Paura dell'abbandono e pensiero ossessivo
Buongiorno a tutti,
scrivo per un problema che riguarda il mio partner. All'inizio della nostra relazione tutto andava a gonfie vele, ma solo pochi mesi dopo ho iniziato a notare dei comportamenti anomali: quando andavo a lavoro, in palestra o se per tanto tempo smettevo di rispondere ai messaggi, subito notavo che cambiava umore anche se non mi diceva niente. Cosi iniziai a chiederli quale era il problema e venne fuori che in tutte queste situazioni era geloso, costantemente in ansia e che temeva di perdermi. In particolare con il tempo mi rivelò che in queste situazioni iniziava a pensare e anche sforzandosi non riusciva a distogliere l'attenzione dal pensiero iniziale: che prima o poi lo avrei lasciato, che mi sarei stufata di lui, che avrei trovato qualcuno di migliore e ancora che non era un bravo ragazzo perche perdeva del tempo con me per pensare a cose che sapeva essere irragionevoli. Ma quando questi pensieri iniziano non riesce a fermarli e rimani cosi, in una sorta di stato di trance, per ore e a volte anche per giorni. E in queste situazioni prova un ansia cosi profonda da vomitare e non riuscire ad alzarsi dal letto. Fino a quando è diventato cosi debilitante che si è deciso ad andare dallo psicologo da cui attualmente ha fatto 3 sedute e che gli ha detto che è facile, un 'altra seduta e sarà apposto. Ma io vedo solo peggioramenti. Ho notato addirittura che in questi momenti di "trance" si graffia cosi tanto, quasi come uno sfogo, da farsi venire delle croste. Non vuole prendere ansiolitici per paura della dipendenza, ma inizio a temere un qualcosa di piu grave come un disturbo ossessivo compulsivo. Intanto io non so come comportarmi, cosa fare con lui perché qualsiasi cosa dica non fa che renderlo più triste. Spero riusciate a darmi qualche informazione sulla sua patologia e qualche indicazione su come comportarmi. Chiedo scusa per la lunghezza del messaggio e grazie in anticipo per eventuali risposte.
scrivo per un problema che riguarda il mio partner. All'inizio della nostra relazione tutto andava a gonfie vele, ma solo pochi mesi dopo ho iniziato a notare dei comportamenti anomali: quando andavo a lavoro, in palestra o se per tanto tempo smettevo di rispondere ai messaggi, subito notavo che cambiava umore anche se non mi diceva niente. Cosi iniziai a chiederli quale era il problema e venne fuori che in tutte queste situazioni era geloso, costantemente in ansia e che temeva di perdermi. In particolare con il tempo mi rivelò che in queste situazioni iniziava a pensare e anche sforzandosi non riusciva a distogliere l'attenzione dal pensiero iniziale: che prima o poi lo avrei lasciato, che mi sarei stufata di lui, che avrei trovato qualcuno di migliore e ancora che non era un bravo ragazzo perche perdeva del tempo con me per pensare a cose che sapeva essere irragionevoli. Ma quando questi pensieri iniziano non riesce a fermarli e rimani cosi, in una sorta di stato di trance, per ore e a volte anche per giorni. E in queste situazioni prova un ansia cosi profonda da vomitare e non riuscire ad alzarsi dal letto. Fino a quando è diventato cosi debilitante che si è deciso ad andare dallo psicologo da cui attualmente ha fatto 3 sedute e che gli ha detto che è facile, un 'altra seduta e sarà apposto. Ma io vedo solo peggioramenti. Ho notato addirittura che in questi momenti di "trance" si graffia cosi tanto, quasi come uno sfogo, da farsi venire delle croste. Non vuole prendere ansiolitici per paura della dipendenza, ma inizio a temere un qualcosa di piu grave come un disturbo ossessivo compulsivo. Intanto io non so come comportarmi, cosa fare con lui perché qualsiasi cosa dica non fa che renderlo più triste. Spero riusciate a darmi qualche informazione sulla sua patologia e qualche indicazione su come comportarmi. Chiedo scusa per la lunghezza del messaggio e grazie in anticipo per eventuali risposte.
