affrontare la questione, all'interno di un contesto clinico adeguato.
Saluti
Dr. Marco Forti
Psicologo - Psicoterapeuta - Sessuologo - Esperto in EMDR
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 26/10/2019.
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