Doc e finasteride
Gentili Psicologi
Sono un ragazzo di 26 anni che ha un disturbo ossessivo compulsivo che è riuscito a contenere anzi a sconfiggere fino al settembre 2017.
In seguito a una rottura sentimentale, entrai in un circolo di pensieri ossessivi legati a questa ragazza e alla paura, allora infondata di poter perdere i capelli.
Questa ultima ossessione, si è rivelata fin da subito, nociva peggiorando nel tempo. Decisi per sicurezza di vedere un dermatologo che mi prescrisse una cura a base di Locoidon e Compresse che iniziai a seguire, aggiungendoci come integratori dei semi di zucca e la serenoa repens.
Purtroppo qualche mese dopo ebbi la malaugurata idea di chiedere a un mio amico medico di prescrivermi finasteride, non avvertendolo di essere soggetto ad ansia. Utilizzai il prodotto per circa 6 mesi con buoni risultati, ma piano piano dopo un iniziale periodo di euforia ebbi dei momenti di ansia che non riuscivo a spiegarmi, come se fosse esterna a me.
Ripresa dopo una piccola pausa, notai dopo qualche giorno la comparsa di un senso di malinconia, nostalgia e scarso interesse che sfociò in un attacco di panico devastante.
Vista la situazione di ansia collegai questi fenomeni al farmaco, decisi di sospenderlo gradualmente, ma ormai il danno era fatto.
Siccome avevo degli esami da dare nei giorni successivi, l'ansia anche in virtù di questo farmaco, salii alle stelle e imputai ad esso delle difficoltà mnemoniche che avevo riscontrato.
Sono passati quasi 12 mesi dall'ultima pillola presa e ancora non riesco a capire, in virtù di tanti stressor, se la mia memoria è ritornata quella di un tempo, se eventuali deficienze sono da imputare al farmaco (che presenta diversi effetti collaterali neurologici, psicologici e sessuali in alcuni casi persistenti) oppure a un'ipocondria che ho sviluppato nel tempo.
Quello che so è che sono bloccato, questa paura della perdita di memoria (qualità di cui mi sono sempre vantato), ha reso lo studio un'attività molto stressante, e nell'ultimo periodo pensieri intrusivi non mi permettono di dormire adeguatamente, a ciò si aggiunga la costante ricerca di informazioni in merito alla sindrome post finasteride su diversi siti.
Ovviamente ho cercato di ovviare al problema, ma la prima psicoterapeuta (TCC) da me contattata mi faceva sfogare ma non mi forniva delle tecniche adeguate per affrontare l'ansia, la seconda (TBS) che mi segue da 6 mesi, non mi ha convinto del tutto e non so se continuare o meno.
Dovrei chiedere l'aiuto di un altro specialista, di diverso orientamento? Inoltre posso prendere qualche integratore naturale per l'ansia oppure dovrei evitare il fai da te? Inoltre mia madre, dottoressa sempre contraria all'uso di farmaci per problemi di "immagine", dovrei avvertirla di questo mio problema legato al farmaco anche se sta passando un periodo molto difficile?
Sono un ragazzo di 26 anni che ha un disturbo ossessivo compulsivo che è riuscito a contenere anzi a sconfiggere fino al settembre 2017.
In seguito a una rottura sentimentale, entrai in un circolo di pensieri ossessivi legati a questa ragazza e alla paura, allora infondata di poter perdere i capelli.
Questa ultima ossessione, si è rivelata fin da subito, nociva peggiorando nel tempo. Decisi per sicurezza di vedere un dermatologo che mi prescrisse una cura a base di Locoidon e Compresse che iniziai a seguire, aggiungendoci come integratori dei semi di zucca e la serenoa repens.
