Paura di soffocare con il cibo ragazzo 17 anni
Buongiorno, non sapendo più cosa poter fare descrivo la situazione che riguarda mio figlio di 17 anni. Il mese di agosto dopo aver mangiato una pizza all'improvviso si è sentito come soffocare. Corsa al pronto soccorso. Nel tempo siamo tornati altre 4 volte al pronto soccorso dove tutti gli esami risultavano normali. E lui risultava sempre più ansioso. Tutti gli esami sono risultati nella norma. La diagnosi è quella di reflusso gastroesogafeo. Gli è stata data ovviamente una cura che sta facendo.
Il problema che a distanza di settimane ha avuto un altro episodio di quasi soffocamento (che in realtà non c’è stato) e si è spaventato oltre misura e da allora è subentrato un blocco io credo psicologico, mangia poco o niente e solo cibi liquidi perché ha il terrore di soffocare.
Cosa mi consigliate di fare?
Grazie per l'attenzione e le indicazioni a riguardo.
Il problema che a distanza di settimane ha avuto un altro episodio di quasi soffocamento (che in realtà non c’è stato) e si è spaventato oltre misura e da allora è subentrato un blocco io credo psicologico, mangia poco o niente e solo cibi liquidi perché ha il terrore di soffocare.
Cosa mi consigliate di fare?
Grazie per l'attenzione e le indicazioni a riguardo.
[#1]
Gent. ma utente, immagino la preoccupazione per suo figlio.
In effetti sembra si sia instaurato un circolo vizioso tra stimolo ( episodio di soffocamento) e la fobia legata ad esso.
Se non vi è niente di organico, si tratta di approfondire il vissuto di suo figlio rispetto alla paura di vivere nuovamente quel trauma che lo spinge a non mangiare. L'ansia è legata a pensieri di questo tipo e cioè che ciò che si teme si realizzerà sicuramente. L'attivazione fisiologica legata al pensiero del pericolo che l'esperienza traumatica si riproponga porta, fra l'altro, a tensione muscolare comprendendo anche la sensazione di "chiusura della gola".
Lei scrive per un consulto psicologico, ha quindi tentato questa strada?
Consiglio vivamente di farlo.
Saluti
In effetti sembra si sia instaurato un circolo vizioso tra stimolo ( episodio di soffocamento) e la fobia legata ad esso.
Se non vi è niente di organico, si tratta di approfondire il vissuto di suo figlio rispetto alla paura di vivere nuovamente quel trauma che lo spinge a non mangiare. L'ansia è legata a pensieri di questo tipo e cioè che ciò che si teme si realizzerà sicuramente. L'attivazione fisiologica legata al pensiero del pericolo che l'esperienza traumatica si riproponga porta, fra l'altro, a tensione muscolare comprendendo anche la sensazione di "chiusura della gola".
Lei scrive per un consulto psicologico, ha quindi tentato questa strada?
Consiglio vivamente di farlo.
Saluti
Dott.ssa Olivera Ortu
Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
Pedagogista
[#2]
Utente
Grazie mille dott.ssa per la risposta. Stamattina sono andata dal medico curante spiegando nei minimi dettagli la situazione e anche lui è convinto si tratti di un disturbo psicosomatico.
Mi ha prescritto Tavor 1 mg compresse oro solubili da prendere mezz'ora prima dei pasti.
Cosa ne pensa? nel frattempo prenoto una visita da un neuropsichiatra psicoterapeuta.
La ringrazio nuovamente per l'attenzione che vorrà dedicarmi
Mi ha prescritto Tavor 1 mg compresse oro solubili da prendere mezz'ora prima dei pasti.
Cosa ne pensa? nel frattempo prenoto una visita da un neuropsichiatra psicoterapeuta.
La ringrazio nuovamente per l'attenzione che vorrà dedicarmi
[#3]
Gent. ma utente, la terapia farmacologica deve essere affiancata da un percorso psicoterapeutico (non è un disturbo neurologico).
Il Tavor riuscirà ad alleviare la tensione fisiologica sul momento ma bisogna lavorare contemporaneamente sulla fobia che si è innescata.
Saluti
Il Tavor riuscirà ad alleviare la tensione fisiologica sul momento ma bisogna lavorare contemporaneamente sulla fobia che si è innescata.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 21/10/2019.
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