A 20 anni: troppo diverso dagli altri.
Buongiorno a tutti, è la prima volta che utilizzo questa piattaforma e mi sembra davvero ben fatta.
Sono qui per parlare di un problema che sto provando ad affrontare da un po' di tempo: mi sento troppo diverso dagli altri.
Fin da piccolo sono sempre stato una persona allegra, vivace e solare, avevo tanti amici e giocavo tantissimo. Però dalla metà delle superiori i miei coetanei hanno iniziato a divertirsi in modi molto diversi dai miei: hanno iniziato a fumare, bere, andare a feste, in discoteca, mentre a me tutte queste cose non piacevano. Quindi ho iniziato un po' ad isolarmi e ad andare in giro con i miei genitori piuttosto che con altre persone. Piano piano i gusti dei miei coetanei si sono sempre più divisi dai miei e ora, mentre le persone che conosco sono fidanzate, si divertono, hanno una bella vita sociale, io mi ritrovo da solo a riflettere sul perchè non riesca ad essere come loro. Ho provato a fare come loro, ad "inserirmi", ma non c'è stato verso: mi sento troppo diverso. É quindi da un po' di anni che sto perdendo il mio entusiasmo che avevo da bambino/ragazzino e ogni volta che mi trovo da solo con me stesso mi faccio queste domande e mi chiedo se tutta la mia vita sarà destinata alla solitudine, a questa routine, se troverò mai qualcuno con dei gusti simili ai miei, però vedo che ogni persona che conosco un po' di più non è così. Forse il mio problema è che mi aspetto di trovare persone troppo simili a me, forse il mio problema è che mi faccio troppi problemi e dovrei accettare questa situazione e il fatto di essere diverso e conviverci, forse il mio problema è che non sono disposto a cambiare e a fare come loro. Ogni persona che conosco, anche adulti, hanno avuto tutte queste esperienze di "divertimento", sono sposati, hanno figli, insomma ho paura di star perdendo ciò che alla mia età bisognerebbe fare per essere magari felice in futuro e ciò mi fa soffrire perchè non riesco ad uscire da questa situazione "bloccata". Inoltre ho finito le superiori (liceo delle scienze umane) ma non riesco a trovare una risposta alla domanda "cosa voglio fare nella mia vita" e vedo un futuro incerto. Provo un forte senso di vuoto, mi sento diverso, mi isolo e sto bene nella mia solitudine piuttosto di fare cose che non mi piacciono, ma questa solitudine inizia a farmi male. Dall'altra parte, però, non ho nemmeno voglia di "buttarmi" e provare a conoscere persone nuove, perchè so già che ne rimango deluso. Fin'ora io non ho mai sentito parlare di ragazzi della mia età con questi problemi.. . magari ce ne sono.. . magari no.. . io mi sento però troppo diverso e impaurito per affrontare tutto. Ciò che so è che voglio recuperare il mio entusiasmo.
Chiedo scusa se i miei pensieri appaiono confusi, ma questa è la mia mente al momento.. . grazie in anticipo.
Sono qui per parlare di un problema che sto provando ad affrontare da un po' di tempo: mi sento troppo diverso dagli altri.
Fin da piccolo sono sempre stato una persona allegra, vivace e solare, avevo tanti amici e giocavo tantissimo. Però dalla metà delle superiori i miei coetanei hanno iniziato a divertirsi in modi molto diversi dai miei: hanno iniziato a fumare, bere, andare a feste, in discoteca, mentre a me tutte queste cose non piacevano. Quindi ho iniziato un po' ad isolarmi e ad andare in giro con i miei genitori piuttosto che con altre persone. Piano piano i gusti dei miei coetanei si sono sempre più divisi dai miei e ora, mentre le persone che conosco sono fidanzate, si divertono, hanno una bella vita sociale, io mi ritrovo da solo a riflettere sul perchè non riesca ad essere come loro. Ho provato a fare come loro, ad "inserirmi", ma non c'è stato verso: mi sento troppo diverso. É quindi da un po' di anni che sto perdendo il mio entusiasmo che avevo da bambino/ragazzino e ogni volta che mi trovo da solo con me stesso mi faccio queste domande e mi chiedo se tutta la mia vita sarà destinata alla solitudine, a questa routine, se troverò mai qualcuno con dei gusti simili ai miei, però vedo che ogni persona che conosco un po' di più non è così. Forse il mio problema è che mi aspetto di trovare persone troppo simili a me, forse il mio problema è che mi faccio troppi problemi e dovrei accettare questa situazione e il fatto di essere diverso e conviverci, forse il mio problema è che non sono disposto a cambiare e a fare come loro. Ogni persona che conosco, anche adulti, hanno avuto tutte queste esperienze di "divertimento", sono sposati, hanno figli, insomma ho paura di star perdendo ciò che alla mia età bisognerebbe fare per essere magari felice in futuro e ciò mi fa soffrire perchè non riesco ad uscire da questa situazione "bloccata". Inoltre ho finito le superiori (liceo delle scienze umane) ma non riesco a trovare una risposta alla domanda "cosa voglio fare nella mia vita" e vedo un futuro incerto. Provo un forte senso di vuoto, mi sento diverso, mi isolo e sto bene nella mia solitudine piuttosto di fare cose che non mi piacciono, ma questa solitudine inizia a farmi male. Dall'altra parte, però, non ho nemmeno voglia di "buttarmi" e provare a conoscere persone nuove, perchè so già che ne rimango deluso. Fin'ora io non ho mai sentito parlare di ragazzi della mia età con questi problemi.. . magari ce ne sono.. . magari no.. . io mi sento però troppo diverso e impaurito per affrontare tutto. Ciò che so è che voglio recuperare il mio entusiasmo.
