Pensieri ossessivi, ansia, sensi di colpa, paura di non uscirne.

Salve,
sono una donna di 33 anni. Da qualche mese sto sperimentando l'insorgere di tristezza, pensieri invasi e ansia anche molto forte. All'età di diciannove anni, avevo già sofferto di qualcosa di simile. All'epoca ne sono uscita senza nessun parere medico e la mia vita è andata avanti, senza più pensieri del genere ne ansia.

Da settembre sono seguita da una psicoterapeuta, che mi sta aiutando a tirare fuori i pensieri invasivi, interpretandone i significati. Le sedute sono per me a volte molto dolorose ma mi stanno aiutando a comprendere aspetti di me che non prendevo in considerazione.

La psicoterapeuta mi ha spiegato che sono un soggetto che in molte situazioni tende a fare e mostrare di sè ciò che gli altri si aspettano e sembro avere una forte predisposizione a voler proteggere chi amo. Da questa estate le mie paure si sono sviluppate in maniera graduale fino a generami ansia, insonnia e pensieri ripetitivi.

Ho iniziato con il dubitare della scelta che ho fatto di stare con il mio attuale compagno, una persona stupenda, diversa da tutti gli altri: mi sta accanto, è comprensivo e cerca di aiutarmi.

Ho avuto per circa 4 anni una relazione con una persona mi ha distrutto l'autostima ma ne sono uscita apparentemente bene. Dopo i dubbi sulla mia relazione, ho iniziato ad avere pensieri sul poter far del male a chi amo, dubbi sul bene che provo per le persone e pensieri esistenziazli: "perchè esisto, forse dovrei morire" paura del suicidio e sensazione di non appartenere alla realtà.

Da circa due giorni mi tormenta il mio passato. In particolare penso a rapporti con persone con cui non avrei voluto stare. Il ricordo più invasivo è quello di aver avuto un rapporto a tre con due amici, con uno dei quali ho continuato ad avere rapporti (l'idea di essere stata con lui e di aver fatto certe cose in totale tranquillità all'epoca mi genera ansia e angoscia). Per questo e per altri particolari legati alla sfera sessuale del mio passato, mi sento ansiosa, sporca e giudicata.

Benchè siano passati anni e loro non siano il tipo di persone che minerebbero la mia persona raccontando a chicchesia certe cose, mi sento in colpa in maniera sconsiderata e penso di non poter convivere con questi ricordi, di non poter guardare in faccia il mio compagno (a cui ho raccontato tutto) o i miei genitori. Ho paura di poter scoppiare e raccontare queste cose senza motivo. Vorrei sapere che infondo non c'è nulla di male, che sono cose di gioventù, avevo circa 26/27 anni.

Mi tormenta l'idea che queste persone pensino a quello che successe, che mi giudichino e che non mi libererò mai di certe immagini, non solo di quest' evento ma di un lungo periodo trascorso da sola in cui ho incontrato persone che mi hanno fatta soffrire o con cui ho fatto cose che non avrei voluto fare, niente di estremo ma io le rivivo come se lo fossero.

Ne uscirò? Vorrei una vita serena, vorrei dei figli con il mio attuale compagno ma se penso a queste cose mi sembra impossibile. Aiutatemi a capire.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente, lei scrive (...)Da settembre sono seguita da una psicoterapeuta, che mi sta aiutando a tirare fuori i pensieri invasivi, interpretandone i significati. Le sedute sono per me a volte molto dolorose (..)

forse potrebbe provare un approccio terapeutico diverso non orientato a cercare cose passate e ad interpretarne i significati, bensì un approccio pragmatico basato sul problem solving e la costruzione di strategie legate al presente che l'aiutino ad affrontarlo subito.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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