Depressione ansia e psicoterapia

Buongiorno
Avevo già fatto una richiesta ma non ho ricevuto risposta è quindi ci riprovo.
Ho sofferto di episodi depressivi a partire dal 2008 con un paio di ricadute, forse potrete vederlo dai miei consulto precedenti.
Mi sono curata con i farmaci e durante l'ultima ricaduta che mi pare fosse nel 2016 ho seguito anche una psicoterapia pensando così di poter risolvere definitivamente ma purtroppo non è stato così dato che quest'estate ci sono ricaduta.
Ho iniziato da circa 2 settimane con il farmaco e sono molto indecisa per la psicoterapia in quanto il mio psichiatra afferma che secondo lui nel mio caso non è necessario al momento andare per forza a fondo non avendo subito particolari traumi ma mi ha consigliato il mindfulness per cambiare la mia modalità di pensiero ansioso e rimuginativo.
Di fondo io credo di stare così perché negli ultimi anni la mia vita non è soddisfacente. Ho un marito che mi ama e in bambino meraviglioso che ormai ha 8 anni. Da quando è nato sono rimasta a casa dal lavoro e mi è andato bene per i primi anni ma ora mi rendo conto che non mi basta più ma allo stesso tempo il mio stato depressivo attuale non mi permette di cercare un lavoro o un hobby. Ho magari delle idee in testa ma non riesco ad attuare perché mi sento come bloccata.
Mi rendo conto che anche quando ho del tempo libero senza mio figlio non so cosa farmene come se avessi dimenticato come si fa a divertirsi.
Vi prego di darmi una vostra gentile opinione
Grazie mille
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile signora,

Il quadro sintomatico che presenta potrebbe essere suggestivo di una forma depressiva. La psicoterapia, da associare eventualmente alla terapia farmacologica, non deve necessariamente mirare a scavare nei contenuti più intimi del/della paziente ma può essere un valido aiuto per gestire emotivamente i sintomi di ansia e depressione. Anche la mindfulness certamente è utile ma prima di praticarla occorre una valutazione del paziente da parte di un collega che pratica e insegna mindfulness.
Non trascurerei, in funzione della sintomatologia (e dei precedenti consulti su Medicitalia) che descrive, il suo stato gastrointestinale. È ben risaputo, ormai e per fortuna, che costanti alterazioni del funzionamento gastrico e intestinale determinino delle ricadute negative sul tono dell’umore. Quindi, se stomaco e intestino fanno le bizze, una visita presso un Gastroenterologo e un nutrizionista per impostare una dieta personalizzata non potrebbero che giovare al tono dell’umore.

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
La ringrazio per l'attenzione
Quindi a Suo parere per un problema come il mio quale potrebbe essere la forma di psicoterapia più adatta?
Il mindfulness è anche questa una forma di psicoterapia?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Diciamo che per i disturbi dell’umore e ansiosi le psicoterapie che trovano maggior successo sono la terapia cognitivo comportamentale e la terapia breve strategica.
Può leggere questa miniguida in proposito https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

La mindfulness non è una forma di psicoterapia ma una tecnica. In proposito legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2506-mindfulness-definizione-utilizzo-ed-efficacia.html

Non trascuri il benessere intestinale come suggerito

Lieto dell’aiuto
Molti auguri
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Utente
Utente
Grazie ho trovato entrambi gli articoli molto interessanti.
Per quanto riguarda i farmaci io ho iniziato da 2 settimane l'antidepressivo che però ancora non ha avuto effetto. Nonostante lo psichiatra che mi segue mi continua a dire che devo attendere ancora un pò per avere gli effetti positivi è come se io non accettassi questa cosa e continuo a chiedere ovunque rassicurazioni che poi non mi bastano mai innescando un circolo vizioso. Sono consapevole che questo atteggiamento è dannoso ma non riesco a farne a meno.
Fondamentalmente la mia è una grande paura di non riuscire ad uscire da questo stato e tutto il giorno non penso ad altro.
In particolare ho Ia grande paura di non riuscire a seguire a dovere mio figlio
Cosa ne pensa?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Credo che tra qualche settimana inizierà a stare meglio. Si fidi del medico che la segue. Valuterei l’integrazione del farmaco con la psicoterapia. Da certe situazioni se ne esce eccome!

