Relazionarmi con gente nuova
Salve, vi scrivo perché da qualche tempo mi accorgo di star sviluppando una dipendenza dall'alcol.
Volendo riassumere la mia storia senza divagare, direi che sono un ragazzo, 26enne, che, fin dalla prima adolescenza, si è sempre, costantemente ritenuto superiore agli altri.
Prima dei miei vent'anni evitavo con premeditazione ogni contatto con buona parte dei miei coetanei ed ho sviluppato l'incapacità, o forse è meglio dire che non sono mai stato capace, di avere conversazioni normali. Con normali intendo comuni, quotidiane, parlare, in sostanza, del più e del meno.
La cosa era per me invalidante.
Dopo i vent'anni il mio carattere si è come addolcito, ma senza mai perdere quel cipiglio di superiorità, ed ho iniziato ad imparare ad intraprendere conversazioni normali, partendo magari dai convenevoli; prima considerati un tabù.
Ma questo esercizio da solo sembra non essermi bastato e, ad oggi, quando so di dover uscire, inizio a bere, la gente non se ne accorge, perché mi fa diventare una persona normale e alla mano, capace di conversazioni piacevoli e leggere.
Prima solo nei weekend, adesso però, ebbro di questa sensazione che definirei "di inclusione", bevo anche prima di una semplice uscita pomeridiana dove prevedo di incontrare gente nuova.
Esiste un'alternativa alla mia soluzione, ossia il bere?
Volendo riassumere la mia storia senza divagare, direi che sono un ragazzo, 26enne, che, fin dalla prima adolescenza, si è sempre, costantemente ritenuto superiore agli altri.
Prima dei miei vent'anni evitavo con premeditazione ogni contatto con buona parte dei miei coetanei ed ho sviluppato l'incapacità, o forse è meglio dire che non sono mai stato capace, di avere conversazioni normali. Con normali intendo comuni, quotidiane, parlare, in sostanza, del più e del meno.
La cosa era per me invalidante.
Dopo i vent'anni il mio carattere si è come addolcito, ma senza mai perdere quel cipiglio di superiorità, ed ho iniziato ad imparare ad intraprendere conversazioni normali, partendo magari dai convenevoli; prima considerati un tabù.
Ma questo esercizio da solo sembra non essermi bastato e, ad oggi, quando so di dover uscire, inizio a bere, la gente non se ne accorge, perché mi fa diventare una persona normale e alla mano, capace di conversazioni piacevoli e leggere.
Prima solo nei weekend, adesso però, ebbro di questa sensazione che definirei "di inclusione", bevo anche prima di una semplice uscita pomeridiana dove prevedo di incontrare gente nuova.
Esiste un'alternativa alla mia soluzione, ossia il bere?
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Gentile utente,
Probabilmente l'alcol la aiuta a combattere l'ansia eg le insicurezze (di cui lei potrebbe essere inconsapevole). Sarebbe opportuno gestire il problema in altro modo. Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla ad individuare e gestire le problematiche sottostanti la difficoltà a socializzare, evitando inoltre di sviluppare una dipendenza da alcol. Sembrerebbe una difficoltà di natura ansiosa.
Spero di essere stata di aiuto
Saluti
Dott.ssa Rosaria Nocera Psicologo Psicoterapeuta
Probabilmente l'alcol la aiuta a combattere l'ansia eg le insicurezze (di cui lei potrebbe essere inconsapevole). Sarebbe opportuno gestire il problema in altro modo. Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla ad individuare e gestire le problematiche sottostanti la difficoltà a socializzare, evitando inoltre di sviluppare una dipendenza da alcol. Sembrerebbe una difficoltà di natura ansiosa.
Spero di essere stata di aiuto
Saluti
Dott.ssa Rosaria Nocera Psicologo Psicoterapeuta
Dr.ssa Rosaria Nocera - Psicologo Psicoterapeuta
www.rosarianocera.it
www.facebook.com/nocera.psicoterapeutapalermo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 859 visite dal 20/10/2019.
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