Fallimento psicoterapia causato dall'ansia sociale
Buongiorno, da parecchi anni ho provato diversi approcci psicoterapici per risolvere il mio problema ma ho sempre fallito.
Davanti allo psicologo vado nel pallone (l'ultimo con cui ho parlato ha usato il termine "attivazione emotiva") e non riesco a rispondere a nessuna domanda, non sono capace di pensare, balbetto in maniera pietosa, arrossisco, mi tremano le mani e riesco a dire solo "non lo so".
Le uniche frasi che riesco a dire sono quelle che mi sono preparato in anticipo, ma se mi viene chiesto qualcosa di imprevisto non riesco a dire nulla. Ovviamente appena esco dallo studio dello psicologo mi vengono in mente un sacco di risposte che avrei potuto dare e questo è molto frustrante.
So benissimo che l'alleanza terapeutica è molto più importante del tipo di psicoterapia, ho letto parecchi testi di auto aiuto, ho provato medicine alternative, ho provato ad andare dallo psicologo a piedi per stancarmi ed allentare il mio autocontrollo.
E' tutta la vita che va così, dalla scuola al lavoro ai rapporti umani, tutta la mia vita è un disastro. Ho superato i 50 anni e non so più cosa fare. Non sono uno stupido, ho un q. i. di 133 ma quando qualcuno si aspetta che io dica qualcosa divento un temporaneo imbecille.
Esiste una psicoterapia senza colloquio? So che sarebbe un evitamento ma ormai mi sembra evidente che non sono in grado di affrontare nessuna normale psicoterapia.
Davanti allo psicologo vado nel pallone (l'ultimo con cui ho parlato ha usato il termine "attivazione emotiva") e non riesco a rispondere a nessuna domanda, non sono capace di pensare, balbetto in maniera pietosa, arrossisco, mi tremano le mani e riesco a dire solo "non lo so".
Le uniche frasi che riesco a dire sono quelle che mi sono preparato in anticipo, ma se mi viene chiesto qualcosa di imprevisto non riesco a dire nulla. Ovviamente appena esco dallo studio dello psicologo mi vengono in mente un sacco di risposte che avrei potuto dare e questo è molto frustrante.
So benissimo che l'alleanza terapeutica è molto più importante del tipo di psicoterapia, ho letto parecchi testi di auto aiuto, ho provato medicine alternative, ho provato ad andare dallo psicologo a piedi per stancarmi ed allentare il mio autocontrollo.
E' tutta la vita che va così, dalla scuola al lavoro ai rapporti umani, tutta la mia vita è un disastro. Ho superato i 50 anni e non so più cosa fare. Non sono uno stupido, ho un q. i. di 133 ma quando qualcuno si aspetta che io dica qualcosa divento un temporaneo imbecille.
Esiste una psicoterapia senza colloquio? So che sarebbe un evitamento ma ormai mi sembra evidente che non sono in grado di affrontare nessuna normale psicoterapia.
[#1]
Gentile utente,
lei ha colto nel segno sospettando di un possibile evitamento. Anche perchè una psicoterapia senza dialogo non esiste. O meglio, esistono approcci psicoterapeutici che utilizzano il corpo come strumento di espressione, ma comunque è prevista anche una parte di dialogo.
Come viveva i momenti di dialogo con il terapeuta? Erano persone di cui era riuscito a fidarsi? Si sentiva potenzialmente oggetto di giudizio o derisione?
Che significato ha la sua condizione di disagio per lei? Come la vive rispetto alle persone che la circondano?
Ha mai seguito anche una terapia farmacologica?
lei ha colto nel segno sospettando di un possibile evitamento. Anche perchè una psicoterapia senza dialogo non esiste. O meglio, esistono approcci psicoterapeutici che utilizzano il corpo come strumento di espressione, ma comunque è prevista anche una parte di dialogo.
Come viveva i momenti di dialogo con il terapeuta? Erano persone di cui era riuscito a fidarsi? Si sentiva potenzialmente oggetto di giudizio o derisione?
Che significato ha la sua condizione di disagio per lei? Come la vive rispetto alle persone che la circondano?
Ha mai seguito anche una terapia farmacologica?
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
[#2]
Utente
Per me non è facile affrontare a questo genere di domande perché per educazione impartitami sono abituato a pensare soprattutto in termini di cose visibili e tangibili. Di conseguenza quando mi si chiede cosa provo o che significato attribuisco mi trovo in grande difficoltà ma provo a rispondere.
Sono a disagio con tutte le persone che mi rivolgono la parola, specialmente quando mi si fanno domande personali e i terapeuti ovviamente le fanno. Ho avuto una madre giudicante e invadente, per cui ho una reazione automatica di allarme e chiusura davanti alle domande che riguardano la mia interiorità. Ovviamente l'alleanza terapeutica risultava molto difficile e notavo segni
di insofferenza nei miei confronti da parte degli psicoterapeuti (immagino stessero pensando: "ma questo cosa è venuto a fare se non parla?"). Certamente vorrei liberarmi dal disagio, specialmente dalla balbuzie che ha un grave impatto sulla mia autostima generando un senso di vergogna spesso insostenibile, aggravato dal pietismo con cui a volte vengo trattato dagli altri. Non ho mai seguito terapie farmacologiche perché ritengo che il mio sia un disturbo di personalità, non un semplice sintomo.
Sono a disagio con tutte le persone che mi rivolgono la parola, specialmente quando mi si fanno domande personali e i terapeuti ovviamente le fanno. Ho avuto una madre giudicante e invadente, per cui ho una reazione automatica di allarme e chiusura davanti alle domande che riguardano la mia interiorità. Ovviamente l'alleanza terapeutica risultava molto difficile e notavo segni
di insofferenza nei miei confronti da parte degli psicoterapeuti (immagino stessero pensando: "ma questo cosa è venuto a fare se non parla?"). Certamente vorrei liberarmi dal disagio, specialmente dalla balbuzie che ha un grave impatto sulla mia autostima generando un senso di vergogna spesso insostenibile, aggravato dal pietismo con cui a volte vengo trattato dagli altri. Non ho mai seguito terapie farmacologiche perché ritengo che il mio sia un disturbo di personalità, non un semplice sintomo.
[#3]
"pensare soprattutto in termini di cose visibili e tangibili"
Si chieda quindi qual è il rapporto che lei ha con le emozioni. Se le accetta, se le rifiuta, se cerca di proteggersi da esse..
"notavo segni
di insofferenza nei miei confronti da parte degli psicoterapeuti (immagino stessero pensando: "ma questo cosa è venuto a fare se non parla?""
Ha mai chiesto al terapeuta se fosse proprio così?
Si chieda quindi qual è il rapporto che lei ha con le emozioni. Se le accetta, se le rifiuta, se cerca di proteggersi da esse..
"notavo segni
di insofferenza nei miei confronti da parte degli psicoterapeuti (immagino stessero pensando: "ma questo cosa è venuto a fare se non parla?""
Ha mai chiesto al terapeuta se fosse proprio così?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.2k visite dal 17/10/2019.
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