Perché è cambiato improvvisamente?

Salve gentili medici. La mia è una storia complessa, cercherò di essere breve. Quasi due mesi fa conobbi un ragazzo meraviglioso e da subito mi disse che stava attraversando un brutto periodo dovuto al fatto che probabilmente a breve avrebbe ricevuto da diagnosi di sm (stava aspettando degli ultimi risultati per avere la conferma). Il nostro rapporto di amicizia è proseguito tranquillamente (ci sentivamo ogni giorno e vedevamo spesso, lui nonostante tutto era sempre molto solare e mi diceva espressamente che parlare e stare con me lo faceva stare bene) fino a qualche giorno fa in cui lui improvvisamente è cambiato divenendo di punto in bianco più freddo e schivo. Al che dopo qualche giorno di silenzio decido di farmi viva e chiedere spiegazioni. La sua risposta è stata abbastanza breve e concisa: non è un momento bello, sta realizzando di avere una malattia abbastanza impegnativa e quindi sente il bisogno di stare da solo. Io capisco tutto ci mancherebbe e mi farò da parte da ora in poi rispettando il suo pensiero ma veramente mi viene difficile rompere cosi da un giorno all'altro il rapporto di amicizia che si era creato, avrei voluto stargli accanto, supportarlo ma lui ha deciso così. Capite bene che è una sintuazione abbastanza delicata, che dovrei fare secondo voi? Non è peggio se si isola così? Mi sento così triste e dispiaciuta! Poi non capisco se si è allontanato davvero per questo motivo o se è stata solo una scusa e sotto sotto c'è qualcos'altro. Mi sto facendo mille paranoie che non mi fanno vivere. Forse esagero? Vorrei un parere vostro gentilmente.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, immaginare cosa possa aver allontanato il suo amico è impossibile.
Se non riesce a trovare una ragione lei, che ha parlato con lui e ha condiviso l'attesa di una diagnosi seria che a quanto pare è poi arrivata, come potremmo farlo noi da qui?
In termini molto generali possiamo dire solo che alcune persone, quando si scoprono malate, si isolano, per impegnarsi nella lotta alla malattia e non esserne distolti da consigli e da una solidarietà che avvertono come pietà, ma anche per molte altre ragioni. Per alcuni una diagnosi di questo tipo è uno smacco, una specie di sconfitta di cui si vergognano. Ne parlano a stento ai familiari, ma si chiudono agli estranei. Inoltre, forse questo ragazzo provava per lei un sentimento più forte di una semplice amicizia. Scoperta la sua malattia, quello che poteva essere l'allegro inizio di una storia d'amore si raggela, per comprensibili motivi.
Le ripeto però che noi non possiamo, da qui, ipotizzare i veri motivi. Possiamo però suggerirle di offrire con cautela e senza insistere la sua solidarietà e la sua amicizia. L'unica cosa da non fare, in questo caso, è offendersi di questo allontanamento. Metta in opera tutta la sua comprensione.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa la ringrazio moltissimo per la celerità della sua risposta, è stata molto puntuale ed esaustiva. Concordo con lei per quanto riguarda il fatto del "vergognarsi" del suo stato di salute che ultimamente essendo ancora senza farmaci era un po' peggiorato, infatti nelle ultime uscite era molto giù moralmente e diceva di vergognarsi di farsi vedere in pubblico in quello stato (aveva molti tremori evidenti agli arti e a volte perdeva l'equilibrio mentre camminava e si scusava sempre anche se io gli ripetevo che non doveva scusarsi e che con me non doveva farsi alcun problema ma si notava che molte volte in questi momenti era a disagio). Tuttavia ci sono stati momenti in cui come lei suppone il rapporto tra di noi è stato un po' ambiguo nel senso che percepivo qualcosa in più da parte sua (non c'è stato mai nulla ma a volte lui si spingeva a farmi complimenti o a darmi qualche abbraccio in più) e poi eravamo davvero tanto legati e ci vedevamo quasi ogni giorno quindi può anche essere che stava per nascere qualcosa per lo meno da parte sua e magari parte del suo allontanamento improvviso sia da imputare anche a questa cosa. Io spero che lui non abbia mai interpretato la mia vicinanza come pietà perché io davvero avevo piacere di stare con lui indipendentemente dal suo stato di salute anche se spesso esageravo perché sapendolo "malato" avevo degli atteggiamenti un po' troppo da "mammina" dicendo di non fare determinate cose perché altrimenti si sarebbe stancato troppo e il giorno dopo sarebbero tornati più forti di prima i cassici suoi sintomi. Forse in tal senso ho esagerato ma non sono riuscita proprio a trattenermi, avevo un instinto di protezione enorme con questo ragazzo ma lui non ha mai fatto intendere che ciò gli dava fastidio ma anzi sembrava apprezzare e perciò non mi spiego tutto questo distacco da un giorno all'altro. Ovviamente mi rendo conto che come dice lei solo lui sa la verità e nessuno di noi può sapere cosa gli passa per la testa ma penso che le sue ipotesi Dottoressa siano tutte molto probabili. Adesso le chiedo, secondo lei dovrei starmene al mio posto come sto facendo vero? Non mi sto facendo sentire ne vedere rispettando il suo pensiero, ma come posso continuare a porgli la mia amicizia così facendo? Dovrei forse farmi sentire una volta tanto e chiedergli come sta? Lei come mi consiglia di muovermi in questo caso?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, può mandargli un singolo messaggio dicendo: "Nel pieno rispetto dei tuoi tempi e delle tue decisioni, ricorda che quando vorrai io sono qui con la mia amicizia e la mia solidarietà".
Semplice e non equivoco -parla di amicizia-. Il resto lo lasci decidere a lui.
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Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa, seguirò il suo consiglio, farò così e quel che sarà sarà, spero che questa amicizia non si concluda qui perché io ci tengo davvero tanto ma non possiamo costringerle le persone, pazienza. La aggiornerò eventualmente. Le auguro una buona giornata.