Soffre di attacchi di ansia
salve,
vorrei chiederVi un consulto riguardo a un problema che ha il mio ragazzo. Da circa due anni (noi siamo insieme da cinque anni) soffre di attacchi di ansia (fa fatica a respirare e vomita) ogni volta che si presenta o soltanto si parla di situazioni su cui lui soffre (per esempio se si parla di università, visto che è due anni fuori corso, o se litighiamo). Ultimamente questi attacchi si stanno presentando sempre più spesso e per cause sempre più insignificanti. Non sta più dando esami all'università (gliene mancano tre) ed è sempre più suscettibile, inoltre mangia molto meno che in precedenza e non tocca più cibo quando mangiamo fuori. Tutto ciò può essere ricondotto all'università? o a un mio composrtamento sbagliato? ho provato a spiegargli che può anche interrompere lo studio ma non ne vuole sapere, lo ritiene un obbligo (lui è molto competitivo, quindi vedere tutti i suoi amici laureati lo fa sentire un fallito). Presumo che sia un disturbo lieve però sta iniziando a preoccuparmi, lui non vuole chiedere consiglio a uno psicologo.
Vi ringrazio anticipatamente!
vorrei chiederVi un consulto riguardo a un problema che ha il mio ragazzo. Da circa due anni (noi siamo insieme da cinque anni) soffre di attacchi di ansia (fa fatica a respirare e vomita) ogni volta che si presenta o soltanto si parla di situazioni su cui lui soffre (per esempio se si parla di università, visto che è due anni fuori corso, o se litighiamo). Ultimamente questi attacchi si stanno presentando sempre più spesso e per cause sempre più insignificanti. Non sta più dando esami all'università (gliene mancano tre) ed è sempre più suscettibile, inoltre mangia molto meno che in precedenza e non tocca più cibo quando mangiamo fuori. Tutto ciò può essere ricondotto all'università? o a un mio composrtamento sbagliato? ho provato a spiegargli che può anche interrompere lo studio ma non ne vuole sapere, lo ritiene un obbligo (lui è molto competitivo, quindi vedere tutti i suoi amici laureati lo fa sentire un fallito). Presumo che sia un disturbo lieve però sta iniziando a preoccuparmi, lui non vuole chiedere consiglio a uno psicologo.
Vi ringrazio anticipatamente!
[#1]
Gentile ragazza, se il suo ragazzo percepisce la sofferenza del suo stato dovrebbe anche percepire l'importanza di un aiuto di natura psicologica. Non cerchi la causa in atteggiamenti sbagliati di qualcuno o nell'università. Stiamo prlando quasi certamente di disturbi di ansia che, finchè sono gestibili, si potrebbe anche fare a meno di un intervento, ma se questi cominciano a diventare invalidanti nel senso che non permettono una vita serena e o il raggiungimento dei propri scopi (esami, ecc) allora il problema diventa più serio a tal punto da coinvolgere anche chi sta vicino. Provi a fargli comprendere che ha solo due altenative. Continuare a stare come sta (con i disagi annessi) o farsi aiutare da uno psicoterapeuta o psichiatra. Tuttavia se lui il problema non lo pecepisce lei può fare ben poco.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile ragazza
Non credo che i comportamenti disfunzionali del suo ragazzo possano essere addossati a lei come colpa (di lei che ci scrive). D'altra parte, se lui ritiene di non dover essere aiutato, non c'è molto che si possa fare per convincerlo.
Probabilmente, come si dice in questi casi, il suo ragazzo non ha ancora "toccato il fondo", ossia non è arrivato a stare così male tanto da vedersi forzato a cercare aiuto. Mi rendo conto quanto questo possa sembrare poco delicato, probabilmente ha qualche maniera per compensare e "reggere" ancora.
Provi a rimettere completamente a lui la responsabilità di lasciarsi aiutare, evitando di insistere. In altre parole, provi a lasciargli più spazio e a fare in modo che la scelta di stare male o bene sia completamente sua. È possibile che in questo modo si decida a fare qualcosa.
Cordiali saluti
Non credo che i comportamenti disfunzionali del suo ragazzo possano essere addossati a lei come colpa (di lei che ci scrive). D'altra parte, se lui ritiene di non dover essere aiutato, non c'è molto che si possa fare per convincerlo.
Probabilmente, come si dice in questi casi, il suo ragazzo non ha ancora "toccato il fondo", ossia non è arrivato a stare così male tanto da vedersi forzato a cercare aiuto. Mi rendo conto quanto questo possa sembrare poco delicato, probabilmente ha qualche maniera per compensare e "reggere" ancora.
Provi a rimettere completamente a lui la responsabilità di lasciarsi aiutare, evitando di insistere. In altre parole, provi a lasciargli più spazio e a fare in modo che la scelta di stare male o bene sia completamente sua. È possibile che in questo modo si decida a fare qualcosa.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile Utente,
dalle sue parole sembra che il ragazzo stia passando un momento depressivo, con presenza di attacchi d'ansia. In questi casi è tipico della diagnosi registrare un malfunzionamento a livello sociale e/o lavorativo: essendo il lavoro di uno studente lo studio, appunto, è abbastanza comprensibile che il suo fidanzato abbia problemi con l'università
Il dato di fatto è che la vostra coppia non può affrontare certi argomenti (le cose che lo fanno stare male) per non incorrere nelle reazioni d'ansia: questo è un limite che Lei che ci scrive probabilmente avverte di più. Potrebbe partire proprio dal fatto che i limiti non fanno bene alle coppie in generale: se lei adotta una posizione "forte" in questo senso potrebbe avere più influenza sulle scelte future del suo ragazzo, specie in termini di cura.
Anche perchè se cominciate ora ad avere reciproci "tabù" chissà in futuro cosa succederà!
Potreste leggere insieme questo articolo sull'ansia https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html tanto per iniziare e commentarlo, come un punto di partenza
L'importante, però, è affrontare insieme la difficoltà: è questa la coppia
dalle sue parole sembra che il ragazzo stia passando un momento depressivo, con presenza di attacchi d'ansia. In questi casi è tipico della diagnosi registrare un malfunzionamento a livello sociale e/o lavorativo: essendo il lavoro di uno studente lo studio, appunto, è abbastanza comprensibile che il suo fidanzato abbia problemi con l'università
Il dato di fatto è che la vostra coppia non può affrontare certi argomenti (le cose che lo fanno stare male) per non incorrere nelle reazioni d'ansia: questo è un limite che Lei che ci scrive probabilmente avverte di più. Potrebbe partire proprio dal fatto che i limiti non fanno bene alle coppie in generale: se lei adotta una posizione "forte" in questo senso potrebbe avere più influenza sulle scelte future del suo ragazzo, specie in termini di cura.
Anche perchè se cominciate ora ad avere reciproci "tabù" chissà in futuro cosa succederà!
Potreste leggere insieme questo articolo sull'ansia https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html tanto per iniziare e commentarlo, come un punto di partenza
L'importante, però, è affrontare insieme la difficoltà: è questa la coppia
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 25/02/2009.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.