Chiedo scusa se i miei pensieri appaiono confusi, ma questa è la mia mente al momento.. . grazie in anticipo.
[#1]
Gentile utente,
l'adolescenza è uno strano periodo, nel quale
- tra l'altro -
si vorrebbe essere come gli altri per dare
attraverso il gruppo omeogeneo
un sostegno alla propria identità,
ma al contempo si evidenziano certe caratteristiche personali che talvolta fanno sentire "diversi".
Non "differenti", che sarebbe bello essere un fiore raro,
ma proprio "un diverso" con tutto il carico di auto stigmatizzazione che ciò comporta.
Nell'adolescenza le strade si divaricano
e chi si trova a fare parte della minoranza può vivere ciò con un disagio talvolta rilevante.
Ho scritto tutto ciò sapendo che "l'essere minoranza" non è una patologia.
Ma solo una consulenza psicologica di persona
potrà dire se è questa la Sua situazione,
oppure se Lei soffre di qualche forma di difficoltà sociale e di che tipo e grado.
Nel frattempo Lei potrebbe lavorare su di sè per identificare i propri interessi e passioni,
e sulla base di essi inserirsi in un gruppo a Lei consono.
Ad es.: si interessa di animali? un guppo di protezione animali,
di migranti? gruppo di volontariato,
di ambiente? associazione specifica, ecc.
Naturalmente quasi tutti i "gruppi per interesse" sono intergenerazionali, composti cioè di persone di varie età, ma questo potrebbe essere un aiuto anzichè una difficoltà mostrandole come una certa caratteristica contiene implicitamente anche un progetto di vita.
Mi sono inoltrata in questa indicazione operativa con l'obiettivo che Lei possa "autodefinirsi" sì per differenza ma al positivo,
anzichè tristemente al negativo.
Se Le va,
me ne dia riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
l'adolescenza è uno strano periodo, nel quale
- tra l'altro -
si vorrebbe essere come gli altri per dare
attraverso il gruppo omeogeneo
un sostegno alla propria identità,
ma al contempo si evidenziano certe caratteristiche personali che talvolta fanno sentire "diversi".
Non "differenti", che sarebbe bello essere un fiore raro,
ma proprio "un diverso" con tutto il carico di auto stigmatizzazione che ciò comporta.
Nell'adolescenza le strade si divaricano
e chi si trova a fare parte della minoranza può vivere ciò con un disagio talvolta rilevante.
Ho scritto tutto ciò sapendo che "l'essere minoranza" non è una patologia.
Ma solo una consulenza psicologica di persona
potrà dire se è questa la Sua situazione,
oppure se Lei soffre di qualche forma di difficoltà sociale e di che tipo e grado.
Nel frattempo Lei potrebbe lavorare su di sè per identificare i propri interessi e passioni,
e sulla base di essi inserirsi in un gruppo a Lei consono.
Ad es.: si interessa di animali? un guppo di protezione animali,
di migranti? gruppo di volontariato,
di ambiente? associazione specifica, ecc.
Naturalmente quasi tutti i "gruppi per interesse" sono intergenerazionali, composti cioè di persone di varie età, ma questo potrebbe essere un aiuto anzichè una difficoltà mostrandole come una certa caratteristica contiene implicitamente anche un progetto di vita.
Mi sono inoltrata in questa indicazione operativa con l'obiettivo che Lei possa "autodefinirsi" sì per differenza ma al positivo,
anzichè tristemente al negativo.
Se Le va,
me ne dia riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie mille per aver risposto subito! Diciamo che io non ho nessun problema a stabilire delle relazioni, anzi, appena conosco delle persone loro hanno piacere a stare e parlare con me, in prima superiore ero già amico di tutti! Però la difficoltà sta nel mantenerle, proprio perchè dopo tutto questo tempo passato a fare cose diverse da quelle dei miei coetanei mi è difficile inserirmi completamente in un gruppo, ma il problema è mio che mi sento probabilmente troppo insicuro.
[#3]
Gentile Ragazzo,
"..ma il problema è mio che mi sento probabilmente troppo insicuro."
Può essere.
Si dia il tempo di crescere e di ragionare su quale sia il Suo posto
nella propria vita
e
nella società,
e di comportarsi un po' alla volta di conseguenza.
Inserirsi "completamente" in un gruppo non è necessario,
talvolta è disastroso per l'identità personale.
Ma se Lei lo desiderasse assumerà dei comportamenti omologanti,
sempre che il Suo sè glielo permetta...
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
"..ma il problema è mio che mi sento probabilmente troppo insicuro."
Può essere.
Si dia il tempo di crescere e di ragionare su quale sia il Suo posto
nella propria vita
e
nella società,
e di comportarsi un po' alla volta di conseguenza.
Inserirsi "completamente" in un gruppo non è necessario,
talvolta è disastroso per l'identità personale.
Ma se Lei lo desiderasse assumerà dei comportamenti omologanti,
sempre che il Suo sè glielo permetta...
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 14.9k visite dal 20/10/2019.
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