Buona domenica
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Utente
Utente
Lo psichiatra che mi segue ,pur lasciandomi ovviamente libertà di scelta, è d'accordo con una forma di psicoterapia o mindfulness ma ritiene che sarebbe ideale iniziare quando il malessere più "pesante" sia almeno un pò compensato dal farmaco in modo da affrontare la cosa in modo più sereno.
Lei cosa pensa in merito?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Penso che sarebbe saggio seguire le indicazioni del suo medico psichiatra che la conosce e certamente ha dati concreti per una valutazione del suo quadro, cosa che da qui non si può fare...

Per le forme e tecniche psicoterapiche suggerite ne discuta con lui.
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Utente
Utente
Avrei un'altra domanda...da quando sono in queste "condizioni " ho notato che ho anche molta difficoltà a stare con altre persone nel senso che quando mi trovo in compagnia di qualcuno non so mai cosa dire e mi sento a disagio.
Rispondo a monosillabe e ho paura di risultare noiosa e antipatica. Ad esempio oggi pomeriggio devo accompagnare mio figlio ad un compleanno e so già che sarò a disagio. Potrebbe essere una forma di fobia sociale?
Prima di entrare in questa fase depressiva non ero affatto così.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Potrebbe essere una forma di fobia sociale?

Ipotesi plausibile la sua ma resta una ipotesi autodiagnostica. Perché non far riferimento direttamente allo psichiatra che la segue?
Come le ha detto il medico tra qualche tempo i farmaci inizieranno a fare effetto e si valuterà l’opportunità di una psicoterapia. Li potrà evidenziare queste dinamiche intrapsichiche che verosimilmente si sono evolute alla deflessione del tono dell’umore. L’ansia, nelle sue varie e disparate forme e contenuti, non di rado si accompagna a sindromi depressive.

Saluti
[#10]
Utente
Utente
È proprio questo il punto io ho una paura folle che il farmaco non funzionerà e questo mi crea un'ansia incredibile.
Comunque ne parlerò direttamente allo psichiatra.
Grazie ancora
[#11]
Utente
Utente
Buongiorno
Approfitto della Sua gentilezza per un'altro quesito. Purtroppo il peggior sintomo che mi provoca l'ansia è la chiusura dello stomaco con mancanza totale di appetito e anzi quasi nausea solo all'idea.
Gli orari dei pasti sono ormai diventati un incubo perché mi costringo a mangiare ma è davvero una violenza su me stessa.
È come se avesse tutto lo stesso sapore e non c'è nulla che mi attira.
Tutto ciò ha un significato a livello simbolico al di là dell'ansia?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Significato simbolico? non ci sono significati simbolici in problemi di ansia eventualmente correlati a problemi gastrointestinali. Tenga conto che cervello e intestino costituiscono un asse su cui passano informazioni continuamente. Se un organo dell apparato gastrointerico soffre, il cervello e la mente soffrono e viceversa.
Direi che sarebbe il caso di rivolgersi anche ad un nutrizionista clinico anche perché, dai consulti precedenti, ho visto che lamenta disturbi digestivi.
[#13]
Utente
Utente
Il fatto è che la mia inappetenza inizia nello stesso momento in cui inizia l'ansia.
Tutti i miei episodi passati iniziavano sempre con l'inappetenza.
Nei periodi di benessere psicologico non ho alcun problema a mangiare e a digerire.
Nel mio primo episodio nel 2008 mi fecero anche una gastroscopia dalla quale non emerse nulla di particolare. Quando l'episodio depressivo passa torna anche l'appetito.
Mi chiedevo se questo rifiuto del cibo avesse un significato
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Il rifiuto del cibo non ha un significato simbolico ma esclusivamente biologico e psicologico. Può leggere questo in proposito https://www.medicitalia.it/news/neurologia/8079-la-depressione-puo-originare-dai-batteri-dell-intestino.html
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Utente
Utente
Buongiorno Dottore
Questa mattina ho fatto la prima seduta da una psicologa che mi ha fatto semplicemente parlare facendomi solo alcune domande. Io inaspettatamente mi sono messa a piangere mentre parlavo cosa che mi succede di rado. Ho però subito notato appena uscita che anziché essere un pochino più tranquilla stavo male fra l'altro dopo un paio di giorni in cui mi sentivo leggermente meglio.
Può succedere tutto ciò?
Forse avrei dovuto ascoltare lo psichiatra quando mi consigliò di attendere l'effetto del farmaco prima di iniziare un percorso
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