Purtroppo qualche mese dopo ebbi la malaugurata idea di chiedere a un mio amico medico di prescrivermi finasteride, non avvertendolo di essere soggetto ad ansia. Utilizzai il prodotto per circa 6 mesi con buoni risultati, ma piano piano dopo un iniziale periodo di euforia ebbi dei momenti di ansia che non riuscivo a spiegarmi, come se fosse esterna a me.
Ripresa dopo una piccola pausa, notai dopo qualche giorno la comparsa di un senso di malinconia, nostalgia e scarso interesse che sfociò in un attacco di panico devastante.
Vista la situazione di ansia collegai questi fenomeni al farmaco, decisi di sospenderlo gradualmente, ma ormai il danno era fatto.
Siccome avevo degli esami da dare nei giorni successivi, l'ansia anche in virtù di questo farmaco, salii alle stelle e imputai ad esso delle difficoltà mnemoniche che avevo riscontrato.
Sono passati quasi 12 mesi dall'ultima pillola presa e ancora non riesco a capire, in virtù di tanti stressor, se la mia memoria è ritornata quella di un tempo, se eventuali deficienze sono da imputare al farmaco (che presenta diversi effetti collaterali neurologici, psicologici e sessuali in alcuni casi persistenti) oppure a un'ipocondria che ho sviluppato nel tempo.
Quello che so è che sono bloccato, questa paura della perdita di memoria (qualità di cui mi sono sempre vantato), ha reso lo studio un'attività molto stressante, e nell'ultimo periodo pensieri intrusivi non mi permettono di dormire adeguatamente, a ciò si aggiunga la costante ricerca di informazioni in merito alla sindrome post finasteride su diversi siti.
Ovviamente ho cercato di ovviare al problema, ma la prima psicoterapeuta (TCC) da me contattata mi faceva sfogare ma non mi forniva delle tecniche adeguate per affrontare l'ansia, la seconda (TBS) che mi segue da 6 mesi, non mi ha convinto del tutto e non so se continuare o meno.
Dovrei chiedere l'aiuto di un altro specialista, di diverso orientamento? Inoltre posso prendere qualche integratore naturale per l'ansia oppure dovrei evitare il fai da te? Inoltre mia madre, dottoressa sempre contraria all'uso di farmaci per problemi di "immagine", dovrei avvertirla di questo mio problema legato al farmaco anche se sta passando un periodo molto difficile?
[#1]
Mi scusi eh ma ha assunto finasteride con sintomi collaterali annessi e connessi ed ora vorrebbe qualcosa di naturale per l’ansia? Mi pare dissonante come pensiero. È verosimile che una terapia psicologica per le ossessioni debba essere integrata farmacologicamente con L aiuto di un medico psichiatra come oltretutto suggeritole nel consulto precedente in psichiatria
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Lo so appare molto dissonante, ma sinceramente questa esperienza mi ha un po' turbato. Preferirei se possibile l'utilizzo di un integratore o di un qualcosa di molto sicuro, privo di effetti collaterali e ahimè so benissimo che questa è una richiesta impossibile.
Precedentemente sono riuscito a superare le mie ansie, paure senza un ausilio farmacologico di nessun tipo.
In questa occasione non so davvero cosa fare e come comportarmi e in questa occasione la TBS non sta dando i frutti sperati
Precedentemente sono riuscito a superare le mie ansie, paure senza un ausilio farmacologico di nessun tipo.
In questa occasione non so davvero cosa fare e come comportarmi e in questa occasione la TBS non sta dando i frutti sperati
[#3]
Riferisca al suo terapeuta BS cosa avverte a proposito della terapia che sta seguendo. Ovvero che non le sta dando i risultati sperati...
La comunicazione tra terapeuta e paziente è basilare in psicoterapia al fine di avere un’idea condivisa e condivisibile di ciò che sta succedendo e decidere di conseguenza.
Questo deve fare adesso con il suo terapeuta: Cosa va?
Cosa non va?
Cosa vorrebbe?
Come si sente in terapia?