[#1]
Gentile signorina
Il problema del suo compagno, lungi da me rivolgere critiche a colleghi, non pare si possa curare in 4 incontri (4 incontri in cui personalmente non riesco nemmeno a stilare una diagnosi psicologico/funzionale di chi ho davanti. Figuriamoci una terapia...)
Pare più un problema che evidenzia, con i limiti che lei ben comprenderà di un consulto online, verosimili tratti ossessivi ma che probabilmente alla base cela una struttura di personalità (caratteriale ed emotiva) tendenzialmente costituita da:
Timore dell’abbandono
Sentimenti di ansia e tristezza notevoli
Rabbia e comportamenti autolesivi
Questo quadro farebbe più pensare appunto a tratti non funzionali di personalità che poi , come conseguenza/punta dell’icerberg,portano al sintomo ossessivo (del controllo ansioso)
Quindi, a mio modesto parere, qui non è una questione di prendere ansiolitici o meno ma eventualmente di individuare un collega psicologo psicoterapeuta esperto/o che abbia familiarità in diagnosi e cura di disturbi di personalità.
Questo per il suo compagno
Ci siamo?
Detto ciò, veniamo a lei
Lei sta soffrendo
Si sente controllata e quindi non libera
È preoccupata per quanto accade al suo compagno. Non potrebbe essere diversamente...
È evidente che lei ha diritto a comprendere il proprio ruolo emotivo e comportamentale in tale situazione e cercare di trovare, insieme ad un collega psicologo psicoterapeuta (a cui dovrebbe andarci lei) strategie di gestione della situazione e delle dinamiche. Dinamiche non solo di coppia eh, sia ben inteso, ma personali. Lei soffre ed è preoccupata e mi pare il caso proprio ai fini del suo benessere di contattare al più presto un collega con cui focalizzare la situazione propria e relazionale e valutare il da farsi.
Capirà bene che alla sua richiesta: come comportarmi
Non le possiamo rispondere via web senza averla di fronte personalmente.
Per questo consiglio un bravo/brava collega
Cordiali saluti
Il problema del suo compagno, lungi da me rivolgere critiche a colleghi, non pare si possa curare in 4 incontri (4 incontri in cui personalmente non riesco nemmeno a stilare una diagnosi psicologico/funzionale di chi ho davanti. Figuriamoci una terapia...)
Pare più un problema che evidenzia, con i limiti che lei ben comprenderà di un consulto online, verosimili tratti ossessivi ma che probabilmente alla base cela una struttura di personalità (caratteriale ed emotiva) tendenzialmente costituita da:
Timore dell’abbandono
Sentimenti di ansia e tristezza notevoli
Rabbia e comportamenti autolesivi
Questo quadro farebbe più pensare appunto a tratti non funzionali di personalità che poi , come conseguenza/punta dell’icerberg,portano al sintomo ossessivo (del controllo ansioso)
Quindi, a mio modesto parere, qui non è una questione di prendere ansiolitici o meno ma eventualmente di individuare un collega psicologo psicoterapeuta esperto/o che abbia familiarità in diagnosi e cura di disturbi di personalità.
Questo per il suo compagno
Ci siamo?
Detto ciò, veniamo a lei
Lei sta soffrendo
Si sente controllata e quindi non libera
È preoccupata per quanto accade al suo compagno. Non potrebbe essere diversamente...
È evidente che lei ha diritto a comprendere il proprio ruolo emotivo e comportamentale in tale situazione e cercare di trovare, insieme ad un collega psicologo psicoterapeuta (a cui dovrebbe andarci lei) strategie di gestione della situazione e delle dinamiche. Dinamiche non solo di coppia eh, sia ben inteso, ma personali. Lei soffre ed è preoccupata e mi pare il caso proprio ai fini del suo benessere di contattare al più presto un collega con cui focalizzare la situazione propria e relazionale e valutare il da farsi.
Capirà bene che alla sua richiesta: come comportarmi
Non le possiamo rispondere via web senza averla di fronte personalmente.
Per questo consiglio un bravo/brava collega
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.1k visite dal 25/10/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.