Provo un grande disagio, diventato ormai fisico

Premetto che nella mia vita mi sono capitati eventi che hanno influenzato fortemente la mia psicologia: nasco in una famiglia molto tradizionale, con alcune personalità a me vicine istrioniche e a tratti bordar-line. Persone che vivono semplici fatti quotidiani con il pathos di grandi tragedie. Ad esempio rottamare una macchina di un parente deceduto percepito come un torto e con seguenti pianti e depressioni che sono durate anche settimane. Tendenza all'isolamento sociale, all'applicazione di schemi sociali molto retro (come la figura della donna che non può lavorare o percepita solo come madre o moglie). Ad oggi ho 25 anni e sono al secondo anno della facoltà di medicina, scelta di cui ero felice e per cui ho un po' ansia per via dell'età. Ma mai nulla di grave. Da qualche mese mi rendo conto di questi profondi cambiamenti

Mi sento spesso scoraggiata, malinconica. Durante la notte mi sveglio con un senso di pesantezza addosso, non riesco più a vivere con leggerezza. Continuo a rimuginare sulle cose che mi succedono intorno e attribuisco ad ogni evento un peso così grande da ribaltare la mia vita. Ho delle crisi di pianto; nei pomeriggio a volte scoppio a piangere per ore e poi mi sento meglio, come se svuotassi una botte.
Non ho alcun desiderio sessuale, spesso spero che le persone non vedano o si dimentichino di me. Non è come desiderare di morire ma semplicemente di non esserci. Di sparire. Di rendersi sufficientemente invisibile da poter sopravvivere meglio.
Ho la sensazione di non avere la mente lucida, perché non ho sufficiente concentrazione per soffermarmi sugli aspetti positivi delle cose e al contempo mantengo un briciolo di lucidità sufficiente per non urtare le persone vicino a me.
Trovo difficile fare cose che prima mi davano divertimento, ora sono solo una fatica.
Sono pessimista sul mio futuro e irritabile al pensiero di vivere sempre in balia delle cose.
Faccio fatoca a ricordami perché ho preso una decisione e a mantenere quell’idea nel tempo. Ci sono momenti in cui mi sento inutile, ed è come se una parte della mia personalità prendesse il sopravento sull’altra e allora faccio delle cose più positive.
Vivo con la sensazione che le persone intorno a me starebbero meglio se non ci fossi.
La sensazione più brutta è quella di essere ancora a questo punto’; è come avere la sensazione che tutto intorno a me si muova e io rimanga ferma. So che queste parole daranno un dolore alle persone che mi sono vicino e in parte me ne dispiaccio. Ho paura di chiedergli aiuto per questo.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
il suo medico di famiglia può prescriverle sia la visita psichiatrica, per accertare se lei sia affetta da depressione, che va curata, sia il colloquio con lo psicologo, anche in vista di una psicoterapia, sempre auspicabile in questi casi.
Forse per non addolorare i suoi familiari lei ci ha dato notizie scarse di sé.
Provveda comunque ad informare il medico di famiglia del suo stato.
Ci faccia sapere; coraggio e auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Purtroppo il mio medico è un membro della mia famiglia e non ho possibilità di parlarne apertamente.

Come dettagli non saprei cosa può intendere; può essere più specifica?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente, scelga un medico differente o si affidi al suo parente, che è comunque tenuto al segreto professionale; in alternativa vada direttamente al Consultorio giovani, alle ASL della sua città o meglio ancora al servizio medico-psicologico dell'università.
Quanto a parlare col suo parente medico, dopotutto un dialogo sincero sui suoi sintomi non è qualcosa di vergognoso. A quel che capisco lei teme le reazioni di un membro ben preciso della sua famiglia (per questo le dicevo che non ha dato dettagli). Avverta il suo parente che non è opportuno coinvolgere altri.
L'unica cosa che non è consigliabile è continuare a trascurare questo suo stato d'animo.
Le faccio tanti auguri e spero di ricevere presto sue notizie.