Levopraid e ansia
Buongiorno a tutti,
Sono un ragazzo di 25 anni che ha da sempre sofferto di ansia. Circa sei mesi fa ho iniziato a soffrire di stati d'ansia più accentuati tali da portarmi nausea, bruciore di stomaco, meteorismo, mal di testa, inappetenza, oppressione del respiro, sensazione di febbre. Il medico di base mi ha prescritto levopraid 25mg 3 volte al dì prima dei pasti per tre settimane (colazione, pranzo, cena).
Nonostante tutto ciò, sono circa 4 mesi che prendo levopraid per 3 settimane, poi provo a smettere per una settimana ma i miei sintomi ritornano e ricado nella sua assunzione sotto consiglio del medico.
Il medico mi ha anche consigliato una terapia psicologica, cosa che ho fatto, sono in cura da circa 1 mese dal mio psicologo (avevo fatto altri incontri con lui qualche anno fa per altri problemi sempre legati all'ansia nello stare con gli altri), il quale mi ha consigliato vivamente di interrompere il prima possibile l'assunzione di levopraid in quanto incompatibile con le sedute di psicoterapia.
Io non so più come affrontare tutto questo, staccare il levopraid è debilitante e mi impedisce di vivere normalmente e di affrontare il lavoro poiché sono senza energie (mangiando veramente poco), faccio errori sul posto di lavoro, mi sento giramenti di testa, inappetenza, sintomi simili all'influenza, etc. Sono distrutto emotivamente in quanto non trovo soluzione a questa situazione. Grazie a chi saprà consigliarmi.
Sono un ragazzo di 25 anni che ha da sempre sofferto di ansia. Circa sei mesi fa ho iniziato a soffrire di stati d'ansia più accentuati tali da portarmi nausea, bruciore di stomaco, meteorismo, mal di testa, inappetenza, oppressione del respiro, sensazione di febbre. Il medico di base mi ha prescritto levopraid 25mg 3 volte al dì prima dei pasti per tre settimane (colazione, pranzo, cena).
Nonostante tutto ciò, sono circa 4 mesi che prendo levopraid per 3 settimane, poi provo a smettere per una settimana ma i miei sintomi ritornano e ricado nella sua assunzione sotto consiglio del medico.
Il medico mi ha anche consigliato una terapia psicologica, cosa che ho fatto, sono in cura da circa 1 mese dal mio psicologo (avevo fatto altri incontri con lui qualche anno fa per altri problemi sempre legati all'ansia nello stare con gli altri), il quale mi ha consigliato vivamente di interrompere il prima possibile l'assunzione di levopraid in quanto incompatibile con le sedute di psicoterapia.
Io non so più come affrontare tutto questo, staccare il levopraid è debilitante e mi impedisce di vivere normalmente e di affrontare il lavoro poiché sono senza energie (mangiando veramente poco), faccio errori sul posto di lavoro, mi sento giramenti di testa, inappetenza, sintomi simili all'influenza, etc. Sono distrutto emotivamente in quanto non trovo soluzione a questa situazione. Grazie a chi saprà consigliarmi.
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" il quale mi ha consigliato vivamente di interrompere il prima possibile l'assunzione di levopraid in quanto incompatibile con le sedute di psicoterapia"
Gentile Utente,
in un mese, di sedute non ne avrà effettuate tante da poter vedere risultati eclatanti: si dia tempo, e soprattutto non gestisca autonomamente i medicinali, ma segua scrupolosamente le indicazioni di chi glieli ha prescritti, anche quando le pare che non servano più.
Pare piuttosto strana l'indicazione che le è stata fornita e che ho riportato in alto: è certo di aver compreso correttamente quanto espresso dal suo curante?
In generale, vale la regola per cui uno psicologo, non essendo medico, non può dare indicazioni farmacologiche ai suoi pazienti.
Inoltre, di norma, in caso di terapia integrata (farmacologica e psicoterapia) l'efficacia aumenta e i risultati possono essere più rapidi: è importante però che psichiatra e psicoterapeuta si confronti sull'andamento del percorso.
Ha verificato nell'Albo dell'Ordine degli Psicologi della sua regione se lo psicologo che la segue è specializzato in psicoterapia?
Gentile Utente,
in un mese, di sedute non ne avrà effettuate tante da poter vedere risultati eclatanti: si dia tempo, e soprattutto non gestisca autonomamente i medicinali, ma segua scrupolosamente le indicazioni di chi glieli ha prescritti, anche quando le pare che non servano più.
Pare piuttosto strana l'indicazione che le è stata fornita e che ho riportato in alto: è certo di aver compreso correttamente quanto espresso dal suo curante?
In generale, vale la regola per cui uno psicologo, non essendo medico, non può dare indicazioni farmacologiche ai suoi pazienti.
Inoltre, di norma, in caso di terapia integrata (farmacologica e psicoterapia) l'efficacia aumenta e i risultati possono essere più rapidi: è importante però che psichiatra e psicoterapeuta si confronti sull'andamento del percorso.
Ha verificato nell'Albo dell'Ordine degli Psicologi della sua regione se lo psicologo che la segue è specializzato in psicoterapia?
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 09/10/2019.
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