Resto del parere che verosimilmente occorre integrazione farmacologica psichiatrica. Anche di questo ne parli con il suo terapeuta.
In bocca al lupo
La comunicazione tra terapeuta e paziente è basilare in psicoterapia al fine di avere un’idea condivisa e condivisibile di ciò che sta succedendo e decidere di conseguenza.
Questo deve fare adesso con il suo terapeuta: Cosa va?
Cosa non va?
Cosa vorrebbe?
Come si sente in terapia?
Resto del parere che verosimilmente occorre integrazione farmacologica psichiatrica. Anche di questo ne parli con il suo terapeuta.
In bocca al lupo
[#4]
Utente
Gentile dott. Pizzoleo
innanzitutto, e mi scuso non averlo già fatto da ieri, la ringrazio per la celere risposta.
Per quanto riguarda la comunicazione paziente-terapeuta ha ragione lei, e di questo sinceramente ne devo prendere atto.
In questo momento sono un pò combattuto, perché iniziare un terzo percorso da un lato un pò mi affligge (sono sempre propenso a dare sempre un'altra chance a chi mi segue) e mi fa porre domande anche sul possibile orientamento da seguire, dall'altro forse sarebbe la cosa giusta da fare.
Le posso chiedere in tale sede, cosa ne pensa o meglio ne sa dell'utilizzo di tale farmaco in soggetti ansiosi/depressi e della sindrome post finasteride?
innanzitutto, e mi scuso non averlo già fatto da ieri, la ringrazio per la celere risposta.
Per quanto riguarda la comunicazione paziente-terapeuta ha ragione lei, e di questo sinceramente ne devo prendere atto.
In questo momento sono un pò combattuto, perché iniziare un terzo percorso da un lato un pò mi affligge (sono sempre propenso a dare sempre un'altra chance a chi mi segue) e mi fa porre domande anche sul possibile orientamento da seguire, dall'altro forse sarebbe la cosa giusta da fare.
Le posso chiedere in tale sede, cosa ne pensa o meglio ne sa dell'utilizzo di tale farmaco in soggetti ansiosi/depressi e della sindrome post finasteride?
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Guardi, la prima cosa da fare è confrontarsi con il suo attuale terapeuta come le ho suggerito nel consulto precedente. Da questo confronto si procederà (e lei stesso potrà procedere) a prendere decisioni. Però lei è in terapia e quando si è in cura non si può prescindere da una franca comunicazione con il proprio curante, sia esso medico o psicoterapeuta.
Per quanto riguarda informazioni farmacologiche
1) questa è la sezione psicologia e non psichiatria e quindi non forniamo indicazioni ne esperienze sugli aspetti farmacologici perché non siamo farmacologi.
2) anche se si dovesse confrontare online con uno psichiatra le cose non cambierebbero perché occorre confrontarsi di persona con un medico.
Ci siamo?
Per quanto riguarda informazioni farmacologiche
1) questa è la sezione psicologia e non psichiatria e quindi non forniamo indicazioni ne esperienze sugli aspetti farmacologici perché non siamo farmacologi.
2) anche se si dovesse confrontare online con uno psichiatra le cose non cambierebbero perché occorre confrontarsi di persona con un medico.
Ci siamo?
[#6]
Utente
Gentile dott. Pizzoleo
Provvederò subito a prendere un appuntamento con la mia psicologa, e a riferirle i miei dubbi e perplessità.
Nel caso in cui si ritenesse necessario provvederò a contattare anche uno psichiatra.
Ringrazio la sua celerità e disponibilità sperando che la situazione possa migliorare
Provvederò subito a prendere un appuntamento con la mia psicologa, e a riferirle i miei dubbi e perplessità.
Nel caso in cui si ritenesse necessario provvederò a contattare anche uno psichiatra.
Ringrazio la sua celerità e disponibilità sperando che la situazione possa migliorare
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.8k visite dal 08/10/2019.
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